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[Da copia stampata; vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione. Vi è unita la bozza di stampa.]


Similitudini di Sant’Antonio


Nel vortice


I sapienti di questo mondo, (dice Sant’Antonio nel suo Sermone per la Domenica dopo Pasqua), i sapienti di questo mondo danno un consiglio insipiente; quello cioè di cercare le cose temporali, di conquistare le effimere, di credere alle false promesse della terra”. Per tutto ciò che è vero e santo, per tutto ciò che Gesù definì come la sola cosa che è necessaria, non una parola, non un consiglio. Il lavoro per la ricchezza, la ricchezza per il piacere sensibile, ecco il sistema in cui si vorrebbe costringere tutta l’umana esistenza. Ma, qual più triste follia che riporre l’appagamento d’ogni nostra ispirazione nell’attimo che fugge? Come la nave sulle onde, il nostro cuore non può avere sulle vicende di quaggiù stabile riposo.

Vengono e vanno i beni della terra: tutto quello che v’è nella natura di più fragile e di più caduco ce ne può dare un’idea: la nuvola che passa, la rugiada che evapora, la polvere che si disperde, il fumo che si dilegua, il tenue velo di lanuggine di cui resta privo, ad un soffio, il fiore del campo! Eppure è un fatto che, nonostante questa riconosciuta fugacità delle umane cose, molti seguono la falsa sapienza del mondo, sdegnando quella di Gesù Cristo; hanno un’eternità da guadagnare, e spendono tutte le loro sostanze in questo piccolo mercato terrestre: hanno uno spirito che anela a l’immenso, all’infinito, a Dio, e ne chiudono invece i voli entro l’orizzonte di un carcere.

Come va? La contraddizione pratica non potrebbe forse aver luogo se noi, dinanzi alla scena che ci si presenta agli occhi abbagliante, e piena d’inviti, potessimo durar fermi e freddi, prendendo consiglio dalla ragione, Vedremmo allora quando codesta scena



















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ingannevole, sapremmo misurarne tutta la instabilità, a quella guisa che chi sta fermo sul l’argine di un fiume può calcolarne la velocità della corrente. Invece accade che noi rinunciano troppo spesso alla solidità della ragione e della fede; ci lasciamo smuovere dai nostri mali appetiti, travolgere nel vortice delle passioni ...

La passione, dice Sant’Antonio, è un vortice, un turbine, che travolge l’uomo nelle sue spire e lo scaglia, come ebbro, qua e là. Chi ne resta vittima non sa più resistergli, perde la traccia del cammino della giustizia, non è più in caso di valutare l’ingannevole caducità delle cose, perché gira e rigira con esse”.

L’oro all’avaro, la licenza al lascivo, l’Onore all’ambizioso, la vendetta all’iracondo diventano tanti punti fissi, eterni come Dio. E questo è il motivo per cui vi si pone il cuore, e tutta l’esistenza si restringe alla terra.

Oh ma non così deve essere per i veri seguaci di Gesù Cristo, i quali conservano in cuore la promessa di un regno eterno, e la speranza di conseguirlo, col divino aiuto, mediante la mortificazione, la preghiera e la sequela di Gesù Cristo Crocifisso.


Ch.co Antonino Giuffrè

dei figli della Divina Provvidenza



[La grafia della firma è di pugno di Don Orione.