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[Da bozze di stampa; vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione]
Il Pane di Sant’Antonio
Bollettino mensile che promuove la devozione al Santo Taumaturgo la carità verso la vecchiaia indigente
Santuario di Sant’Antonio in Ameno (Novara)
31 Luglio 1917
Anno II N. 7
In
die Anniversaria Nell’Anniversario
4 agosto 1917
È sparito il P. Lorenzo Cossa, e s’è velata innanzi agli occhi di tanti la figura del sacerdote cristiano, l’aspetto, il tratto forte e soave, la maestà amabile della sapienza e della carità. Il suo passaggio è stato quale egli l’aveva voluto, nell’ombra della sua cameretta, nella modesta e pura semplicità, come di semplice prete, egli che l’ingegno e la dottrina, la nobiltà della nascita e della vita, i tesori del cuore e della sapienza, e le insigni virtù di governo dimostrate in tanti anni che resse il Collegio degli Orfani di Roma, indi la sua Congregazione nelle circostanze più avverse, avrebbero designato alle più alte dignità della Chiesa.
Di lui si può ripetere quello ch’egli disse del gran padre degli orfani e suo, Girolamo Miani: “Il Signore lo aveva fatto nobile ed egli si umiliò; lo aveva fatto ricco, ed egli si ridusse povero; delicato e sensibile, ed egli si crocifisse; di ingegno svegliato e savio, ed egli si sacrificò; e consacrò tanti doni al bene dei derelitti, dei peccatori, di quanti incontrava sulla sua via bisognosi d’aiuto per l’anima e per il corpo”.
L’esempio dato da lui con l’azione di tutta la vita, con le parole (ch’egli considerava giustificate solo se precedute dalle opere), con le prove superate e indicibili dolori sofferti in silenzio; è testimonianza alla verità cristiana, data nel mezzo di Roma, della Roma moderna e dell’antica, in un tempo che l’incertezza delle opinioni, la cecità rispetto alle verità fondamentali e ai veri beni, la guerra delle passioni degl’interessi, e la contraddizione della fredda negazione ammantata di scienza, hanno minacciato sommergere la barca del Pescatore: a cui testimoniare simili, di vite sante, sono pegno della promessa divina infallibile.
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Chi avvicinava il P. Cossa sentiva questa fermezza che lo toglieva all’incertezza e all’irrequietezza del dubbio: all’oscurità e agli impeti delle tempeste: sentiva la pace. Egli era un portatore di pace, per i quali la parola: Beati i portatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Ma la sua non era una pace che finisce in parole, o un riposo dei sensi superficiale: era la tranquillità della coscienza confermata dalla fede, immobile ai venti e alle rovine, perché fondata su questo fondamento incrollabile. Ma il fondamento divino in lui non distruggeva, bensì compiva l’umano, degli affetti sani e della ragione: veramente cattolico anche in questo accordo che è l’equilibrio e l’universalità.
Quindi mirabile in lui, con la fede semplice e piena, questa reverenza dovuta all’umanità. Quindi lo sdegno delle grettezze di cuore e delle superbie religiose che dividono anche quelli che dovrebbero essere congiunti, e le carità dello spirito per tutti, quanti incontrava sulla sua via bisognosi d’aiuto. Ma questo poteva, perché con sapienza aveva messo ordine nella vita della natura e della mente, mantenendolo con mano forte, subordinando quello che meno importa a quello che più importa, cioè le facoltà della scienza e della parola a quella dell’azione, educando all’azione e al sacrificio la volontà nella quale è la potenza del dovere e del bene; mente pure amava e sapeva apprezzare nel loro valore gli studi, e sentiva la bellezza nella natura e nelle arti con senso e gentilezza spirituale d’artista.
Per quest’ordine sapiente, con questa fede cattolica, egli conobbe e percorse con passi certi, e insegnò agli altri, la ferma via della vita. Con questa larghezza di cuore, con questa purità e sapienza, con questa pietà umana e carità, accompagnata dal pieno sacrifizio di sé guidò e amorosamente seguì tutti i suoi, i tanti che, come professore, come padre e rettore degli Orfani, come sacerdote consigliere ed amico, ebbero la ventura d’incontrarlo e di conoscerlo: sicché il numero degli educati da lui non si conta eppure
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egli ha accompagnato e amato ciascuno come se non avesse che lui solo.
Giulio Salvatori
L’Amico dei piccoli Figli della Divina Provvidenza
L’ora dell’Ave Maria.
Un nostro ufficiale dal fronte di guerra riferisce questo episodio: “Sere fa assistetti non visto, al confine, ad un umile, ma stupendo episodio di fede. C’erano tre alpini di guardia: tre piemontesi tarchiati e giganteschi, simili a tre roveri ... Soli! Non c’era anima viva, lì. Il picchetto, che aveva dato il cambio alla guardia, se era allontanato verso il paesello dove si trovava il Comando.
“Squillò, di là del confine, da un piccolo campanile nascosto dietro la foresta, una campanina. Era l’Ave Maria. I tre alpini, che col fucile in ispalla passeggiavano su e giù in riva al torrentaccio, si levarono il cappello, si fecero il segno della croce e pregarono.”
Nelle ombre invadenti della sera, di fronte all’Austria in agguato, con dietro l’Italia in armi, quei tre giganti .... oh! garantisco: li avrei baciati!
Glorioso Sant’Antonio, in quest’ora di trepide ansie, tutta la fiducia del nostro povero cuore riposa nella potentissima intercessione vostra, o inclito Taumaturgo di Padova. Deh, Voi, che siete salutato dalla Chiesa nuova luce d’Italia, vegliate propizio sulla Patria, consolate le nostre famiglie, proteggete i loro cari che combattono al fronte e preparate ad essi un ritorno glorioso, nel sorriso della pace.
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Il Vostro cenno mette in fuga la morte e le calamità, restituisce la vita ai naufraghi, la libertà ai prigionieri, la salute ai feriti. Questa è dunque l’ora vostra, o gran Santo dei miracoli. Non permettete che i vostri devoti siano colpiti da alcun male: serbateli all’affetto delle madri, delle spose, dei figli; e, come pegno di salvezza, custoditene il nome nel vostro cuore pietoso. Così sia!
Riconosciuto innocente!
La Sig.ra E. V. così narra un suo caso pietoso: Mio fratello fu calunniato di avere appiccato il fuoco, e quindi venne tratto in arresto e posto in carcere, lasciando nella disperazione la moglie, quattro figli, la madre e me.
I testimoni, uno specialmente, asserivano d’averlo veduto dare il fuoco, e così si era quasi certi che mio fratello sarebbe stato innocente!
Ci siamo rivolti a Sant’Antonio! Dopo 50 giorni di pianti continui e di ferventi preghiere, imploranti l’aiuto di Sant’Antonio, la nostra fiducia e le nostre speranze non andarono deluse. Il testimonio che aveva prima asserito d’aver veduto, si confuse talmente da non raccapezzarsi più. Finalmente, dopo varie domande, il testimonio stesso confessò la sua spudorata menzogna, dicendo che quanto aveva asserito era falso.
Solo allora brillò splendida l’innocenza di mio fratello, ed una sentenza d’assoluzione ridonò alla famiglia il suo unico sostegno, dopo tanti giorni d’ansie e di dolori. E così per l’intercessione di Sant’Antonio, la serenità e la gioia sono rientrare in casa nostra.
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Zelatori
e zelatrici del pane di Sant’Antonio
Date pane ai vecchierelli di Sant’Antonio!
Carissimo,
Ti spedisco L. 5 affinché i vecchi di Sant’Antonio preghino per tutta la famiglia, ma specialmente per il mio figlio che si trova al fronte.
Toccolmi Maddalena
Invio le presenti L. 5 per il motivo accennato in una mia del 10 giugno 1917.
Cap. Magg. Giorgi Celestino
Rimetto le presenti L. 5 per un po’ di pane ai poveri vecchietti, che certamente anche nel loro interesse si occupano di pregare il glorioso Sant’Antonio che dispensi delle grazie a chi le desidera. Sono sicura perciò che essi non lascieranno di pregarlo anche per me, che ne desidero parecchie. Presentando i miei distinti complimenti, raccomando non dimenticarmi nelle preghiere.
Mi dico dev.ma Bar.ssa Maria Famminelli
Caro Michele Volpini,
Dal giorno 13 giugno abbiamo nella nostra Chiesa una bussola per elemosina a favore degli Orfani e dei Vecchi di Sant’Antonio. Mando a voi metà della raccolta di qui, L. 7.95, l’altra metà la manderò a Cuneo. E cosi farò alla fine di ogni mese, Vi saluto in Domino. Pregate per noi, aff.mo
Don Felice
Sig. Don Orione, vi mando venti lire affinché facciate pregare Sant’Antonio che ci ispiri bene: che ci mandi lavoro e salute, e che protegga mia figlia dalle disgrazie dell’anima e del corpo, e fate pregare tanto tanto per una grazia che mi renderebbe tranquilla. Distinti saluti
Petiti Giuseppina
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Al
Religioso Caro
Michele Volpini custode Santuario
S. Antonio
Ti spedisco L. 5 offerte dalla Signora Celasco Giovanna per i poveri vecchi affinché faccia pregare e preghi Sant’Antonio per una grazia spirituale, onde possa ritornare sano e salvo il suo figlio al fronte.
Tuo Cugino
M. Rev. D. Orione,
Invio L. 5 ai poveri vecchi, pregandoli voler porgere preghiere a Sant’Antonio, avendo bisogno di grazie. Distinti saluti.
Angela Arnella.
Mando L. 2, per il pane di S. Antonio, raccomandando me ed altri alle preghiere dei buoni vecchierelli.
Dev.ma Antonia Pegiato.
Rev.Do Sig. Don Orione,
Il presente per offerta al Pane di Sant’Antonio, raccomandandomi alle loro orazioni.
Ossequi
Erigo Giuseppe fu Giuseppe
Rev.mo Sig. Rettore Santuario Sant’Antonio in Ameno
secondo promessa fatta, invio L. 3 a Sant’Antonio, in ringraziamento di grazia ricevuta, raccomandandomi alle preghiere dei poveri vecchi per ottenere altre grazie spirituali di cui abbi sogno. Mi ricordi a Dio, e gradisca i miei ossequi.
Dev.ma Claudina Cerutti.
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Rev.mo Don Orione Santuario Sant’Antonio in Ameno (Novara)
Invio questo obolo per il Pane di Sant’Antonio ai poveri vecchi del suo ospizio a suffragio dei Defunti della mia famiglia e amici; essendomi per caso venuto fra le mani il N. 4 mese di Aprile, del suo giornaletto cioè il Bollettino mensile “Il Pane di Sant’Antonio per i poveri Vecchi, mi è molto piaciuto, e spero vorrà mandarmelo in seguito onde farne opera di propaganda. L. 5
Dev.ma Scrinzi Cirilla ved. Conzatti.
(Continua)
Zelatori e Zelatrici del Pane dei Poveri Vecchi di Sant’Antonio.
La famiglia Pecora Del Signore rende infinita e vivissima grazie al Datore d’ogni bene, che degnossi di esaudire le sue preghiere, facendo guarire da grave malattia l’amatissimo suo figlioletto. Con l’animo ripieno di riconoscenza adempie alla fatta promessa. inviando L. una pel Pane di Sant’Antonio.
Si raccomanda alle preghiere dei cari vecchietti, e che venga pubblicata la grazia sul bollettino.
Ameno, 2 Luglio 1917,
Egregio Signore,
Mando L. 1,20, piccola offerta a favore dei poveri vecchi, Raccomando una preghiera a Sant’Antonio per me, e pei miei cari defunti, ringraziandola, auguro ogni bene. Con ossequio la riverisco.
Dev.ma serva Luigia Marchesi ved. Paolo Costa
Caro Signore,
Spedisco L. 8.30 a codesto Ospizio con preghiera di far pregare i cari vecchietti di Sant’Antonio secondo l’intenzione dei singoli offerenti. Con rispetto mi dico suo aff.mo
Berton Domenico
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Caro Don Orione,
La presente offerta di L. 5 a favore dei poveri vecchi del suo Ospizio, implorando preghiera a compimento di una grazia.
Bernardo Zannoni
Perché i poveri vecchi di Sant’Antonio mi ottengano la grazia che desidero, invio loro questa piccola offerta di L. 5.
Un figlio della Piccola Opera Divina Provvidenza dalla Zona di Guerra.
Con sentiti ringraziamenti al sig. Don Orione, trasmetto la tenue offerta di L. 3, pregandola farmi raccomandare alle fervorose preghiere dei poveri vecchi. Altra persona prega la S. V. R.ma far pregare secondo il suo desiderio per una grazia speciale, appena ottenuta, invierà offerta. Dev.mo
Arecco Matteo
(continua)