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Istituto S. Filippo - Roma

Via Appia Nuova 126


+       Anime e Anime!

        Roma, 8 Dicembre 1920


Caro Bigliocca,


Ho ricevuto ieri sera la vostra lettera espresso, che si riferisce alla Ordinazione. Ho scritto, per espresso, a Mons. Albera una buona lettera, ringraziandolo di quello che farà per Voi; non avete ora che mettervi in diretta comunicazione con lui, subito.

Vi esorto però, caro Bigliocca, a prepararvi bene, e a premettere almeno tre giorni di Santi Spirituali Esercizi; ma fatti bene, prima della Tonsura. Pregherò di cuore e particolarmente per Voi, in questi giorni. - Le vostre dichiarazioni e proteste di voler essere un santo Sacerdote, mi hanno recato consolazione; fate d’esserlo davvero, e la SS. Vergine Immacolata Vi aiuti a mettere in pratica quanto mi avete promesso.

Sì, caro Bigliocca, pregate molto prima di legarvi, e, intanto che c’è ancora abbastanza tempo, rifletteteci coram Deo; ma, se decidete di continuare, siate allora quale dovete essere, cioè un vero Sacerdote di spirito, secondo il cuore di Dio, umile, mite, non furbo, ma sinceramente dato alla Chiesa e alle anime, e semplice nel Signore. Perché questo, purtroppo, ho dovuto con dolore notare in Voi: poco spirito, molta abilità umana, troppa umana politica e furbizia, ma poco Dio, poca pietà , poca sincerità, poco attaccamento alla santa povertà.

E poiché uscite a dirmi di parlarvi “con paterna franchezza” - (il che mi fa comprendere che Voi pure dovete sentire la mia trepidezza a riguardo vostro) -, Vi scongiuro per le viscere di Gesù Cristo Signor Nostro, o caro Bigliocca,




















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di non offenderti, di non avvilirsi per la mia franchezza, mai. Aiutandomi la grazia di Nostro Signore, non sarò io che andrò con infligimenti, che aborro.

E, a proposito, vi dirò ciò che ho pensato di voi in questi giorni passato e ciò che penso anche ora che scrivo. - Voi sapete già che io ho spedito a Don Cribellati una raccomandata - espresso con cinque bolli di ceralacca. Voi, interpellato, avete risposto che non è giunta costì. Ecco invece che penso, o caro Bigliocca: penso che pel vostro brutto vizio di aprire lettere altrui, anche quando non lo dovete, possiate aver fatto con la lettera a D. Cribellati né più né meno di come avete fatto con certe altre lettere, dirette a D. Sebastiano, prima e anche dopo che io ho respinta, rifiutandomi di leggerla, quella che Voi mi avete mandato a Villa Soranzo, perché fosse da me aperta. Allora vi feci dichiarare, respingendo la vostra proposta, che non avrei mai fatto quello, e che ciò non si doveva fare, tanto più da un chierico con le lettere dirette a Sacerdoti, e senza speciale mandato dall’interessato.

Dati i precedenti vostri al riguardo, è naturale ora ch’io pensi di Voi così. E ciò, vi confesso, mi fa gran pena, non per me, ma per Voi, caro Bigliocca, e qualunque cosa mi direte in contrario, in me resterà sempre un’ombra! - Voi dovreste ora avere la umiltà di confessare il vostro peccato, e di rimandare a me quella lettera, se non fu distrutta, e tutto finirebbe tra me e Voi, per sempre. Non sarebbe questo che il vostro elementare dovere, e, se l’aveste anche distrutta, meglio confessare e tutto sarà finito nel Signore, e ve ne fareste ancora un merito. - Non per confondervi scrivo, ma come a figliuolo carissimo nel Signore nella carità di Gesù Cristo.

Vostro


     Sac. Orione d. D. P.