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[Da copia di originale di D. Orione]



Tortona, 15 febbraio 1940


Carissimi Don Zanocchi, Don Dutto e Don Cesare,


La grazia di Dio e la Sua pace siano sempre con noi! Non vorrei che steste in trepidazione d’animo qualora vi fosse giunta la notizia che qualche giorno fa un malore improvviso, dello stesso genere di quello che mi capitò in Alessandria a marzo, tenne per qualche ora tra la vita e la morte la mia vita. Mi trovavo a dormire, c’era notte, quando mi sentii come morire e mi vidi veramente la morte davanti, tanto che a gran fretta ebbi il Viatico e l’estrema Unzione.

Poi passò, ma l’insulto cardiaco si ripeteva alla distanza di alcune ore, e sempre grave. - Tengo ancora il letto e solamente stamattina ho potuto alzarmi per celebrare. Mi sento assai meglio, ma, per qualche tempo, dovrò riposare; come vedete non sono io che Vi scrivo, ma detto. - Entro subito a parlarvi di ciò che più mi preme. - Ritengo d’essere realmente uscito dalle fauci della morte, per grazia ricevuta dalla misericordia di Dio, e che Iddio abbia voluto così richiamarmi su parecchi punti a sincerità di conversione, a bene mio e a bene vostro. Quello dunque che vi scriverò abbiatelo come la parola di chi sa d’essere uscito come dalla tomba e di chi sente di trovarsi vicinissimo alla sua fine. Dovrò forse essere forte, ma vogliate sentire nelle mie parole tutta la carità di un padre e non altro che il più vivo e ardente desiderio che anche in Argentina la Congregazione vada a posto, e non continui quasi “nave senza nocchiero” come, pur troppo, da qualche tempo ho la dolorosa impressione che stia succedendo per la mancanza d’un braccio forte che la diriga sulla scia d’una disciplina religiosa viva e decisa e d’una vera mano di governo per cui tutti sentano d’essere validamente condotti nella vita di perfezione per la quale sono venuti a noi. Comincio da P. Tonatto. Non so più nulla



















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da voialtri se egli sia ancora con noi o se se ne sia andato: egli non può stare in nessuna nostra Casa, assolutamente, non fa più parte della Congregazione, dopo gli atti commessi; quindi se mai fosse ancora presso di noi dovrà essere immediatamente dimesso poiché già si è dimesso da se stesso col Suo contegno. Se non trova nessun Vescovo che lo riceva, gli pagherete il viaggio in terza classe e lo mandate qui, dove teniamo certe Case apposite per rimettere sul buon sentiero quei Sacerdoti che ne fossero usciti. - Si capisce che mi avvertite subito di questo, in qualunque modo. - Sono contento dei Santi Esercizi che avete fatto sotto la guida del Rettore dei Padri del Verbo Divino. Mi ha recato gran pena la notizia della malattia del P. Lino dal quale ho ricevuto pure una buona lettera: spero che stia meglio, ma aspetto da Voi notizie. Se egli, è affetto da mal di cuore avrà bisogno di particolari cure e riguardi, onde ve lo raccomando quanto so e posso, e del suo stato e di quanto nella carità di Cristo farete per lui, vogliate tenermi informato. “Non posso approvare che continui a rimanere con noi o a far scuola nelle nostre Case chi ha lasciato la Congregazione: di questi già ne scrissi, sarà un anno a P. Zanocchi, e prego che si stia a questo criterio, che era quello di Don Bosco: non lasciatevi prendere da un falso senso di bene verso chi é venuto meno alla vocazione, perché finireste di fare il male dei membri della Congregazione stessa”. Vi mando un elenco di Chierici che potrebbero fare i Voti Perpetui, senza dei quali non si può ammettere alla Tonsura; però non vuol dire che quelli che potrebbero fare i Voti Perpetui, li debbano fare o li dobbiate ammettere; voi altri dovete regolarvi, caso, per caso, secondo la loro condotta religiosa e l’affidamento che vi danno di essere veri Religiosi. Chi non dà un sicuro e pieno affidamento, anche io dica che può fare i Voti perpetui, non dovete permettere che li faccia. I Voti Perpetui di quelli che vi sono ammessi si dovranno fare con qualche solennità, con molta solennità, e, possibilmente a Claypole, premessi























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gli Esercizi Spirituali, ma possono valere da Esercizi anche quegli Esercizi che fossero fatti solo da qualche mese; allora basteranno tre giorni, e anche meno se qualcuno proprio non potesse farne tre. I Voti Perpetui non è necessario che si aspetti a farli quando scadono i voti annuali, ma chi vi é ammesso, li può fare subito, allo scopo di poter quanto prima ricevere la Tonsura. - Chi non é ammesso ai Voti Perpetui o perché non ha ancor compiuto i tre anni di Voti annuali o perché, senza aver una condotta indegna, non è per altro così sicuro, sia da parte nostra che magari da parte sua, da potergli concedere l’emissione dei Voti Perpetui, quando gli scadono i voti annuali rinnovi i voti annuali. “Non bisogna assolutamente affidare Chierici a Sacerdoti nostri, se questi non sono di assoluto buon esempio: abbiate questo criterio come un punto fermo ed essenziale, e se qual che Sacerdote chiede aiuto di Chierici per Oratorio festivo o Dottrina ecc., bisogna che abbiate il coraggio di dirgli chiaro: “La tua condotta religiosa non é così edificante da poterti dare dei Chierici”. Anzi farete ogni possibile perché i Chierici vengano sottratti alla mala influenza di qualche nostro Sacerdote che mostra poco spirito e che potrebbe danneggiare religiosamente e impedire la buona formazione religiosa dei Chierici”. - Sono del parere anch’io che non potendosi mandare il numero di Chierici che era sperabile a scuola a Villa Calzada, lì mandiate, oltre i due Chierici che già la frequentavano, con qualche altro tra i migliori per pietà per studio. - Bisognerà tenerci aperta la porta di Villa Calzada e non solo vedere di non perdere i posti che già si hanno, ma d’infiltrarcene qualcuno di più. - Per ora non compromettetevi col Seminario di Buenos Aires, né parlate al Cardinale di mandare colà nostri Chierici: questo si farà solamente quando io non vi potrò mandare Sacerdoti e Professori nostri provenienti dalla Gregoriana e bene preparati per fare uno studio teologico nostro. - In questi giorni sto
























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particolarmente impegnato per provvedervi bene e in modo definitivo, vista la difficoltà che trovate di mandare a Villa Calzada maggior numero di Chierici. Dal momento che la Casa di studio la abbiamo, farò tutti i Sacrifici possibili per provvedervi del Personale insegnante che vi occorre. - Quanto ai cambiamenti che mi avete proposti e che ritenete in Domino necessari approvo quanto avete stabilito. - Circa quanto sta succedendo con P. Mariano a Rosario, non sarei sincero se non vi dicessi quello che penso, che cioè la responsabilità della mancanza di spirito di povertà e di vita di comunità religiosa ritengo che ricada in gran parte sul modo troppo blando con cui fin qui si è governata la Congregazione in Argentina. La rilassatezza subentra quando viene meno la vigilanza e si lascia che tutti facciano a loro talento. Peggio avverrà se non mi si darà ascolto: i buoni si stancheranno e se ne andranno, e i cattivi o rilassati finiranno di rovinare la Congregazione: pensate meno alle monache e di più a curare l’osservanza religiosa e ad esigere assolutamente che ci sia spirito di dipendenza, di umiltà, di sacrificio e di povertà. - Vedete che vi parlo come fossi in punto di morte, e aggiungo che io ritengo che questo insulto cardiaco che mi portò a toccare le porte della Eternità, in gran parte ho la convinzione che sia stato per i dolori avuti da alcuni nostri dell’Argentina. - Quanto al Sacerdote raccomandatoVi da Sua Eminenza, se nulla c’è sulla sua moralità, tenetelo pure, ma provvisoriamente e sempre che non nuoccia allo spirito religioso della Casa, e non sia posto dove sono Chierici in formazione.

Quanto all’altro Sacerdote Don Silva, - se nella sua condotta morale c’è anche solo qualche dubbio, non posso approvare che sia tenuto in nessuna delle nostre Case; che se é di buona condotta, rimanda pure ma non in Case dove sono Chierici in formazione. - Mentre in Italia teniamo Case per Sacerdoti caduti o provenienti da Diocesi dove ebbero incidenti spiacevoli, o accuse vere o false, - invece in America di tali Case non ne abbiamo; per ora non possiamo






















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averne e di tali Sacerdoti non voglio che ne prendiate. A proposito di P. Tonatto vi unisco a parte un foglietto con le disposizioni che lo riguardano, qualora vi fosse necessario. Quanto ad Aggio, se egli non ha dato esami, non é bene che venga promosso al Suddiaconato. Io già di questo Chierico sapete che non ero tranquillo, per motivi diversi, ma specialmente perché non fu sincero con me quanto agli studi fatti in Italia e anche perché non ci vedevo troppo buono spirito.

Quanto a trasferire il P. Felice a Montevideo e P. Castagnetti a Victoria mi pare che vada benissimo. Così Padre Colombara a Quenca e Galimberti tornarlo a Victoria.

Riconosco l’urgenza che P. Mariano sia tolto da Rosario, ma non saprei come sostituire Don Lorenzetti ad Itatì e soprattutto mi preme che non venga scossa la nostra situazione ad Itatì dove c’è già stato quell’incidente spiacevolissimo con P. Vincenzo. - Non disgustatemi il Vescovo di Corrientes. Vedete di confortarmi molto il Chierico Motta il quale ha fatto sempre bene e si é veramente sacrificato. - Certo che se Don Montagna potesse essere a Victoria ne sarei molto contento: P. Lino potrebbe sostituire a La Floresta Don Montagna? - Badate bene che se dovesse avvenire un cambio di Don Bonifaci non vorrei mai che suonasse disapprovazione pel suo modo di vigilare. Di questi Sacerdoti, vi ripeto che vorrei averne un esercito. - Quanto ai Chierici se anche non tutti hanno scuola, la Autorità Ecclesiastica deve sapere che presso la nostra Congregazione abbiamo un triennio di esperimento pratico, cioè di lavoro, scuola e assistenza prima che i Chierici abbiano da ricevere il Suddiaconato.

Siccome ora mi trovo molto stanco e vorrei spedire la presente, così sospendo e in quello dove non rispondo vedete di attenervi ai criteri generali dati e anche alle disposizioni che voi stessi avete già preso o crederete di prendere tanto circa la destinazione dei Sacerdoti come dei Chierici, mentre io mi adoprerò alacremente per mandarvi qualche






















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Insegnante da poter rispondere ai Visitatori e ai Vescovi che per quanto si riferisce allo studio dei Chierici si è provvisto. - Certo se qualche Chierico potesse fare la Filosofia a Villa Calzada andrebbe benissimo. - Ed ora, dopo tante dolenti note, Vi dirò:


1) Confortatevi delle Ordinazioni che Vi sono concesse e fate che vi si preparino bene, e senza fretta. Potrete dire ai Chierici in generale che vi è stato assicurato che presto ci saranno delle Ordinazioni, ma non sappiamo già tutto quello che è concesso, né si sappia al di fuori. Per ora parlate di Tonsura, dopo che avranno fatto i Voti perpetui; poi, mano mano, tireremo fuori gli altri Cartellini per gli Ordini Minori. I Cartellini li mando per l’Arcivescovo di La Plata, poiché é nella sua Archidiocesi che teniamo la Casa Madre di Victoria e lo Studentato. Però se mi farete conoscere la destinazione che avranno i Chierici durante questo 1940 potrò dirigere i Cartellini anche per Corrientes o per Rosario. - E a Rosario non c’è la Teologia, in quel Seminario?

2) Vi do una notizia che valga a farvi sentire altro conforto. Col 1 Febbraio cinque nostri Religiosi sono entrati in Vaticano, al servizio diretto del Santo Padre: alla nostra Congregazione è stato affidato un ufficio della più grande fiducia, cioè il Centralino Telefonico della Città del Vaticano, e mi risulta che il S. Padre, come il Cardinale dal quale dipende l’Amministrazione del Vaticano stesso, ne sono soddisfattissimi. Diamone gloria a Dio.

3) Così avremo anche quest’anno un numero consolante di Sacerdoti Novelli, parecchi dei quali escono dalla Gregoriana a studi completi e potranno essere di grande aiuto per sistemare gli studi in Argentina. Così potremo mandarvi qualcuno con la laurea di Filosofia e qualche altro con la laurea di Teologia. Ma soprattutto urge essere a posto quali Religiosi, perché gli studi valgono per quel che valgono. Tuttavia vanno certamente curati il più possibile.






















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Che i nostri Chierici facciano scuola e studio, non è altro che quello che facevano i Chierici al tempo di Don Bosco, i primi Salesiani che vennero in Argentina. - Noi siamo molto più avanti in ordine a studi, di quello che fossero i Salesiani alla morte di Don Bosco e ne teniamo a Roma alla Gregoriana, un numero molto maggiore di quello che ne avessero i Salesiani alla morte di Don Bosco. - Nella speranza di scriverVi presto, Vi saluto, conforto e benedico tutti, in Gesù e Maria SS.

Il Signore sia con Voi sempre.

Vostro


Don Orione

d. D. Pr.