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[Da bozza di stampa; vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione.]


Tortona, 31 Luglio 1917

Anno XVI. N. 7


L’ Opera della Divina Provvidenza

Il Guerrone”


Una profezia di Pio X


È Monsignor Eugenio Giacomo Grellier, Vescovo di Laval, che la narra nella sua Semaine Religieuse. Il 19 Giugno, verso le 11 antimerid., ci presentavamo alla palazzina dell’Arciprete di San Pietro, dove è il Cardinal Merry del Val. L’accoglienza che il Cardinale, già Segretario di Stato di Pio X, fece a Monsignor Vescovo di Laval fu improntata a una amabilità tutta particolare. Si compiacque di ricordargli particolari incidenti e rimembranze della indimenticabile giornata della consacrazione dei 14 Vescovi francesi, fatta da Pio X. Il Cardinale aveva nel suo gabinetto di lavoro il disegno del monumento che sarà prossimamente inaugurato nella basilica di San Pietro, alla memoria di quel santo Pontefice; andò a cercarlo, e lo svolse davanti a noi, spiegandoci l’intenzione dell’artista e i meriti dell’opera sua. Essa aumenterà certamente la devozione dei romani per Pio X.

Proprio nella mattinata stessa, celebrando la Santa Messa nella Cripta Vaticana, sulla tomba di San Pietro, a pochi passi da quella di Pio X, noi ne siamo stati testimoni, profondamente edificati: Pio X è ritenuto come un Santo! non è forse stato, in certi momenti, anche profeta? - Eminenza, chiese Monsignore, Pio X aveva annunciato la guerra attuale: voi stesso l’avete detto al mio illustre compatriota, il signor Renè Bazìn: pensate voi che questa convinzione l’avesse da una comunicazione soprannaturale fatta a lui stesso, o a qualche anima privilegiata, o, secondo voi, era una semplice previsione umana?

















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Il Cardinale fece un gesto evasivo, che significava: preferisco di non rispondere. Ma, evidentemente, il soggetto della conversione gli piaceva, ed il seguito ce lo dimostrerà.

- Pio X, incominciò il Cardinale, ha effettivamente preveduto e predetto la guerra attuale; me ne parlò sin dal 1910. Sovente il mattino, quando l’intrattenevo degli affari della Chiesa, spogliando la posta diplomatica, e specialmente quando gli parlavo di notizie rattristanti lo sentivo ripetere: “Sì, ciò che voi mi narrate è triste, ma cos’è, in paragone, della gran guerra, Il Guerrone che verrà?”

Quando, nel 1912, scoppiò la guerra balcanica, io gli dissi: - Santissimo Padre, le Vostre previsioni si realizzano. Ecco la spaventosa guerra che Voi temete tanto. - No, no, rispose vivamente il Santo Padre, non è lei.

Non è questa: questa è una rugiada. Poco dopo, mi disse ancora: - Eminenza, la grande guerra si avvicina. Non passeremo l’annata del 14. Non passeremo il quattordici.

- Ma, replicai, nulla, proprio nulla autorizza questi timori. Tutte le Cancellerie vogliono la pace. - Eminenza, siete troppo ottimista. Potete immaginare quali fossero i miei turbamenti ed i miei timori dopo simili colloqui. Giunse il mese di giugno del 1914. Durante il gran caldo gli ambasciatori lasciano Roma. Uno dopo l’altro vennero a congedarsi. Lo dissi a Pio X. - Nessuno d’essi, Santissimo Padre - ha timori per il proprio ritorno qui nel mese d’ottobre. Del resto la metà dell’anno è passata. Non ci sarebbe quasi più tempo di cominciare una guerra.

Pio X scosse la testa con aria incredibile, e nuovamente con una sicurezza impressionante mi guardò e ripetè: Eminenza, non passeremo l’anno 14.


























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Chi oggi riporta qui questo dialogo tra Sua Santità Pio X di f. m. e il Suo Segretario di Stato Eminentissimo Cardinale Merry del Val, può attestare di aver udito, qualche anno fa, lo stesso racconto, dallo stesso Eminentissimo Principe di Santa Romana Chiesa, e non questo solo.

E parecchi Figli della Divina Provvidenza lo sanno bene questo.che tutto questa guerra era stata da Pio X predetto