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[Minuta di Articolo]
Lavoriamo! Lavoriamo!
Dal
giorno che Iddio ha detto all’uomo: “nel
sudore della tua fronte ti guadagnerai il pane”,
il lavoro è
una delle grandi leggi costitutive
diventò una grande legge costituiva del genere umano. Gli uomini di
ogni paese e di ogni non poterono sottrarsi a questo dovere sentirono
questa legge,
tutti sentirono questo comando questa legge dovere.
Nei
grandi negozi fondachi,
per le vie e per
le piazze delle città, nei villaggi, nei campi, sui monti e pur
nelle valli sperdute, dimenticate, su la fronte di tutti si legge:
nel
cuore del
tuo volto
ti guadagnerai il pane.
Le
macchine, le officine, le linee ferrate, i transatlantici: le auto,
che corrono per
ogni dove
per ogni verso la terra: gli aeroplani, il telegrafo senza fili,
tutte le umane attività immensurabili gridano: lavoro! lavoro! I
monumenti di ogni età, le pergamene, i
giornali
libri le biblioteche, le tele, i marmi dei musei, le cattedre, i
banchi delle scuole, i giornali, tutto grida: lavoro!
lavoro!
La
grande legge si compie oggi come nel primo giorno tempo
della umanità: tutti siam chiamati al lavoro. L’operosità è
richiesta per il progresso spirituale
morale per i beni di quaggiù e per i ben eterni.
Gesù
Cristo, che prima cominciò a fare e poi ad insegnare, ce ne diede
l’esempio fulgidissimo. Gesù Dio e Redentore nostro, lavorò in
un’officina con
San Giuseppe
per tanti anni e santificò il lavoro. E poi nella sua vita
evangelica, poi
passava le notti in orazione, ed i giorni interi predicando, curando
gli infermi, convertendo i peccatori, facendo del bene a tutti: non
riposò neppure in croce!
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Gli
Apostoli furono grandi lavoratori: uomini di fede grande, di carità
grande, di zelo, di lavoro, di sacrificio sino a morirne
dare la vita: di notte lavoravano, di giorno predicavano. Si divisero
il mondo, si lanciarono sul campo delle fatiche apostoliche,
percorsero operosi e instancabili province e nazioni per
evangelizzare la terra, per diffondere il regno di Gesù Cristo.
A misura del lavoro vengono i frutti: Iddio non manca mai a chi fa quanto può diceva: Morire in piedi! Era Sisto V.
Il grande Benedetto da Monaci d’Occidente, volle morire d’in piedi.
Amici e lettori, guardiamo in alto e poi lavoreremo di più, e lavoreremo sempre meglio e sempre più, pro aris et focis: per la Chiesa e per la Patria.
Se mai fossimo stati sonnolenti, risvegliamoci, e Cristo c’inonderà di luce! Rivestiamoci della completa armatura di Dio, onde possiamo coraggiosamente resistere al male e operare il bene: fortifichiamoci nel Signore e nella sua forza onnipotente.
Siamo ai piedi della Chiesa e siamo sulla diritta via, procediamo nel cammino: lavoro! lavoro!
Azione,
dunque
o
Amici, azione cattolica, sì e come la vuole il Papa, come la
vogliono i Vescovi: amore alla Chiesa, zelo, operosità, alacrità
nel fare il bene, a santificazione nostra e a salvezza del prossimo.
Lavoro! Lavoro! - Ecco l’insegnamento della storia, l’esempio dei Santi, il comando del Vicario di Cristo, la legge che ci fu data da Dio.
Saldi nella fede e in un solo spirito, nell’incorrotta dottrina della Chiesa, fiorisca in noi la verità nella dolce operosissima carità, incessantemente.
Mettiamo ogni nostra attività a servizio della Chiesa e della Patria: guardiamo solo e sempre all’amore di Dio, al bene della Chiesa, alla salute del prossimo.
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Alla
vigilia della canonizzazione del Beato Cottolengo e del Beato Don
Bosco, ricordiamo che, come tutti i Santi, anche questi grandissimi
due, lavorarono così che non ebbero né dì né notte, furono
infaticabili facchini di Dio, della Chiesa e delle anime, e
lavorarono
per Dio, per la Chiesa, per le anime si sfinirono sino all’olocausto
di sé sino alla consumazione.
E fu proprio Don Bosco che, ancora prima di morire, nelle ultime ore della sua vita, ripetè più volte: figliuoli, lavoriamo, lavoriamo!
Le divine Scritture ci dicono che i giorni dei Santi sono dies pleni, giorni pieni di attività nel far opere buone.
Amici, anche noi così, anche noi così!
Lavoriamo la nostra giornata, lavoriamo la santa fatica, così come i Santi.
Non eravamo forse a Torino, noi che ai tempi di Don Bosco, in quelle indimenticabili, festose passeggiate oltre Po, su per le belle colline di San Vito e di Santa Margherita, non eravamo forse noi che cantavamo: di Don Bosco la santa bandiera - ci ripete: lavoro e preghiera?
In
umiltà e fervore, portiamo da per tutto l’impronta vivada e
luminosa della nostra fede e della dottrina di Cristo: Amici
Laboremus!
laboremus!