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[Da fotocopia di originale di D. Orione]
(Timbro: Arch. Secr. Apost. Vaticanum)
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Messina, il 10 Aprile 1911
Eminenza Rev.ma,
In questi giorni venne a Messina la Contessa Spalletti, la quale partì jeri per Palermo. Essa non riuscì a fondare qui la sezione delle Donne italiane, e fu una vera grazia del Signore. Andò anche a Reggio Calabria, ma potei preavvisarne quell’Ecc.mo Arcivescovo e avvertii pure l’Emin.mo Card. Lualdi del pericolo e credo che anche a Palermo farà poco o niente.
A Messina si sta organizzando l’Unione fra le Donne Cattoliche, e presto spero verrà la Principessa Giustiniani, che già si offerse.
Pel bene degli orfani e trovandomi quest’anno qui, non credei conveniente partire da Messina al venire della Spalletti, pure tenendomi al mio posto e con ogni riserbo, e non accettando alcun invito in suo onore.
Nostro Signore veramente mi assistette, poiché con questa brava gente io cammino come tra il fuoco. Potei così fare constatare alla Contessa il fallimento delle sue istitutrici laiche da essa inviate qui all’Orfanotrofio del Villaggio Regina Elena. Pare che sia venuta giù già convinta di ciò, pei gravi dispiaceri che mi confesso aver passato a Roma per l’Istituto da essa laicizzato in Via del Colosseo, insieme con la Chiaravoglio, la figlia dell’Onor. Giolitti, Istituto che, per ordine della stessa Regina, verrà in fin d’anno liquidato; prima era retto da Suore, e detto delle Mendicanti.
Mi in caricò quindi di trovarle delle Suore a cui affidare l’Orfanotrofio femminile della Croce Rossa che si aprirà presto qui, e mi parlò delle Suore d’Ivrea. Io non conosco queste Suore, e le domandai chi era che gliele aveva proposte, e mi disse essere stato il Senatore Cavasola già Prefetto a Napoli. - Ho pregato Mgr. nostro Arcivescovo che volesse subito
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scrivere all’Em.mo Cardinale di Torino, che fu Vescovo di Ivrea per avere le opportune Informazioni.
Tuttavia, se mai Vostra Eminenza, che certo le conoscerà , non le credesse così atte, si degni, La prego, di avvertirmene, e mi usi la carità di suggerirmi qualche Istituto di buono spirito, e atto, a cui rivolgermi.
La Spalletti mi incaricò pure di mettere le Suore in un altro vasto e bellissimo Orfanotrofio femminile già pronto a Reggio; ne ho scritto a S. Eccell. Mgr. Rousset, e Lo vedrò anche domani e dietro Suo suggerimento vi metterò le Suore della Carità che a Reggio fanno già tanto bene.
Per questo po’ di bene ho trovato forti ostacoli, ma il Signore mi aiutò. Con la Spalletti venne in Messina anche quell’Alfieri che scriveva il Rinnovamento modernista a Milano. Egli si stabilì a Villa San Giovanni con altri fogazzariani e modernisti. Non so quanto ci possa essere di vero, ma egli, parlando, disse di essere tutto intimo di un certo P. Gazzola, che é a Livorno, e di avere bravi amici tra alcuni Professori del Seminario di Milano.
Però la ragione precipua per cui sentii doveroso informare Vostra Eminenza, a bene della Chiesa e delle anime, e questa: la Contessa Spalletti disse che anche a Reggio si farà un Istituto per Orfani, e lasciò capire che vorrebbe chiamarvi a dirigerlo P. Semeria, anzi ebbi l’impressione che già vi siano come degli accordi.
Così, dopo aver dato a P. Ghignoni i mezzi finanziari di mettersi a Venezia ad educare dei giovani, come già riferii, metterebbe ora a Reggio Calabria P. Semeria, dando anche a questi dei giovani da formare. Ciò sarebbe grave, ed io non glielo nascosi. Sarebbe un male in calcolabile per la Calabria e anche per Messina, dove si fa già tanta fatica a tenere su il Clero, e dove qualche giovane professore di Seminario zoppica già in fatto di idee, tanto che nello stesso giornale diocesano uscirono due articoli niente belli sul Fogazzaro, incielandolo, senza riserve.
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P. Semeria, venendo in Calabria, vi troverebbe Gallarati Scotti, Alfieri, Malvezzi, che hanno posto la sede della loro propaganda a Villa S. Giovanni: ci mancherebbe ancora P. Semeria.
Il pericolo, é vero, non é così prossimo ma il proverbio dice: principiis obsta, e quindi credei prevenire V. Eminenza Rev.ma.
Le bacio con venerazione profonda la Sacra Porpora, e imploro la carità delle Sue orazioni.
Di Vostra Eminenza Rev.ma
Umil.mo Obbl.mo Servo in G. C.
Sac. Luigi Orione
della piccola Opera d. Div. Provv.