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[Lettera di Don Orione, dell’anno 1934, ritrovata nell’Archivio - Curia, il giorno 9 gennaio 1965 per Sua Ecc. Rev.ma e consegnata da Sua Eccellenza Mons. Rossi a Don Zambarbieri al Santuario della Guardia il 10 Marzo 1968, in occasione della S. Messa per il 28 anniversario della morte di Don Orione - In fede Sac. Giuseppe Zambarbieri F.D.P.]


Obra de la Divina Providencia

Victoria F.C.C.A.


 Victoria, 16 Ottobre del 1934

Scritta un’ora prima della partenza del piroscafo


Mio buon Padre in Gesù Cristo,


Iddio sa quante volte al giorno penso a Vostra Eccellenza Rev.ma.

Non sono più venuto a rivederLa perché non avrei saputo resistere senza piangere, perché, già quando venni ad ossequiarla, avevo dovuto fare su di me il più grande sforzo per contenermi e non commuovermi, tanto più vedendoLa su codesto letto.

Continuo a pregare e far pregare per V. Eccell.za questi miei cari Sacerdoti e Chierici e anche tanti ragazzi che abbiamo qui (280) che conoscono Vostra Eccellenza e La amano come il nostro Vescovo.

Per me uno de’miei più grandi dolori oggi é di saperLa malata ancora e di essere lontano.

Il “Conte Grande”, che mi ha portato qui oggi ritorna, ma anche questo Suo figliuolo, o caro Eccellenza, ritorna anche lui, ritorna e viene a Lei col suo spirito e con tutto il suo cuore, ritorna e viene al Suo letto a baciarLe le mani e pure anche i piedi, - come avrei tanto desiderato baciarLe i piedi quando sono venuto, prima della partenza.




















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Solo Iddio sa quanto ho sofferto allora di non poterLe dir tutto, di non averLe detto nulla di quanto sentivo, perché anche le pietre e le pareti della Sua camera avrebbero pianto o caro e venerato mio Vescovo!

Il Signore La conforti, mio buon Padre in X.sto, e Le sia di qualche consolazione il sapere che, nei passati giorni del grandioso Congresso Eucaristico, sempre La ho portata con me ai piedi di Gesù Sacramentato, sempre ho avuto presente Vostra Eccellenza nei momenti più solenni e più santi!

È stato un grande trionfo di Gesù Eucaristia, un trionfo di cui penso non vi sia stato mai l’uguale, né che forse tale si vedrà mai più!

Oh quanto é grande il Signore! Quanto é misericordioso il Signore!

D’ora innanzi voglio essere tutto del Signore: voglio vivere pieno di confidenza nel Signore: voglio consumarmi di amore pel Signore! - Voglio buttarmi in Dio, - per quanto misero sono, e certo che Gesù Carità non mi lascerà in terra, quantunque io sia fango e miseria, ma mi raccoglierà nel Suo seno.

Ora mi par di conoscere di più quanto é buono il Signore, non voglio lasciarmi perdere di coraggio e di confidenza, voglio vivere e morire a Lui pienamente abbandonato.

Preghi per me, mio buon Vescovo e Padre e si degni di benedirmi. Benedica a me e a tutti questi miei: qui ho trovato tanti cari figli: sono venuti fin dalla Pampas, secchi e anneriti dal sole e dalle fatiche, poveri miei figliuoli! questi sono anche i Suoi figli, o mio buon Padre, - li benedica: la benedizione del Signore passa i mari e le lontananze. Ho trovato tanti ex alunni che mi hanno abbracciato piangendo, e mi hanno assicurato di aver mantenuta la Fede e la vita cristiana. Oh! che grande consolazione é stata per me!

Eccellenza, se ne consoli anche Lei, e, intanto che é vivo, faccia più bene che può a codesta alla Piccola Opera della Divina Provvidenza,























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e non voglia toglierle ciò che un Santo Papa le ha dato, ché, se continuerà ad esserci Padre, farà una morte molto consolata, e ne avrà grande mercede nella vita eterna.

Sa, Eccellenza, chi pregherà per Lei, dopo la Sua morte? i poveri figli della Divina Provvidenza! essi La ricorderanno ancora, essi sempre pregheranno per Lei!

Non tema che io prenda troppa preponderanza in Tortona: Ella sa, o mio buon Padre, che mai ci siamo intromessi nel governo della Diocesi, né direttamente né indirettamente; solo quando V. Eccellenza mi parlava di qualche Suo dolore, ho cercato di darLe un qualche conforto.

Eccellenza, con quell’amore di figlio con cui La ho sempre amata e servita, La supplico umilmente in Gesù Cristo e nella Santa Madonna di non voler morire così.

Ella sa che si é tentato coprirmi di fango, e di qual fango!

È da quattro anni che io sto aspettando una parola dal mio Vescovo di difesa: la calunnia ha così dilagato nella Diocesi e fuori, che fin i miei Chierici la sanno! Come ne hanno parlato Sacerdoti e laici. Ho sempre taciuto, ho sempre sofferto e pregato, ma non sono sasso né pietra si tratta del buon nome, e di ciò che un Sacerdote deve avere più caro: il suo onore.

Ci siamo rivolti alla nostra Chiesa e al nostro Vescovo...

Non ho mai chiesto processi: non voglio il male di nessuno, ma il bene di tutti: perdono a tutti, vorrei dare la vita per tutti.

In oratione, in silentio et in spe ho atteso pazientemente e con piena fiducia di figlio una parola del mio Vescovo e Padre, che dicesse: non é vero: dalla Chiesa mia di Tortona, che ho amato sempre e servito come si ama una Madre: la parola non é venuta.

O mio buon Padre, non vogliate morire così!
























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Lo so di essere stato trattato a quel modo perché ho sempre sostenuto il mio Vescovo: e Voi dovete pure saperlo; se mi fossi schierato con un certo gruppo, mai sarei stato vilipeso così.

Eccellenza Rev.ma e Padre mio in Gesù Cristo, il Signore vi ha ora data una occasione per restituire ad un vostro Sacerdote quel buon nome che si tentò togliergli, e dare alla Diocesi e a tutti un segno che il Superiore Vescovo ha mantenuto e mantiene alla piccola Congregazione e al sacerdote, che ne è a capo, tutta la sua stima, nominando alla Parrocchia di S. Michele un Sacerdote della piccola Opera. Con tale atto quanto bene farete! Quante cose vanno a posto! E Voi morirete tranquillo, o mio venerato e buon Padre. Deh! vogliate sentire nella voce e nella umile supplica di questo vostro povero figlio lontano tutto l’amore che lo ha sempre legato a Voi, fino al punto di vedersi coperto di disonore perché Vi fu servo e cane fedele.

Ciò che chiedo, lo chiedo nel Nome Santo di Dio e per la verità.

Vi chiedo umilmente perdono di questo sfogo, che esce da un cuore profondamente esulverato, ma sempre a Voi devotissimo ed aff.mo.

Pregate per me: perdonatemi se nel buttar giù questa lettera avessi detta parola men che rispettosa e umile e filiale.

Io sono sempre Vostro, ma, appunto perché sono sincero e vostro, o mio caro Vescovo e Padre, Vi supplico di non lasciare le cose così, di non voler morire così!

Vi bacio le mani con un amore che il Signore solo conosce: Vi supplico di benedirmi di avermi come l’ultimo sì, ma come il più affezionato dei vostri figli in Gesù Cristo e nella Santa Madonna


Sac. Luigi Orione

della Divina Provv.a


P. S. Ho scritto come il cuore gemeva e amava in Gesù Cristo Signor Nostro.