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da rimandarsi a D. Sterpi

per l’Archivio della Congregazione


        G. P. A. M.

        Instaurare omnia in Christo!

        Roma, il 1 marzo 1916.


Carissimo Don De Paoli,


Da una lettera di D. Dondero ricevuta una settimana fa, e dall’altra che tu hai scritto a D. Risi, vengo a conoscere che sei ritornato ad Asylo Patrocinio.

Ho ricevuto la tua lettera da Mar de Haspanha e le lettere del fratello di Don Dondero e di Carlo Germano; Esse mi hanno fatto tanta pena per quanto voi avete sofferto e soffrite nel Signore!

Il Paradiso, cari miei figli, si guadagna con portare la croce e molte croci per amore di Dio.

Ho pregato e prego continuamente per te e per gli altri.

Non vi ho risposto, ma ho scritto subito il 31 dicembre e poi ancora dopo otto giorni a Don Dondero, che venisse in Italia, e che lasciasse te a Mar de Haspanha.

Io desidero parlare con Don Dondero, gli parlerò da padre in G. Cristo, e lo terrò qui con me per un po’ di tempo, e vedrò poi il da farsi.

Gli ho anche scritto che non entrasse nel Mediterraneo, ma sbarcasse a Bordeaux, per sfuggire ad ogni pericolo della guerra di mare.

Non gli ho detto che voi altri mi avevate scritto,- perché non mi pareva opportuno.

Verso il 20 di Gennaio ho poi scritto a te a Mar de Hespanha una lettera raccomandata, dicendoti di assumere tu la direzione dell’Istituto di Mar de Hespanha durante la sua assenza: non dicevo di avere ricevute lettere da te o altri.

La lettera che una settimana fa ho ricevuto da Don Dondero fu scritta che tu eri


















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appena partito per Asylo Patrocinio, credo agli ultimi di Gennajo, e non mi dice di avere ricevuto le mie due lettere. - Forse non le aveva ancora ricevute.

Però in essa lettera egli si lamenta di te e di Carlo e dei suoi due fratelli, e capisco da lui stesso che egli non ha più nessuno che vada d’accordo con lui. Povero figliuolo! E voi pure, cari figli, quanto dovete aver sofferto e dovete soffrire di questo stato di cose nostre! Coraggio in X.sto!

Mi pare che la miglior cosa sia dunque che egli, - che in questi due anni non riuscì ad edificare in Gesù Cristo i suoi stessi Confratelli - sia bene che egli se ne venga qui con me, e che lavori in sott’ordine e in dipendenza caritatevole di chi lo ama come un padre in Gesù Cristo.

Ora aspetto che mi scriva, dopo che avrà ricevute le mie lettere, e vedrò se si decide a venire.

Io amerei che Mgr. Arcivescovo ti lasciasse andare a Mar de Hespana a sostituire D. Dondero, che io ho chiamato qui. Credi tu che sia possibile?

Io non ti ho mai scritto, perché non ho mai voluto dirti che ho provato molto dispiacere che tu ti sia messo o meglio sii stato messo lontano da Mar de Hespana, mentre colà io ti avevo mandato, perché Egli D. Dondero insisteva sempre che aveva bisogno di altro aiuto e di altri Sacerdoti.

Io non voglio credere mai che egli ti abbia allontanato per mal animo da Mar de Hespana, ma certo non mi fece buona impressione.

Tutto fu fatto senza di me e a mia insaputa, e si doveva ben pensare che io non l’avrei mai approvato.

Poi io non ho più scritto nulla per non creare imbarazzi, dopo che tutto si era fatto; ma non ho mai scritto che sono una sola virgola approvando né direttamente né indirettamente l’operato, quantunque egli mi facesse credere - (non so con quanta verità), che l’Asylo Patrocinio presto sarebbe diventato un nostro Istituto, e che ti ha posto costì con questa speranza.




















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È dunque bene che tu sappia, caro Don De Paoli, chiaramente come io la penso.

Dirò anzi di essere stato quasi un anno senza scrivere a Don Dondero appunto pel disgusto che ho provato.

E non ho scritto a te per non offendere lui e perché non capisco la tua posizione.

Ma ho sempre sperato che, con questo nuovo anno scolastico, egli avrebbe sentito il bisogno e il dovere di averti al suo fianco e di valersi dell’opera tua.

Ora che l’anno é già cominciato, vediamo nel Signore come si può aggiustare le cosa, anche per non creare imbarazzi a codesto santo Arcivescovo.

Tu, che sei sul posto, mi devi consigliare.

Prega, e poi scrivimi chiaro come vedi che, secondo te, si possa fare per salvare la Congregazione al Brasile, per darle sviluppo, e, d’ora innanzi, indipendentemente da Don Dondero, almeno sinché io non possa dirmi più soddisfatto di lui, che non oso dire, per la verità, se dopo che é in Brasile mi abbia scritto una sola lettera che mi abbia portato consolazione in Gesù Cristo.

Egli ha tante qualità, ma manca alquanto di umiltà e di carità, e non sa unificare ed edificare in Gesù Cristo i suoi Confratelli, - e come potrà portare la pace e la grazia di Gesù Cristo a quelli fuori di casa, se non sa averla per quelli che convivono con lui e sono della stessa Casa?

Mandami l’indirizzo di Carlo Germano, e scrivigli anche tu, e confortalo nel Signore a perseverare nella vocazione.

Se Don Dondero verrà qui, lo tratterò con infinita carità di padre in Gesù Cristo ma gli farò comprendere che non é nato per fare da Superiore e che potrà fare tanto bene lavorando in sott’ordine, e si farà santo così, vicino a me o a Don Sterpi.

Che, se tu credessi che D. Dondero convenga lasciarlo a Mar de Hespana, scrivimelo nel Signore.






















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Ma tu vedi che egli stanca tutti, e fa perdere a tutti la santa vocazione.

Quindi é urgente, ora che tu hai un po’ di esperienza del Brasile e ne conosci lingua e costumi - che possiamo piantare una Casa dove tu possa essere Superiore, e riunire attorno a te i poveri miei figli che sono sfiniti e stancati, e che minacciano di disertare dalla cara Congregazione, perché il caro Don Dondero manca, credo, di ciò che é più importante, di carità e di umiltà.

Vedi bene e considera nel Signore che qui si tratta di salvare la Congregazione al Brasile e di darle sviluppo.

Io sento che non potevo essere più longanime di quello che fui con Don Dondero.

Egli mi scrive che il raccolto va bene, ma, se dovrò rispondergli, gli dirò chiaro nel Signore che avrei preferito che andasse bene la carità fraterna e che non posso credere che tutto il torto sia sempre tutto degli altri.

Non sono tenuto a dire a lui che ho scritto a te la presente, e tu regolati con prudenza e con carità di vero sacerdote e di vero fratello suo in Gesù Cristo.

Aspetto subito tue lettere, dove desidero che mi dica chiaro in che posizione é la Casa di Mar de Hespanha.

In che posizione sei tu, e che cosa fai ad Asylo Patrocinio, ché io non ho ancora capito nulla.

Che cosa é codesto Istituto in cui sei.

Chi sono quelli che sono a Mar de Hespanha con D. Dondero, poiché ora egli mi parla di due suoi fratelli, e non mi parla più di un altro che prima voleva vestire, e che diceva averlo mandato l’Arcivescovo.

Che scuole ci sono? Quanti sono? Come é vista la Casa? Di che cosa vive? - Come si sta con il Parroco e con le altre Autorità? - Come l’Arcivescovo sta con Don Dondero.

Io all’Arcivescovo non scrissi più, perché non sapevo che pesci pigliare.

Tu non ti muovere dal Brasile e neanche Carlo.

Come sono i fratelli di D. Dondero?




















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La Casa ha debiti? E quanto?

Dimmi, in una parola, tutto ciò che può darmi una vera e propria cognizione dello stato delle cose e delle persone.

Presto vedrò il Santo Padre, e Gli chiederò una particolare benedizione per te. - Don Risi ti manderà molte facoltà.

Caro mio figliuolo, non deve la presente portarti tristezza, ma confortiamoci anche nel dolore e godiamo delle nostre intime e dolorose tribolazioni!

Ascendiamo col cuore in alto. Sursum corda! Sursum cora!

A nuovi e più larghi sensi di carità dilatiamo i nostri cuori, o figlio mio in Gesù Cristo!

Ascensiones in corde vestro disposui in valle lacrymarum, in loco quem posui! dice il Signore al Psal. LXXXIII.

Avessi io così larghe e lunghe braccia da stenderle oltre i mari e le terre del Brasile che ci dividono i corpi, ma non ci dividono nei cuori, ed io vorrei abbracciarti nell’amplesso del Signore, e con te Don Dondero e tutti gli altri nostri fratelli!

Io ti raccomando, o caro figliuolo di curare, di coltivare e di crescere in te lo spirito religioso dei figli della Divina Provvidenza e di osservare le Regole e la S. Meditazione e lettura spirituale e abbi una grande carità, carità veramente sacerdotale carità vera di Gesù Cristo Crocifisso!

Charitas omnia sperat!

Charitas omnia sustinet!

Nella carità soffri tutto e offri tutti i tuoi dolori: colla umile e dolce carità spera tutto per l’avvenire della Congregazione al Brasile!

In Gesù e Maria SS. tuo aff.mo come padre in X.sto


     Sac. Orione d. D. P.