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[Da Copia dattiloscritta e da copia manoscritta di altra grafia]
Anime e Anime!
Buenos Aires, 30 ottobre 1935
Calle Carlos Pellegrini 1441
Ai cari Sacerdoti e chierici, che, animati da spirito di carità e di apostolato, stanno per partire per il Sud America.
Cari miei figli in Gesù Cristo, siate voi benedetti! ché ,non per amore di umano guadagno né per vana fama terrena, lasciate la Patria e i parenti, ma per l’amore di Gesù Cristo, per guadagnarvi sempre più Cristo, e guadagnare anime al Signore, voi venite! E venite solo per dare gloria a Dio e consolazione alla Santa Chiesa e al cuore del Papa e dei Vescovi, colla ferma volontà di consacrarvi a portare alla Fede, alla Chiesa, all’amore del Papa e dei Vescovi anime e anime! Siate Voi benedetti! Io vi sto aspettando e, qui e in Brasile, i vostri fratelli vi aspettano, e molto da Voi mi aspetto, per la grazia di Dio, che, certo, Vi conforterà. - Pregherò per Voi, che possiate fare un buon viaggio. Cacciate via ogni malinconia: venite contenti e con cuori generosi: Dio é con noi! Uno dei Sacerdoti discenderà al Brasile, ma io lo rivedrò presto al Brasile. Mettetevi nelle braccia della Santa Madonna: Ave Maria e avanti! Vi benedico tutti e ciascuno e Vi abbraccio in Gesù Cristo.
Vostro aff.mo come Padre nel Signore
Sac. Giovanni Luigi Orione
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A bordo dell’Augustus, 11 Giugno 1968
Rev.mo Superiore Generale Don Giuseppe Zambarbieri.
Dopo 37 anni di Missione in Brasile ritorno in Italia, invecchiato dalla fatiche, dai dispiaceri e dalla nostalgia per il lungo esilio.
37 anni or sono (Novembre del 1935) io e altri miei compagni, benedetti da Don Orione, siamo partiti pieni di entusiasmo per servire Dio nelle anime e la Congregazione e il Santo Fondatore a ciascuno di noi, come un legato di ordine e di disciplina, ci ha consegnato uno scritto che sempre ho conservato come una bandiera e un motto: Voi partite non per l’umano guadagno ma per dare gloria a Dio e alla Sua Chiesa.
Il Vescovo di Victoria (Estado de Espirito Santo) Mons. Luigi Scortegagna aveva chiesto aiuti di sacerdoti a Don Orione che si trovava a Rio, per la sua vasta Diocesi senza preti e io fui ceduto “pro tempore”, ma infelicemente, come la colomba biblica poi.... non ritornai più e di questo me ne pento e me ne dolgo amaramente davanti a Dio, davanti a Don Orione e davanti ai fedelissimi miei compagni di studi, di sacerdozio e di congregazione.
In questi 37 anni fuori della Congregazione, se ho potuto fare qualche cosa di benevolo devo allo spirito di Don Orione che ho succhiato come latte materno in tanti anni, che sono rimasto con lui a Tortona, e se io mi son conservato anche fuori dell’Arca, sacerdote in piedi e pronto in ogni lotta, nel nome di Dio, lo devo al ricordo che ero un orionino e non potevo macchiare il suo nome, la sua memoria e gli esempi da lui ricevuti.
Nella solitudine della giungla, nelle lotte della coscienza, nei pericoli dell’anima, nelle decisioni più dubbiose, nelle malattie del corpo, nei lavori più ardui, nelle stanchezze della vita, nel lo scoraggiamento tormentoso, affiorava in me la visione del Padre buono che mi sorrideva e mi confortava. Ne sia Lui sempre bene detto.
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Deus escreve direito por linhas tortas dice un proverbio brasiliano. La vergogna di ritornare in mezzo a tanti sacerdoti buoni che ho lasciati in Italia, la vergogna di aver disertato mi hanno indotto a scrivere a nessuno per, nel silenzio e nell’oblio, affogare la mia colpa; ma in questi lunghissimi anni, dovunque sono stato, ho predicato Don Orione e la sua Opera, dovunque ho portato nel cuore Don Orione, per me tradito e il suo pensiero era una fiammella sempre accesa e alimentata non con olio puro e raffinato, ma con olio torbido e impuro dovuto alla mia diserzione. La fiammella arde ma non di vivissima luce.
La vita di Don Bosco é un filone d’oro ci diceva e la sua vita è un paradiso di bontà e speranza, é un cielo aperto alla predestinazione per quanti l’hanno conosciuto e lo conosceranno nella divozione e nell’orazione.
Carissimo Superiore, come la donna che prima di dare alla luce si nasconde e rimane in casa vergognosetta, ma dopo il lieto evento vorrebbe aprire le finestre e mostrare a tutti il suo bimbo, così io, facendomi vivo in questa lettera, apro la finestra della mia vita e dico a quanti mi hanno conosciuto nella Congregazione: sono qui di nuovo; i miei lunghi anni nelle Missioni come padre secolare, i miei sacrifici inauditi, la mia povertà , il disprezzo alla famiglia, l’abbandono della Patria mi hanno redimito la colpa e nel cuore e nella vita lo spirito di Don Orione non si spense come un ideale che non muore.
Ringraziandola benevolmente mi raccomando alle sue preghiere e le bacio le mani che sono una continuazione della mani di Don Orione.
D. Antonio Cricenti
Rettore Chiesa di
S. Maria di Betlemme
a Chiaia
Napoli
tel. 39 45 35