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[Da copia stampata; vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione.]



L’ Un’altra guerra ....?


L’hanno detto e Lo ripetono: finita questa guerra, ne vorranno vogliono combattere un’altra: contro i preti contro i cattolici... contro i proprietari, contro gli onesti ...

Chi sono quelle belve che fanno dei sogni così truci? dopo tanto sangue già sparso, vogliono un’altra guerra? Sono gli anarchici che non possono trattenersi dal lanciare le più orrende bestemmie contro ogni idea di ordine e contro ogni cosa più santa: sono i seguaci di Lenin e di Spartaco sono i rivoluzionari.

Già da molti anni molto tempo si lascia agli anarchici libero freno: nei loro giornali hanno sempre bestemmiato Dio e l’autorità: hanno alzato i pugni pieni di fango contro il Pontefice Papa e contro Casa Savoia: non più altari né troni, non più religione ma la rivoluzione.

E adesso si lascia continuare l’iniqua campagna. Il giornale bestemmiatore di Milano predica la più sfacciata violenza. E nessuno ci pensa. I giornaloni liberali fanno le orecchie da mercante e non sentono. Sono tutti figli della massoneria: sono tutti d’accordo. I giornaloni liberali hanno altro da fare: fare lunghe e minute relazioni di un processo piccante, di un fattaccio di cronaca, oppure stampare delle ingiurie maligne contro il Papa... Ecco il mestiere dei briganti!

Uomini d’ordine e onesti d’ogni paese, uniamoci contro quelli che vogliono il disordine, la rivoluzione e ancora un’altra guerra.
























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Per la Patria!


Oh! la Patria! Sacro amore di ogni spirito educato, dolce tesoro per ogni cuore onesto e buono! La Patria che tutti ci affratella in un sono linguaggio, in un solo vincolo, in una sola aspirazione.

Noi cattolici l’amiamo questa Patria con occhi che sanno piangere per essa, con labbra che dicono per essa le più calde parole di affetto, con braccia che si tesero, coll’impeto dei nostri soldati cristiani, a compiere la sua grande vittoria ... l’amiamo coll’opera onesta e modesta di ogni giorno ... l’amiamo in Dio e la vogliamo grande libera e gloriosa.

Noi non siamo dei fanfaroni, che lanciamo al vento dei vani evviva e dei facili applausi. Ed anche quando ci flagellano coll’odio colle accuse lanciate sul nostro Pontefice sul nostro nome sul nostro lavoro, allora ancor più noi diamo alla Patria l’omaggio del sacrificio, del dolore, dell’unione, della concordia, della pazienza .... per la sua grandezza, per la sua libertà, per la sua gloria. Viva l’Italia!