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[Da copia dattiloscritta con aggiunte di pugno di D. Orione; vedere anche Vol. 63 pag. 83 una minuta a Caro Don Tessari]



Pequeño Cottolengo Argentino

Claypole F. C. S.


Copia


 3 febbraio 1937


Caro Don Tessari,


Il Signore ti dia la sua pace!

Ieri finalmente siamo venuti a conoscere dove ti trovi, poiché nella lettera che prima hai scritto a Don Orione hai posta la data, ma hai taciuto il nome del paese dove eri.

Tutti, che eravamo presenti alle parole di Don Orione, dovremo ben dichiarare che tu non sei stato affatto nominato, neanche lontanamente con circonlocuzione, e neppure egli parlò di Cuenca. Se vorrai essere semplicemente sincero, devi ammettere che nessuna allusione fu fatta alla tua persona; che se ti sei sentito toccato, era una luce che Dio ti mandava per farti conoscere il tuo stato, e se avevi sbagliato, avresti dovuto domandare perdono a Dio e al Superiore, e non fuggire. Quella fu una delle solite forti, ma paterne conferenze che sempre Don Orione ci fa nei momenti solenni durante o dopo gli Esercizi Spirituali, come tu sai. Fu una istruzione intima di Congregazione sul modo che dobbiamo comportarci coi giovanetti, basata sullo spirito e virtù che devono avere i Figli della Divina Provvidenza, secondo le nostre Regole, secondo il modo di sentire di S. Giovanni Bosco e di Don Rua sulla purezza, e di essi lesse alcune pagine. Si riferì poi ad un passo dell’Imitazione di Cristo e alle terribili parole del Vangelo, alla condanna che Gesù Cristo lancia contro quelli che scandalizzano i fanciulli.

Dicono che chi è in difetto è in sospetto, e tu hai preso che tutto fosse rivolto a te. E, invece di umiliarti, hai fatto il risentito, l’offeso, per dirti cacciato e andartene in quel modo. A tale passo ti ha trascinata la tua esaltata fantasia, la pazza di casa, e la tua già mala disposizione d’animo.

Poiché già a parecchi, durante l’anno, tu avevi detto che te ne volevi andare e sei fin giunto a fare le tue confidenze a












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qualche Suora, in Cuenca, dicendole che potevi andare a fare da Segretario a Monsignor Vescovo di Mercedes, che te lo aveva proposto, mettendo così in giro anche il nome del Vescovo.

E sei venuto agli Esercizi in ritardo, alcuni giorni dopo, senza neppure giustificarti. Per giustificare, invece, la tua fuga, bisognava far dire al Superiore ciò che non ha detto, cercare uno scandalo! E pensare che egli è che ti ha fatto sacerdote, egli che più volte ti ha rialzato e confortato a far bene, e ti a messo a Cuenca proprio per animarti, dandoti un posto di fiducia! E tutto quello che, ultimamente, hai fatto, lo hai fatto sapendo che egli era malato, e di mal di cuore: riflettilo bene. Né puoi dire che non sei stato aiutato e assistito, poiché durante l’anno scolastico hai avuto ben due ispezioni, e anch’io ti ho scritto, per incarico del Superiore, dopo la mia visita. Nessuno ti può desiderare in Congregazione con codesto tuo spirito, però tu sei ancora nostro Religioso, - e hai i voti perpetui. Onde, sino a che non giunga da Roma la dispensa, tu sei tenuto alla loro osservanza e a fare vita comune in una Casa della Congregazione; e sei obbligato a risiedere nella Casa che ti è designata dal Superiore. Ora, poiché ti sei rivolto a me, ho l’incarico da Don Orione di farti conoscere che, sino alla dispensa dei Voti, e alla tua incardinazione in una Diocesi, colla previa licenza della competente Congregazione Romana, egli ti lascia libero di scegliere di ritirarti presso il Santuario di Itatì, dove è Superiore Padre Vincenzo Errani, o presso la Parrocchia di S. Carlos in Montevideo, dove è Superiore Padre Migliore. E ti impone otto giorni di Ritiro Spirituale, possibilmente presso una Casa di Religiosi, diversamente dove andrai; - anche perché non hai fatto interi gli Esercizi.

Vedi, caro Padre Pietro, che nessuno di noi ti vuole male, ma male grande tu hai fatto alla tua anima, e pare, purtroppo, per tua stessa confessione, ad anime che Gesù Cristo, la tua Congregazione e le famiglie ti avevano affidate.























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Umiliati, piangi e prega, e sta attento ai mali passi. Fa quanto ti scrivo. Ti avverto che ce n’è già uno il quale era in Congregazione, e che tu ben lo conosci: è uscito, ed ora é sospeso a divinis da Roma: prega e sta attento ai mali passi!

Se per giungere alla tua destinazione ti occorre danaro, mi scrivi a Victoria; mi dirai pure dove scegli di andare, per mandarti la lettera di presentazione. La Santissima Vergine ti assista maternamente, e Nostro Signore ti illumini e conforti con la sua grazia.

Prega per me, e abbimi in Gesù Cristo e Maria Santissima


 firmato: Don Giuseppe Zanocchi