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[Da copia stampata.]


Un grande convertito

Giovanni Joergensen


nominato Professore all’università di Lovanio poco prima dell’invasione del Belgio.

Di questo celebre letterato danese convertito al cattolicesimo, il giornale olandese “De Tiyd” ha pubblicato interessantissime note biografiche, che crediamo bene riassumere qui, perché egli è pure un grande divoto di Sant’Antonio.

Giovanni Joergensen nacque da una famiglia luterana il 6 novembre 1866 nella città di Svendborg sulla costa sud-est della Danimarca. Da giovane, studente al Liceo, e più ancora all’Università di Kopenaghen, diventò libero pensatore e schiettissimo panteista-naturalista. Nel 1897 pubblicò le sue prime poesie; fu grandemente celebrato e preconizzato il più grande apostolo della incredulità. Miscredente di pensiero, si allontanò pure, nella pratica della vita, dalla viva sorgente della purezza morale. Ma in tale ambiente di vita l’uomo d’ingegno arriva psicologicamente ad un momento culminante, ad un momento critico, dal quale dipende tutto il suo avvenire: è l’ora di Dio! o di abisso in abisso va al fondo della perdizione, ovvero, toccato dalla grazia divina, si converte alla vita dello spirito, e fa ritorno a Dio.

Questo momento di suprema importanza arriva per Giovanni Joergensen una bella sera, quando si pose a leggere la poesia di Paul Verlaine, intitolata “Sagesse”. In essa gli occorse la domanda indagatrice delle profondità dell’anima: “Dis, qu’as tu fait de ta jeunesse?” - Dimmi, che hai tu fatto della tua gioventù? - Ne rimase profondamente colpito; quella domanda si ripercuoteva come un’eco nell’abisso del suo spirito ... a lui non























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ricorreva che una so la risposta: quanto male e male soltanto hai tu fatto! E la sua mente lo prese a martellare: “Va in cerca della verità e di una vita migliore”! Da quel momento comincia una lotta titanica nell’anima di Giovanni, giacché il cuore non seguiva immantinentemente la mente di lui, illuminata dalla grazia divina. Questa lotta interna, terribile, egli stesso l’ha descritta nella sua bellissima opera: “Menzogna e Verità della vita”, dove grida un amaro: “Guai a noi che dobbiamo sperimentare così duramente la menzogna della vita; guai ...