V107T056 V107P084


[Da Copia dattiloscritta; fondo Archivio della Segreteria di Stato]



45043 Reg.





MEMORIALE





Parte 1.a






Messina, Giugno del 1910













Sac. Orione














 V107P085


[Da Copia dattiloscritta fondo Archivio della Segreteria di Stato]


 +


La Pro - Zancla e il gruppo dei malcontenti di Messina


La lettera del Cav. Freni non mi pare una buona lettera.

La Pro - Zancla fu trattata come la Fortitudo di Reggio C., e forse meglio. Ho tardato a rispondere anche perché, dovendo andare a Reggio, ho voluto vedere la palestra data alla Fortitudo, e l’ho fin misurata, ebbene, posso ora assicurare che questa della Pro - Zancla e tale e quale, con la differenza che qui vi e più terreno, ed è in posizione più adatta; qui si é certamente dovuto spendere di più: il terreno per la Fortitudo fu donato a Mgr. Cottafavi dalle Salesiane dalle Salesiane, - questo dovette invece essere acquistato dal Genio Civile, e fu ben pagato: la palestra di Reggio sorge su d’un rialzo ed é solo difesa da un muriccio: questa é stata cinta da muro alto non meno di due metri, e da alto assito.

Alla Fortitudo Mgr. Cottafavi diede, per incoraggiamento, una somma affinché prendesse parte al Congresso Sportivo di Milano, e ugualmente fece con la Pro - Zancla; al Cav. Freni diede pure, da molti mesi, me presente, lire 2500, onde acquistasse attrezzi ginnastici per la Pro - Zancla, - somma uguale a quella data alla Fortitudo.

È bene prendere nota che di queste lire 2500 il Cav. Freni non fa affatto cenno nella sua al Signor Conte di Carpegna, anzi apparirebbe che la Pro - Zancla nulla abbia avuto. Invece la Pro Zancla poté, in qualche modo, sistemarsi col terremoto; non aveva

























 V107P086


palestra propria, - si valeva di quella del Comune, - ed ora l’ha, ed e la più bella che sia finora in Messina: non aveva che pochi attrezzi, tutti recuperati, ed ora ne avrà di nuovi, e questo deve al Papa, e a Mgr. Cottafavi, che la prese in considerazione.

È necessario conoscere che tra la Pro - Zancla e la Fortitudo c’è un malinteso antagonismo, antagonismo che è d’uso tra città e città da queste parti: c’è tra Messina e Palermo, c’è di più tra Messina e Catania, e più forte tra questa e l’altra sponda, tra messinesi e calabresi, e tanto più ora che sempre Reggio sia risorta più presto e meglio.

A questo si aggiunga che il Cav.r Freni mi pare incline a lagnarsi: ha come un bisogno di mormorare; è da tempo che vado con dispiacere osservando in lui che quando ha finito con uno, comincia a battagliare con un altro; ci sono certi caratteri fatti così. - Ora poi egli sa che le sue querimonie suonano gradite a un gruppo di questo Clero, il quale, o per rifarsi di tanta assenza e inerzia, o, forse, per ignoranza delle cose, da qualche tempo va facendo della maldicenza quanta se ne può fare sul modo onde é ripartita la beneficenza del S. Padre, - quasi la Calabria sia stata meglio trattata di Messina; e pare ci si siano messi di proposito, tanto che anche il giornaletto cattolico locale, che é in mano di questo gruppo ed é sussidiato da Mgr. Cottafavi, pur nell’ultimo numero, facendo gli auguri a Mgr. Arcivescovo, trovava modo, nello stesso articolo, di dare frecciate assai sanguinose, si che Zileri e Cottafavi se ne ebbero vivamente a risentire. Finora é un malumore sordo, fra poco, se non ci si provvederà, é gente capace di fare anche pubblicità scandalose; non potendo prendersela col Papa, battono Mgr. Cottafavi e il Conte Zileri, e quei poveretti che sono qui col desiderio di fare in Domino un po’ di bene.

Questo po’ di clero malcontento si sente anche un tantino umiliato di vedere continuare a star qui due Sacerdoti forestieri, e, per di più, dell’alta Italia: Don Albera, che ha in mano la parte























 V107P087


materiale: chiese, canoniche e il denaro per le riparazioni, e che controlla i lavori, e veglia che non si mangi sui danari della S. Sede; e l’altro che ha, o dovrebbe avere, la parte morale, la parte forse più odiosa e che, ratione ufficii, deve richiamare e rivedere molte cose; qui alle cariche poi ci tengono assai assai, é come prenderci il sangue.

Ma, tornando alla Pro - Zancla, se essa ebbe quanto la Fortitudo, perché mai il Cav.r Freni si lagna e dice che le condizioni che le fanno sono inaccettabili?

Ecco: egli vorrebbe altro terreno vicino, con altro padiglione, che da Mgr. Cottafavi, d’accordo fin da principio con Mgr. Arcivescovo, è stato destinato per Oratorio Festivo, o acquistato a questo scopo. - A parte che ciò creerebbe differenze di trattamento e noje al Delegato Pontificio nei rapporti con la Fortitudo; ma, le gravi difficoltà di trovare ora a Messina aree espropriate nella zona fabbricabile, non lo permettono: per avere le aree che abbiamo, si é dovuto sudare, e lavorarci attorno mesi e mesi, e col Prefetto e col Genio Civile; e nessuno di questi bravi signori si mosse mai a darci una mano d’aiuto: gridavano che non ci si dava la palestra, che Messina era dimenticata, ma non si muovevano di li.

Al piano Mosella, dove sorge la Pro - Zancla e c’è l’altro terreno e padiglione agognato, abbiamo il grosso della nuova Messina, forse 50.000 abitanti, bisognava pure pensare per l’altra gioventù; - la Pro - Zancla alla fine, non raggiunge i trenta membri, a dire tanto, e quando il Cav.r Freni scrive 75, sa di dire cosa non vera.

Il Cav.r Freni mi diceva che sono incompatibili due istituzioni cattoliche giovanili vicine; sono vicine, ma saranno del tutto separate da un buon assito, ed egli lo sa: i lavori sono in corso. L’ho pregato che cessasse dal seminare zizzania, e che almeno facesse prima un esperimento che le due istituzioni potevano, dovevano anzi aiutarsi e completarsi a vicenda; ma non
























 V107P088


se ne fece nulla, e continua a sparlare di Mgr. Cottafavi e di altri così che anche alcuni suoi giovani, disgustati, si vogliono staccare da lui; e sono io che li ho fermati per ora, affinché non gridasse che attento alla vita della Pro - Zancla. Gli ho anche detto che in alta Italia abbiamo in parecchie città , dove l’azione cattolica é più sviluppata, più istituzioni raggruppate in un medesimo locale; e che ciò, per molti riguardi, giova, specialmente per l’unità di governo; e qui a Messina urge questa unità di comando, perché tutti hanno l’ambizione di comandare e di fare da loro, e così non concluderanno mai.

Qui, spesso, i sodalizi cattolici si odiano cordialmente tra loro; così il Circolo San Tommaso dei giovani Studenti di Liceo e Università, non numeroso, ma di sicuri principi, e la Pro - Zancla non si parlano ché per ingiuriarsi, né il terremoto valse ad affratellarli. Freni forse teme che io là vicino porti questo Circolo, il quale finora fa vita randagia, non essendosi ancora potuto avere il terreno adatto per erigere il padiglione delle Associazioni Cattoliche.

Altra ragione per cui il Cav.r Freni si agita tanto é il timore, io credo, di avere un vero Assistente Ecclesiastico, e che questo Assistente possa essere io, o uno dei miei Sacerdoti, come gli scrisse Mons. Cottafavi; egli non volle mai avere ombre, e diede molti dispiaceri all’Autorità Ecclesiastica. Io non mi ci sarei messo, anche per evitare di trovarmi eventualmente, a tu per tu con loro; ma, certo, desidererei vederci qualcuno con gli occhi aperti, prudente, e che non si lasciasse rimorchiare; poco giova la ginnastica, se manca la vita cristiana, e mi si dice che parecchi della Pro - Zancla neanche sentano Messa alla festa, e altro mi si disse.

Alcuni mesi sono seppi che la Pro - Zancla doveva fare le elezioni delle cariche, e così capitai in quel locale dove erano e dove ho anche da fare, e vidi le cose un po’ da vicino, vidi che di Assistente Ecclesiastico non ce n’era; che























 V107P089


erano sedici o diciotto giovani con Freni, e facevano tutto da sé. Il Cav. Freni mi disse più

volte che loro Assistente era un parroco di qui, a nome Don Giovanni Chillè; ma io non ci ho mai potuto credere sul serio, aveva troppi motivi in contrario. Quando mi giunse la lettera di fr. Biagio, io doveva pure assumere informazioni.

Sua Eccellenza Mgr. Arcivescovo, per discorsi antecedenti fatti, sapeva che non mi avrebbe potuto soddisfare.

Per avere precise notizie della Pro - Zancla e sapere il netto della cosa, e chi chiamare responsabile dell’atteggiamento del Cav.r Freni minacciato, cioè ché essa avrebbe lasciata la confessionalità, e passato ad altro campo, domandai a Sua Eccellenza Mgr Arcivescovo chi veramente ne era l’Assistente Ecclesiastico; eravamo soli; Egli mi disse che era il Parroco Chillè Don Giovanni. - Allora andai da questo Parroco e vi andai subito, poiché aveva motivi di temere che dall’Arcivescovado, il Segretario di Mgr. Arcivescovo o altri, tentasse di tagliarmi i passi e di impedire le mie indagini, come già fecero altre volte, e per cose gravissime di ufficio.

Infatti io ritornava appena dal Parroco Chillé, il quale mi disse che egli non ne sapeva nulla e mi rilasciò la dichiarazione negativa che allego (n 1), quando incontrai il Cav.r Freni il quale andava pure dallo stesso Parroco, e vedendomi divenne pallido; io capii tutto, ma non mi meravigliai; ho visto farmene tanti giochetti in questa povera Città.

Il Cav. Freni interrogò il Parroco se io gli aveva richiesto se fosse lui l’Assistente Ecclesiastico della Pro - Zancla, e quali altre domande; e avendo sentito che era proprio così, e che il Parroco non aveva potuto rispondere alle mie domande, perché non lo era mai stato loro Assistente, egli il Cav.r Freni, voleva condurlo subito in Arcivescovado. E questo venne a dirmelo un po’ dopo tutto spaventato, lo stesso Parroco, il quale però mi
























 V107P090


confermava tutta la verità di quanto aveva dichiarato per iscritto, e mi domandava che dovesse fare.

Gli ho risposto che, se chiamato dall’Arcivescovo, andasse subito, e non temesse, dicesse la verità. Dopo evitai di interrogarlo, poteva parere poco delicato, e, per altro, io ne aveva a sufficienza.

Si vede però: 1 che, anche ci fosse stato di nome, di fatto la Pro - Zancla era senza Assistente Ecclesiastico: egli stesso ignorava di esserlo. 2 - che, in poche ore, c’era già stato in Arcivescovado tutto un armeggio sott’acqua, e una chiamata di Freni, e che questi sapeva ciò che a suo riguardo era passato tra l’Arcivescovo e me; - e se io non era più che svelto, mi avrebbero impedito di conoscere la verità, e mi avrebbero esposto al dileggio e alle beffe e del Cav.r Freni e dei giovani della Pro - Zancla.

Ora, se sono a questo posto, e sinché sono a questo posto ho una responsabilità morale gravissima, non mi si dovrebbe fare nel compimento dei miei doveri un ostruzionismo come purtroppo mi si è fatto sin qui: nessuno dovrebbe mettersi tra l'Arcivescovo e me, o tra me e la Diocesi; altrimenti come si può continuare?

Questo Cav. Freni poi sa che ora mi sono un po’ orientato, e che devo conoscere molte, troppe cose di lui, prima e dopo il terremoto.

Nei mesi subito dopo il disastro egli cercò già ingannare la Società della Gioventù Cattolica, inviando a Roma una lista di nomi di giovani dei quali un terzo non esistevano, erano nomi fittizii; e credeva mandassero a lui la somma dei sussidi da distribuirsi. Ma egli o non tenne copia della nota dei nomi, o la smarrì, e allora si trovo negli imbrogli.

La somma, invece che a lui, fu inviata a P. Mistretta, e questi, che già conosceva Freni, non gli rimise il danaro da
























 V107P091


distribuire; ma volle distribuirlo lui. - E un bel giorno si accorse che il Cav.r Freni gli portava davanti dei giovani raccogliticci, e che non corrispondevano al nomi della nota; (P. Mistretta, con i sussidi, aveva ricevuto da Roma la nota dei nomi); e Freni cercava di carpire a Padre Mistretta i nomi, e di applicarli ai presenti, già da lui catechizzati; il danaro forse si faceva poi a metà, ma di sicuro questo non lo so. Mi raccontò poi P. Mistretta che accadde ad un giovane che dovendo firmare la ricevuta, titubava nel firmare, e non sapeva come firmare, non ricordava più il nome finto, e voleva saperlo da P. Mistretta. P. Mistretta capì, e il giovane confessò la cosa, ed era presente il Cav.r Freni, che venne fatto uscire da P. Mistretta con una parola e un’occhiata molto eloquente.

Comunico a Vostra Eminenza Rev.ma una lettera di questi giorni che mi sono fatta inviare dallo stesso Padre; Mistretta, dove egli parla di questa brutta faccenda di nomi fittizii, della somma che dovette rimandare a Roma.

Come ho scritto a fr. Biagio non credo che la Pro - Zancla passi ad altre file; ciò che fa pena veramente é vedere un uomo già coi capelli grigi e che dovrebbe essere guida seria e religiosa a questi poveri giovani, sparlare con loro in modo indegno dei Superiori Ecclesiastici. Il Cav.r Freni, nella sua lettera al Sigr. Conte di Carpegna vuol far credere di non poter  impedire che la Pro - Zancla lasci la confessionalità e che vengano scandali, mentre, pur troppo, é lui che in gran parte li fomenta. La lettera però, nella forma, non é sua, egli non sarebbe capace di scrivere così: essa é stata stesa da ben altra persona. Ora io dal Cav.r Freni sono un po’ preso di mira, eppure sento di avere fatto, con l’ajuto di Dio qualche cosa per essi. Ho condotto le lunghe pratiche per avere il terreno: l’ho fatta trattare bene la Pro - Zancla dai

























 V107P092


miei, quando passò a Roma, in viaggio per Milano: li ho fatti andare questi giovani da Milano a Monza, dove passarono una giornata felice, e furono ben trattati da quei amici: ho scritto a Roma al Conte di Carpegna e a fr. Biagio per avere qui il Congresso Nazionale delle Associazioni Sportive cattoliche: ho aiutato con danaro più volte, e con raccomandazioni alcuni di essi; é vero, forse poteva fare di più ma, aiutandomi il Signore, io non mi ritiro, e farò quanto potrò anche in avvenire per essa, qui o altrove, io ho già dimenticato tutto.

Fratel Biagio mi domanda, nella sua, cosa si potrebbe rispondere. La risposta mi parrebbe semplice poiché, dopo quanto ho esposto si può assicurare questa Società Sportiva che nulla fu dato di più e di meglio alla Fortitudo di Reggio Calabria, di quanto venne dato in palestra e in danaro alla Pro - Zancla; e che vedano di non smarrire del tutto la diritta via.