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[Da Copia dattiloscritta]
Tortona, 24 Marzo 1938
Eccellenza Rev.ma,
riferendomi a venerata lettera di V. E. Rev.ma, del 18 corr. mese di prot. 1857/35/3I, - mi fo’ dovere significarLe che non ricordo di aver avuto lettere dal giovane Giuseppe Casalini, né da altri per lui.
Di frequente devo assentarmi, per cui ho disposto che si rivedesse tutta la corrispondenza di questi ultimi mesi, ma non se ne é trovata traccia.
Ringrazio, per altro V. Eccell. Rev.ma e, qualora il Casalini scrivesse, mi regolerò secondo le istruzioni avute.
Credo bene far conoscere che, da tempo, questa Piccola Opera non ammette Chierici dimessi da Seminari, né Religiosi provenienti da Ordini o Congregazioni.
Ora mi é gradita la circostanza per raccomandare umilmente alla bontà di Vostra Eccellenza l’Istituto nostro in Roma, di Via Sette Sale, 22.
Sono oltre trenta Chierici, tutti di Teologia, i quali frequentano la Gregoriana. Parecchi di essi fecero il Liceo al Lateranense, quando V. Eccell.za presiedeva agli studi di quel Seminario.
Ho fatto e fo’ veri sacrifici per tenerli a Roma, onde si facciano buoni studi: ho acquistato, appositamente per essi, quella Casa non grande, ma che si presta per buona aria e posizione.
Oh quanto Le sarei grato se, qualche volta, V. Eccellenza si degnasse andarmeli ad infervorare spirito di soda pietà, allo studio, alla romanità!
Vorrei trarre da loro i futuri insegnanti pei nostri Chierici, e che fossero ben formati e ben ferrati dottrinalmente.
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Così V. E. saprà che si è aperto pure in Roma l’Istituto San Filippo, per dare una scuola veramente cristiana ai figli del popolo del vasto Quartiere Appio, che fa più di 200.000 abitanti; e anche, allo scopo di preparare, per l’Italia e per l’Estero, dei buoni maestri: gli alunni, tra Elementari e Magistrali, sono già un ottocento.
Codesti Istituti, Eccellenza, non sono miei, ma della Divina Provvidenza e della Santa Chiesa: codesta Sacra Congregazione ci mandi delle ispezioni; - sì che detti Istituti abbiano da corrispondere al fine.
Vostra Eccellenza Rev.ma li prenda un po’ in mano, li abbia come Suoi: e ci dia, nella carità di Gesù Cristo, quell’indirizzo, quel soffio vitale che é secondo lo spirito e la volontà di Dio e della Sede Apostolica, - poiché noi siamo poveri dì e stracci, ma vogliamo essere stracci e roba tutta della Santa Chiesa e del Papa.
Per l’inaugurazione del S. Filippo non potei fermarmi a Roma che un giorno, ma desideravo tanto di venirLa ad ossequiare e a pregarLa di questo, che é l’ideale e lo spasimo della mia vita Eccellenza, di questo Suo paterno interessamento per i poveri Figli della Divina Provvidenza, di questa Sua carità non Le sarò mai bastevolmente grato, e vorrò sempre pregare per Lei.
Che se, quando verrò a Roma, V. Eccellenza non avesse ancora potuto visitare codeste tende della Provvidenza, - mi permetterà di venirLa a prendere e di portarcela, perché ne prenda possesso.
Voglia pregare per me, che davvero mi dia tutto a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa, e, intanto, gradisca il mio saluto più devoto nel Signore e nella Santa Madonna.