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[Da bozze di stampa; vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione.]
La Madonna della Guardia
Tortona, 15 Febbraio 1919
Anno II - N. 11
Più Fede!
Fratelli, non siamo spiriti scoraggiati: abbiamo fede, più fede! Che cosa manca un po’ a tutti, a noi tutti, oggi, per adoprarci, nel nome di Dio e in unione con Cristo, a salvare il mondo e ad impedire che il popolo si allontani dalla Chiesa? Che cosa ci manca, perché la carità, la giustizia, la verità, non siano vinte, e non rientrino nel seno di Dio, maledicendo all’unanimità, che avrà rifiutato di dare il suo frutto? Ci manca la fede! “Se aveste della fede soltanto come un grano di senape, ha detto Gesù, voi trasportereste le montagne, e niente vi sarebbe impossibile.
Fede, fratelli, più fede! Chi è di noi, che crede si possano trasportare le montagne, guarire i popoli, far predominare la giustizia nel mondo, far risplendere la verità allo spirito umano, unire nella carità di Cristo tutta la terra? Dove sono questi credenti? Più fede, fratelli, ci vuole più fede! Manca la fede in quelli che bisogna salvare, e la fede manca, talora, - ah! con quanto dolore dell’anima lo dico, - manca o langue assai la fede in me e pur in altri di noi che vogliamo o crediamo di volere illuminare e salvare le folle.
Siamo sinceri. Perché non sempre rinnoviamo la società, perché non abbiamo sempre la forza di trascinare? ci manca la fede, la fede calda! Viviamo poco di Dio, e molto nel mondo: viviamo una vita spirituale tisica, manca quella vera vita di fede e di Cristo in noi, che ha insita in sé tutta l’aspirazione alla verità, e al progresso sociale: che penetra tutto e tutti, e va sino al più umile lavoratore. Ci manca quella fede che fa della
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vita un apostolato fervido in favore dei miseri e degli oppressi, com’è tutta la vita e il Vangelo di Gesù Cristo. Manca la fede, quella fede divina, pratica e sociale del Vangelo, che dà al popolo la vita di Dio e anche il pane. Ecco la piaga! Se vogliamo oggi lavorare utilmente al ritorno del secolo verso la luce e la civiltà, al rinnovamento della vita pubblica e privata, è necessario che la fede risusciti in noi e ci risvegli da questo sonno “che poco è più morte” è necessaria una grande rinascenza di fede, e che escano dal cuore della Chiesa, nuovi e umili discepoli del Cristo, anime vibranti di fede, i facchini di Dio, i seminatori della fede! E debb’essere una fede applicata alla vita. Ci vuole spirito di fede, ardore di fede, slancio di fede; fede di amore, carità di fede, sacrificio di fede! Di fede dobbiamo riempire tutte le arterie umane, tutte le vie del mondo. Senza fede avremo il gelo, la decadenza, la morte: senza fede è sterile, è nulla, è vuota la scienza e la vita. Bisogna dunque rinascere a vita novella: a vita di fede, sovrannaturale, di fede vera, efficace, profonda, pratica: bisognerà, secondo lo spirito puro della nostra Chiesa Madre e Cattolica, lavorare e sacrificarsi per una umanità migliore, alla luce alta e consolante della fede! Se sta scritto che solo con la fede piaceremo a Dio: ricordiamo che sta anche vero che solo con la fede infocata di carità salveremo gli uomini.
Potremo ancora tutto sulle moltitudini, potremo in Cristo rinnovare l’Italia e il mondo, se avremo più fede, se fede respireremo, se di fede veramente cristiana, ardente, operosa, vivremo. Un rifiorimento e viva fragranza di fede si affonda adunque sulle plaghe e pei liberi cieli d’Italia, in questi giorni di riscatto nazionale.
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Una divina fede risplenda luminosa grande, inestinguibile su tutta “la riunita itala gente”.
La preghiera, che è necessario fare, è questa: “O Signore, accresceteci la fede!”
Don Orione