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[Minuta]
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Tortona, il dì 8 Aprile 1920
Rev.mo Signor Canonico, (Margiotta)
Ho
letto e meditato lo Statuto organico della Colonia Agricola
dell’Addolorata in Prunella, e vi ho anche pregato su.
L’impressione generale è buona,
molto buona, solo
mi pare che si leghino un po’ troppo le mani sia alla Congregazione
religiosa che dovrà alimentare
della più
alta vita al Colonia stessa
e tutto fare per mantenerla Istituzione
veramente di vita cristiana; sia al Direttore della Colonia, cui non
sarebbe neanche fatta facoltà,
di
imporsi
di
allontanare qualche ragazzo in caso ritenesse necessario
per il buon andamento dell’Istituto.
Questo
Statuto, nella sua ossatura e per la parte religiosa è superato da
altri Statuti consimili di opere laiche.
Noi
a Venezia,
ad es. dove
abbiamo da trattare con
un ente perfettamente laico, la
Congregazione di Carità, per
quanto si riferisce ai due Istituti
Manin
e Orfanotrofio Maschile,
da noi assunti, abbiamo
una Convenzione che ci lascia molto più liberi,
onde possiamo
anche curare
le vocazioni e preparare aiuti e conforti alla chiesa,
ché, in
questo specialmente, si estrinseca
il
nostro fine
l’amore nostro al
Papa e alla Chiesa
stessa. Mio
timore
veda, è
di essere
costretti, domani,
cioè dopo
la morte di Lei, a dover togliere il personale, quando non
si potesse costà
raggiungere il fine precipuo per cui siamo costituiti in
Congregazione
che è non solo? educare coltivare
e vita timorata di Dio cristiana
e ad un avvenire di lavoro remunerativo e cristiano la povera
gioventù, ma quello eziandio di curare le vocazioni al sacerdozio,
poiché oggi non è più dalle altre classi sociali ma è dalla
montagna che vengono i Samueli.
Lei,
Sig. Canonico, cerchi
pure di
salvaguardare
più che le è possibile il suo
patrimonio,
ma trovi modo che noi possiamo anche dopo la sua morte essere liberi
nel resto
ci lasci molta larghezza di libertà e di mezzi per poter venire in
ajuto
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a
quelli chiamati
vocati al Santuario, come Lei ha sempre mostrato di desiderare. Per
questo nella
mia
lettera
convenzione
del 6 ottobre 1918,
mentre Le
partecipavo a Roma
che accettava
quanto Lei mi faceva scrivere in data 3 dello stesso mese, in quella
convenzione assentivo pienamente
su tutti i punti che Lei mi faceva proporre appunto
perché vedevo nella Colonia di Prunella un mezzo onde coltivare
anche dei buoni
Sacerdoti
usciti di
tra le zappe e gli aratri cioè
dai campi. Infatti Ella
troverà che al
punto XI° si parla esplicitamente
che sia in facoltà del Superiore di poter aiutare vocazioni di
Calabresi, poiché io prevedo che la Calabria va incontro ad una
crisi terribile in fatto di vocazioni, e, fra trent’anni,
essa sarà
un paese da Missioni; mentre ho tanta buona opinione del carattere e
della religiosità calabrese, che, secondo me, la Calabria dovrebbe
essere il semenzaio per dar vocazioni a tutta l’Italia Meridionale.
Tale essa fu anche nei tempi passati: una terra di Santi
Ella, Sig. Canonico, comprenderà di qui perché io, pure con tanti sacrifici, da ormai circa 12 anni, tenga aperta la Casa di Cassano al Ionio, in provincia di Cosenza, dove sono una trentina tra Probandi e Chierici, appunto per aiutare a preparare un personale per mantenere e intensificare la vita cristiana in Calabria. Dallo Statuto, invece, apparirebbe che non si potrebbe neanche accettare un ragazzo di più, neanche mantenendolo noi, se pure non ci si garantisce, in forma legale per 10 anni, gli alimenti ed il vestito.
Così non si possono accettare, se non quelli ammessi dal Consiglio, il quale andrà poi con criteri tutti suoi.
Parallela allo Statuto ci vorrà una convenzione che determini la situazione e i rapporti nostri col Consiglio di Amministrazione.
Le chiedo scusa di avere tardato tanta scriverle, per ragioni diverse che me lo hanno impedito.
Ho pregato in questi giorni per la sua salute, e confido che il Signore Le vorrà ancora concedere molti e molti anni di vita
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da vedere ai piedi dell’Addolorata accorrere i popoli della Calabria, e venire a trovare conforto nel cuore trafitto di Maria SS. e vedrà la Colonia Agricola fiorire di virtù, di laboriosità, di vita veramente cristiana, e il paese stesso di Prunella migliorato nel bene sotto ogni riguardo.
Quanto a quella Suora da vestirsi, non trovo nessunissima difficoltà che essa riceva l’abito ai piedi di Maria Addolorata in un qualche venerdì a scelta di V. S. Rev.ma, sempre ché anche Don Felice sia del parere di vestirla e così la Superiora locale, anzi ne sarò lietissimo.
Perdoni
se in questa mia ho usato una forma un po’ cruda; Lei sa che noi
Piemontesi siamo tagliati colla scure. Preghi per me la Madonna SS.
Dei Dolori, costà
dove
tanto dolce
è pregare, e dove sempre penso che la Madonna vorrà operare prodigi
di potenza e di
carità bontà,
a
gloria di Dio e a santificazione delle anime.
Con molto affetto e gratitudine in Gesù Cristo.
Suo dev.mo come un fratello
Sac. Orione Luigi
della Div.na Provvidenza
(Vi è altra copia della presente lettera - con qualche variante - di grafia di Don Sterpi)
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(1922 ?)
Riservato
P. S.
Siccome in questa mia lettera vi sono cose che riguardano Lei, così, se pel momento Ella ritenesse più conveniente non far vedere la lettera a Sua Eccellenza Rev.ma, lascî pure, che, omnibus perpensis, forse oggi sarà meglio.
Tanto il Suo permesso fu già dato, anzi ricordo che disse di volervi unire la Parrocchia.
Vuol dire che poi, di presenza, glie ne parlerò io direttamente.
La grazia e la benedizione del Signor Nostro Gesù Cristo e della Sua SS. Madre siano con noi. Amen.
Suo aff.mo
Sac. Orione d. D. P.
Chiedo di potere, a suo tempo far stampare il Suo Memoriale, per diffondere la divozione dell’Addolorata.
(il Canonico Margiotta scrive, di sua mano, quanto segue:)
Del mio memoriale sul Santuario dell’Addolorata in Prunella disponga interamente V. P. R. come meglio crede in Domino, poiché me ne spoglio di ogni possibile diritto di qualsiasi natura.
U.mo L. Margiotta Zem.
schiavo di Gesù e Maria Addolorata