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[Da Copia stampata vi sono aggiunte e cancellature di pugno di Don Orione]



...Chiesa e del Papa: ai dolori, ai timori, alle speranze della Chiesa e del Papa: sentendo in tutto colla Chiesa e col Papa.

Il Papa! ecco il nostro credo e l’unico credo della nostra vita e del nostro Istituto!

L’Apostolato Paolo, nella 1.a ai Corinti, ha detto anatema chi non ama Gesù Crito; ma anatema, o miei figliuoli, sarà pure chi non ama il Vicario di Gesù Cristo, il Papa!

Oh noi beati, se potessimo fare qualche cosa e patire persecuzione in difesa del Papa! Noi più beati, se Dio ci rendesse degni di dare pel Suo Vicario anche la vita! Sarebbe un sacro pegno della vita eterna che il Signore ha promessa e preparata in Cielo ai suoi servi fedeli.

Noi siamo pochi, piccoli e deboli, ma la nostra gloria, o cari figli della Provvidenza e Amici ha da essere che niuno ci vinca nell’amare con tute le nostre forze il Papa e la Chiesa, che è la Sposa diletta di Gesù Cristo: la santa e immacolata Sposa del Verbo Umanato. La Chiesa è cosa Sua, è l’Opera Sua, come diceva l’Apostolo S. Giovanni al Cap. XVII. Ed Essa è anche la Madre nostra dolcissima, e, sino alla fine dei secoli, l’oggetto delle compiacenze di Colui che è la compiacenza del Celeste Padre: la Colonna di verità, com’è il termine ultimo di ogni eterno consiglio.

Niuno dunque ci vinca nella sincerità dell’amore, nella devozione, nella generosità verso la Madre Chiesa e


























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il Papa: niuno ci vinca nel lavorare, perché si compiano seguano i desiderî della Chiesa e del Papa, perché si conosca, si ami di più la Chiesa e il Papa. Niuno ci vinca nel seguire le direttive pontificie tutte: senza reticenze e senza piagnistei, senza freddezze e senza riserve (grossetto). Adesione piena e filiale e perfetta: di mente, di cuore e di opere - non solo in tutto quanto il Papa, come Papa, decide solennemente in materia di dogma e di morale; ma in ogni cosa, qualunque siasi, ch’Egli insegna, comanda o desidera. Niuno ci vinca nelle attenzioni più affettuose al Papa e ai Vescovi e nel sacrificarci e anelare ad ogni giorno e ad ogni ora a renderci quasi olocausti viventi di riverenza e di amore tenerissimo alla Chiesa e al dolce Cristo in terra, il Papa.

Ci preservi il Signore, vi dirò, o miei figli, con Ausonio Franchi, - il celebre e troppo presto dimenticato autore dell’Ultima Critica - ci preservi il Signore dall’arroganza e temerità stoltissima di farci noi giudici degli ammonimenti e dei precetti del Papa. Ci salvi dalla diabolica superba di voler noi regolare, limitare i suoi diritti, i suoi poteri”.