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Istituto Divin Salvatore
Via delle Sette Sale 22
Roma (102)
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Roma, 22 Sett.bre 1939
Caro e Venerato nostro Visitatore,
Il Signore sia sempre con noi!
Giunto a Roma seppi che V. Eccell.za era partita il dì innanzi per Subiaco, e che il telegr. inviatoLe da Tortona, era giacente a S. Ambrogio.
Sono stato, dunque, dal S. Padre che si degnò di accogliermi con particolare bontà: - tutta l’Udienza fu poi improntata a benevolenza veramente paterna, fu molto molto consolante.
Ho trovato, però, Sua Santità, assai accorata, per quanto sta succedendo e per quello di più che si teme; il volto rivelava profonde sofferenze, le espressioni, specie sui dolori della Polonia; sapevano di tanta tristezza, per quanto illuminate da grande fiducia nel Signore.
Mi si disse che deve fare penitenze particolari, come dormire per terra etc., rivolte a placare il Signore, ad abbreviare i giorni e le prove che la Chiesa e l’Europa attraversano.
Pur nella mia grande miseria, ho osato umiliare filiali conforti, ed ho promesso che tutti i Figli della Divina Provvidenza avrebbero pregato di più, che saremo più buoni, più secondo il Cuore di Dio e i desideri del S. Padre; - il Signore ci aiuti!
Avendo Sua Santità appreso che non ero riuscito, dallo scoppio della guerra, ad avere notizie dei nostri della Polonia mi disse di rivolgermi, per tramite della Segreteria di Stato al Nunzio di Berlino, dato che le nostre Case sono nel territorio in dominio dei tedeschi. E già di questa pratica sta occupandosi Mgr. Grano, della Segr. di Stato.
I 19 Polacchi che, - come Le scrissi, - non poterono continuare il viaggio, ed erano a Venezia, in attesa, data la piega degli eventi, li ho richiamati alle loro basi. Durante l’Udienza che
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durò 27 minuti ho cercato di evitare di parlare a Sua Santità della Piccola Opera, poiché ero andato unicamente per fare atto di omaggio e venerazione al nuovo Pontefice.
La conversazione andò molto lontana, e, nella Sua immensa bontà, mi disse di ritornare.
Ammise poi anche Don Risi e Don Opessi con grande affabilità. Sono uscito molto commosso e più infervorato ad amare di più e a servire con maggior fedeltà la S. Chiesa e Chi la rappresenta, Papa, Sacre Congregazioni e Vescovi, - questo spero di fare col divino aiuto, tutto affidato al Signore e alla Madonna SS.
Ho detto al S. Padre quanto Vostra Eccellenza ha fatto e fa per noi poveretti, e Gli ho chiesto una benedizione tutta speciale per Lei, ed Egli la diede amplissima, accompagnandola con parole di compiacimento e di particolare benevolenza. E Deo gratias!
A Roma mi tratterrei ancora qualche giorno, per attendere alla designazione del personale dell’Istituto S. Filippo e vedere qualche persona.
Ho visto Mgr. Di Gennaro; mi disse che quel Comm.re che tanto si interessa per Nicastro, andrà domenica laggiù per parlare del Ricovero vecchi col Podestà.
Dall’Arcivescovo di Messina nulla più ho saputo; se per fine mese non scrivesse, direi di mandare il Superiore di Reggio Cal. a ritirare i nostri quattro stracci, e a fare la consegna della Chiesa e Casa - baracca alla Autorità Ecclesiastica. - Attendo disposizioni da V. E.
Vista la situazione, molto mal sicura, e che certi titoli sono caduti abbastanza, ne accennano ad un rialzo, si penserebbe di investire qualche somma in terreni, un mezzo milione (ora in titoli),rimane però ancora una riserva almeno del doppio, senza quello che é in V., prima che succeda di peggio, - tanto più che ci si presenta un’occasione favorevole. Il terreno - come tutto - sarà certo aggravato di maggiori tasse, ma il terreno resta, e darà lavoro e pane ai nostri orfani. Posso fare?
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Mgr. Albera ha ancora offerta quella Villa Borgia presso Velletri, che sarei contento fosse visitata, prima, da V. E.
Ci si trasporterebbero i probandi che sono a S. Oreste, visto che a Grotte di Castro, fatto lo scavo fino a 31 metri, non si trova acqua, e poi ci sarebbe da fabbricare.
Bacio con venerazione e grato animo il S. Anello e La prego di benedire a me e a tutti.
Di V. Eccell.za umile e dev.mo in G. Cr. e M. SS.
Sac. G. Luigi Orione
dei Figli della Div. Provv.