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Istituto Divin Salvatore

via delle Sette Sale 22

Roma (2)


Riservata a te e a Don Bariani


+      Anime e Anime!

      Roma, li 14 Giugno 1930


Caro Don Pensa,


Grazia e pace da Nostro Signore!

Ricevo la lettera di D. Bariani che propone l’acquisto della nuova Casa in Cadore, e leggo il tuo poscritto, favorevole.

Pur con vivo dispiacere, non posso, o miei Cari, oggi autorizzare, né nuovi acquisti né lavori né spese, se non di estremissima necessità. Tutto ciò che non va in pane o in pagare debiti, non lo potrò, per alcuni anni, mai approvare.

La Congregazione attraversa momenti di gravissime necessità e di vero pericolo; voi non ve ne siete reso conto, e Don Bariani o non ci pensa o non può crederlo, perché non è al corrente di tutta la situazione, - che è grave molto.

Per quanto è da me devo scongiurare il pericolo che ci capiti come all’Opera Card. Ferrari; - però ho dovuto, specialmente quest’anno, constatare che, con troppa facilità e disinvoltura, si dimenticano da alcuni i bisogni della Congregazione, e non si pensa che alla Casa dove si è, e poco o nulla ai doveri e impegni della Congregazione. E così si va verso il fallimento, ma, quel che è più, si spezza lo spirito di unità e non si edifica più in Cristo cor unum et anima una.

L’opera che mi si propone concedo che sia una bell’opera di carità verso ragazzi bisognosi, ma, prima, vi sono i doveri di giustizia verso i nostri Chierici e verso il personale che si è dato all’Opera della Div. Provvidenza, personale del quale abbiamo pur tanto bisogno, e che dovrà formare la vita e dare perpetuità alla Congregazione stessa.

Che importa avere delle Case, quando non avremo personale? Ci capiterà come a certi Ordini, che hanno grandi Conventi, ma vuoti o quasi vuoti, senza che ci sia neanche il numero necessario per fare vita religiosa di comunità.













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Come mai poi non si trova, in tutto un anno, 10 lire per contribuire al vitto dei probandi e dei Chierici - che sono il nostro avvenire -, e poi si trovano le £. 10.000 per un’opera di carità verso terzi? - Io parlo al caro Don Bariani con grande e paterno affetto, ma devo dirgli che, per me, è cosa inconcepibile e che mi rattrista profondamente.

Se io dovessi guardare al rifiuto di qualche Casa di dare il benché minimo ajuto, - avrei dovuto lasciar morire i Chierici di fame o licenziarli, e, se non ci fosse stata la Mano della Div. Provvidenza, oggi, insieme col fallimento dell’Opera Cardinal Ferrari, sarebbe comparso sui giornali anche il nostro fallimento. Così non va!

Ricevo, - mentre sto scrivendo - la tua lettera del 10 corr. - comprendo il tuo bisogno, e dispongo che Don Casa - provvisoriamente - venga ad ajutarti. - Scrivo subito.

Ma se tu e certo anche Don Bariani vedete il bisogno di personale e di un personale ben formato, perché non mi ajutate di più, mentre mi lasciate mancare sin il pane?

Questo non dico però a te, ma a Don Bariani.

Come mai hai speso tanto per S. Rocco, mentre doveva pur sapere che aveva altri e più stretti doveri? E tu, che sei Padre Provinciale, perché lascî fare da codesti, che sono ancora mezzi ragazzi, - e che vanno più col sentimento e con la fantasia, che con la ponderazione e la prudenza? Perché l’Opera Cardinal Ferrari finì così? I° perché non ci fu umiltà; II°, perché si volle industrializzare la carità; III°, perché andarono avanti con troppa fantasia e poesia, e comprarono, comprarono, e molto spesero nei muratori.

Tu e Don Bariani avete visto come ho saputo schermirmi e resistere quando, proprio a Mestre, si voleva farmi acquistare quella villa; eh chissà dove si andava!

Dunque: niente compre: mandatemi aiuto: I di preghiere, II di nuove vocazioni, III) e di danaro: ho bisogno di tutte tre.
























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Se non mi aiutate, non ardite chidermi poi del personale, perché non ne avrò. Ora non si deve più acquistare, - si va dove donano. Il danaro si fa corto, e si farà più corto. State stretti stretti nelle spese.

Questa lettera è più per Don Bariani che per te. Scusate la vivacità, ma guardate alla sostanza e verità: vi darò tutto e sempre l’aiuto possibile, ma mettetemi nella possibilità di darvelo.

Benedico in G. Cr. e Maria SS.


D. Orione