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[Da fotocopia di originale di D. Orione]

(Timbro: Arch. Secr. Apostol. Vaticanum)

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 Roma, il 15 Marzo 910


Ven.mo Monsigr. Canali,


Dovendo partire, ho detto jeri sera a Sua Eminenza che avrei riferito a Lei, dopo aver avuto oggi maggiori notizie circa una Associazione pel Mezzogiorno, di cui prima aveva avuto sentore in senso vago.

Sono in grado di dare più larghi e sicuri particolari.

L’Associazione é stata veramente già costituita, lo seppi dalla Contessa Spalletti, che ne é fautrice e che ho potuto oggi interrogare, avendomene essa accennato jeri.

Mi pare sia tale Associazione da costituire un grave pericolo per la Chiesa, specialmente in Calabria.

Essa è formata di uomini di varie religioni, ed è presieduta in apparenza dal Barone Franchetti, ebreo, ma, moralmente, chi muove tutto sono Fogazzaro e il Duca Tommaso Scotti.

Essi contano redimere il Mezzogiorno d’Italia dalla superstizione, ed educare il popolo al bene.

Stasera, trovandomi da S. Eminenza Rev.ma il Card. De Lai, ho stimato buona cosa fargli conoscere questo nuovo piano di guerra che si prepara per quelle Diocesi, anche per essere autorizzato ad avvertirne subito Mgr. Arcivescovo di Reggio. Tanto più che ho sentito partirà in questi giorni per la Calabria quel Conte o Marchese Alfieri che pubblicava a Milano il Rinnovamento.

Vi sono tutti quelli che erano a Milano, e vogliono stabilirsi a Palmi, e fare un lavoro di parecchi anni.

Forse ci sono anche Signore, ma non potei sapere chi sono.

Così la Spalletti disse che questo é il principio di un’opera più vasta, ma non volle spiegarsi. Aggiunse che ci sono dei cattolici che li ajuteranno da Napoli col Corriere, loro amici;













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ma non fece nomi; ho capito che aspettano ajuto dal Corriere d’Italia.

C’è l’Onor. Chimirri molto contrario a questo movimento; questo uomo è l’elemento più sano e più nostro del Patronato, egli si vede che capisce dove vogliono andare.

Tenuto conto della cultura, della disciplina ecclesiastica e dello spirito e vita sacerdotale del Clero della Calabria e di parte della Sicilia, questo lavoro, che vorrebbero fare per parecchi anni, già tanto esiziale in sé per le loro dottrine, temo grandemente porti ad una vera ruina pel Clero di quelle parti.

Non hanno parlato di venire in Sicilia, ma li aspetto; già alcuni tentarono disturbare il lavoro dei primi mesi a Messina.

La Spalletti, vedendomi contrario, non si é spiegata di più, ma ho avuto anche l’impressione che siano favoriti o dal Governo o da qualche gran ricco.

Confido che la Madonna SS., la Quale ha liberate quelle terre da tante eresie orientali, ed ha fatto di Messina la rocca della Fede nei tempi passati, ci darà forza e grazia di difenderla la nostra S. Fede anche dalle eresie presenti.

Mi voglia ossequiare profondamente Sua Eminenza Rev.ma a cui bacio la S. Porpora, ed Ella, Caro Monsignore, gradisca i miei ossequi, e preghi per me.

Suo dev.mo Servitore in N. S. G. C.


Sac. Luigi Orione

dell’Opera d. Div. Provv.za



P. S. Le scriverò in merito a quanto ella mi disse, considerata bene la cosa, sul posto.