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[Bozze di stampa Vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione.]
Pregare con la Chiesa.
Come gli Apostoli un giorno andarono a Gesù e umilmente gli chiesero: “Maestro, insegnaci a pregare”, perché si sentivano incapaci di innalzare all’Altissimo la lode degna, ripetiamo noi pure la medesima domanda a Colei che di Gesù è mistica Sposa e dello Spirito Santo tempio: insegnaci a pregare, o Santa Madre nostra, Chiesa di Cristo! Se dal cuore della Chiesa uscirà un cantico sempre antico e sempre nuovo, il più gradito al Signore, il più efficace per la nostra santificazione, quel cantico che da venti secoli si innalza dalla terra al cielo per adorare, ringraziare, riparare, impetrare!
Insegnaci a pregare, o Santa Madre nostra! La Chiesa - in risposta a questa domanda - metterà nelle nostre mani dei libri un po’ severi ma bellissimi: il Messale, il Breviario, il Rituale ... libri che ci fanno pregare come prega il Sacerdote e che ci insegneranno a capire quello che fa il Sacerdote. Ho detto libri severi: infatti le forti espressioni dei Salmi, delle epistole paoline, del Vangelo, che così spesso parlano di rinuncia e di guerra allo spirito del mondo e della carne, possono fare torcere la bocca a chi ormai è abituato ai languidi sospiri, ai punti esclamativi e di sospensione dei “Giardinetti di pietà”, e delle “Stille di rugiada”, pieni molto spesso di sentimentalismo. San Paolo e la Sacra Scrittura non si capiscono più. Perché? Eppure Gesù e gli Apostoli non parlavano ai dottori, ma a masse di popolo varie e mediocremente colte, ed erano capiti, meravigliosamente capiti.
Che cosa vi è dunque di nuovo? La pietà nostra spesso è, purtroppo, deviata. Le verità fondamentali sono troppo spesso ignorate anche da anime di buona volontà, o, tutt’al più, considerate verità di ordine speculativo. (solo raramente capaci di orientare tutte le azioni di una vita cristiana).
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Io penso perciò che, per una rinascita del vero spirito cristiano non si dovrà , oggi, mettere subito nelle mani dei fedeli, il Messalino, ma occorrerà prima, ritornare alle grandi verità del Catechismo, al Sillabarioi del Cristianesimo, ai libri, che, con sana, piana e soda dottrina ci parlino di Dio e delle nostre relazioni con Gesù Cristo.
La meditazione di questi libri, riservata alla nostra pietà privata, ci gioverà per capire e gustare la preghiera liturgica, che, lungi dall’essere una raccolta di formule, oscure, fredde, diverrà in noi una fonte viva, inesauribile di lode a Dio e un costante incitamento alla santificazione nostra.
La nostra preghiera cesserà di essere meccanica, ma sempre varia e profonda, sarà capace di illuminare l’intelligenza, di muovere la volontà e di infiammare il cuore: non ci annoieremo più in chiesa, come a un dovere forzato, non avremo fretta di andarcene, non vagheremo con l’Anima altrove, non ci sentiremo più denutriti, aridi, stanchi ... Ma pregheremo!