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[Da Copia dattiloscritta]



Il giornale “Il Popolo” di Tortona pubblica, in data 6. 11. 1921, il seguente articolo:


Don Orione, l’Italia e gli Italiani all’Estero


Da una bella lettera di Don Orione a Sua Eccellenza Monsignor Vescovo nostro, nella quale il nostro Don Bosco - lo possiamo ben chiamare così - dà le più consolanti notizie di sé e dell’Opera degli istituti suoi al Brasile, del favore che v’incontra, della fiducia ond’è onorato, dei disegni che accarezza, dei bisogni che lo urgono, proprio come fa un figlio amorevole col padre venerato, ci piace, consenziente il Vescovo stesso, togliere questa pagina che anche sola basterebbe ad onorare il nostro padre degli orfani, che dice ad un tempo qual anima di sacerdote e qual cuore di italiano sia il suo e che ben si raccomanda alla attenta e seria considerazione anche degli uomini di governo per l’altezza e la praticità delle sue vedute. Eccola:

.….Un altr’anno avremo qui il 1° Centenario dell’indipendenza del Brasile. Vorrei che venendo le missioni italiane - la governativa e la pontificia - per le grandiose feste che si preparano, trovassero alla Capitale del Brasile, in Rio, un istituto con scuole professionali (parla di un istituto fiendo che si vorrebbe affidare a lui, ma un istituto tenuto da italiani) ove, alla luce della fede cattolica e con cuore di italiani, si crescano all’onesto vivere cristiano e civile e si redimano i giovani più abbandonati e pericolosi del Brasile, facendone dei buoni padri di famiglia e dei buoni operai. E sarà per la nostra Patria - per chi lo vorrà intendere - un padiglione, un monumento più bello di quello che il nostro governo e la camera hanno decretato che si innalzi nel recinto dell’esposizione.

E voglio - Deo adiuvante - che la Chiesa e l’Italia se ne onorino e un po’ anche la nostra Tortona, perbacco!... Del resto non le dirò delle sciocchezze che hanno fatto qui al mio arrivo;



















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però a parte le americanate fatte da italiani, io ho pensato più d’una volta: Ah, se il Governo sapesse mandar qui, ogni tanto, qualcuno a parlare ai nostri dell’Italia, quanto aiuto anche finanziario ne avrebbe il nostro paese, e quanti altri vantaggi di ordine più elevato! Ho visto tanti piangere a sentir parlare un po’ bene della nostra Patria, e tanti ritornare alla fede. Lo Stato deve fare di più per tenere viva l’Italia all’estero, e dove specialmente, come qui, vi sono tante forze morali, tanti valori, dove vi è tanta anima italiana ancora! S’è fatto tanto per Trento e per Trieste, e va benissimo, ché si trattava anche di qualche centinaio di migliaia di italiani; ma qui si tratta di milioni di nostri emigrati e di milioni di figli di italiani.

Un alto personaggio che sta a Rio e che è nella diplomazia e vuol bene all’Italia mi diceva: la Germania, ancora oggi, dispensa dal servizio militare quei suoi ministri di culto (siano cattolici siano protestanti) che per cinque anni si obbligano ad andare all’estero a fare propaganda tedesca tra i tedeschi, la Francia oggi dispensa i suoi ministri di culto che vanno all’estero a fare opera di religione, e di più li sussidia in tutti i modi per tenere alto il prestigio francese; e l’Italia che fa?

E qui, come in Argentina, come nell’America del Nord, gli Italiani sono tanti, e sono stimati; ma finiscono di diventare americani, perché troppo poco ce ne curiamo...”

Così parla uno di quei preti italiani ai quali certa gente guarda spesso con sospetto, nei quali vuol vedere ad ogni costo l’antipatriota, e addita ai creduloni ingenui - pur non credendo essi stessi alla sua parola - il nemico; ma sarà inteso là ove si puote ciò che si vuole il suo linguaggio, saranno assecondate le sue religiose, patriottiche e così socialmente sapienti e preveggenti aspirazioni, accolti i voti così caldi e sinceri della sua grande anima di apostolo, di filantropo, di cittadino, di cui si inorerebbe ogni altra nazione?























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……….Hoc est in votis...anche della Direzione de “Il Popolo” che l’Italia e la sua prosperità, la sua grandezza, la sua gloria ha certo nel cuore e nel pensiero ben più e meglio che altri sulla bocca...