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[Da Copia dattiloscritta con timbro Cancellaria Sacra Rituum Congregationis]
Anime e Anime!
Tortona, il XII Aprile - Pasqua del 1925
Eccellenza Rever.ma [Mons. Ugo Boncompagni]
La pace di Nostro Signore sia sempre con noi! Alleluja! Alleluja!
Ricevo la Sua graditissima cartolina con gli auguri di Buona Pasqua, che molto umilmente Le ricambio toto corde.
E La ringrazio, Eccellenza di tutto, di tutto.
Vostra Eccellenza è diventata oramai, nella Sua squisita carità, il Procuratore Generale in Roma di questa umile Congregazione.
Che Iddio La ricompensi!
Trovo qualche difficoltà per ottenere il Congedo Militare ad un mio Religioso di anni 29, della Provincia e Distretto di Roma, il quale, (come da accordo intervenuto tra il Senatore Schiapparelli, Presidente della Associazione Nazionale dei Missionari Italiani e me) deve partire con altri tre miei Religiosi per la Palestina imbarcandosi il 20 corr. a Brindisi. Essi vanno per la colonizzazione agricola del Monte delle Beatitudini e della Moltiplicazione del Pane sopra Cafarnao; ma vanno pure per fare opera di buona penetrazione di fede cattolica e anche di italianità, di buona italianità.
Il Congedo gli è necessario per ottenere il Passaporto.
Egli è un Religioso laico, è un lavoratore della terra, veste in borghese, ed è di Sant’Oreste al Soratte, (prov. di Roma).
È con me dal 1920.
Il motivo che adducono per non dargli il Congedo è perché, (dicono), non risulta dove fu negli ultimi mesi del servizio milita re. Si chiama Cenci Francesco.
Lo mando a Roma all’Ufficio della Italica Gens, (Via Venezia 15), istituzione Nazionale presieduta pure dal Senatore Schiapparelli di Torino, la quale è incaricata per le pratiche del passaporto de’ miei Missionari.
Tuttavia oggi ero in pensiero nel timore che, qualora non si riuscisse ad ottenere presto il Congedo, il detto Missionario non potrebbe avere il Passaporto né partire.
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Egli viene a Roma domani stesso, per chiarire e dimostrare dove fu a prestare servizio negli ultimi mesi che fu sotto le armi.
Gli dirò che, se trovasse lungaggini burocratiche, e vedesse che gli andrebbe a monte la partenza (è pel 20 corr. da Brindisi), si rivolga alla carità di Vostra Eccellenza Rev.ma, che vedo bene che è diventata tanta parte della nostra Provvidenza in Roma.
Caso mai Le presenterà una mia parola.
Voglia Ella scusarmi di tanta libertà.
Mi trovavo in imbarazzo, ed ecco giungermi la cartolina di Vostra Eccellenza che mi aperse il cuore alla speranza.
Sa, Eccellenza, chi ho conosciuto a Genova il 18 e 19 Marzo? Niente meno che una delle Sue Figliuole, essa si degnò di venire tra i miei cari poveri.
La Divina Provvidenza m’ha dato a Genova tanti poveri: sono quelli rifiutati o che non possono trovar posto negli altri Istituti, e la bontà di Nostro Signore li ha dati a me. Ed ora vanno crescendo, e Deo gratias!
Si degni pregare per me e mi benedica; e per quella tal grazia, stia lieta in Domino, ché tutto andrà com’è nei santi desideri del Suo Cuore.
Suo umile servo in Gesù Cristo e Maria SS.
Sac. Orione Luigi
della Divina Provvidenza