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[Minuta Il Vangelo - N. 16]
Domenica 1.a dopo Pentecoste
Nessun
precetto è più ripetuto né più fortemente intimato nel Vangelo
che
il precetto della misericordia
come nessuna
virtù
nulla risplende di più in Gesù Cristo che la misericordia.
Si
direbbe che
Tutto il Cristianesimo
Vangelo, tutto il cristianesimo può dirsi che è misericordia.
Cristo stesso assicurò che l’uomo sarà ricompensato o condannato,
secondo che
sarà stato o no misericordioso. E’ questa una pagina meravigliosa
di Vangelo: Gesù, rivolto ai salvi dirà: Venite,
benedetti dal Padre mio: possedete il regno che vi è stato preparato
sin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da
mangiare; fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi
visitaste.... fui
in prigione e veniste a trovarmi….
In verità, vi dico: che
quante volte avete fatto questo a uno de’ minimi di questi miei
fratelli, l’avete fatto a me.
E a quelli di sinistra, ai reprobi, dirà: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, ch’è preparato pel diavolo e pei suoi angeli! Perché ebbi fame, e non mi deste da mangiare; ebbi sete, e non mi deste da bere; fui forestiero, e non mi accoglieste; ignudo e non mi rivestiste; infermo e in prigione, e non mi visitate...
Io vi dico, in verità, che quante volte non avete fatto ciò a uno de’ minimi di questi, non l’avete fatto a me. E n’andranno questi a punizione eterna, ma i giusti a vita eterna.
(Matt. XXV, 34 - 46)
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Noi così sappiamo già quale sarà la nostra sentenza per l’altra vita. Chi, leggendo e meditando queste parole di Gesù Cr., non si sentirà salutarmente scosso e disposto a fare qualche cosa pe’ fratelli, poveri e bisognosi di conforto?
Ma, nel Vangelo di oggi, Cristo ci presenta il modello della misericordia, e quale modello! La nostra misericordia debb’essere grande quant’è grande la misericordia del Padre nostro, che è ne’ cieli! Si comprende: per quanto ciò è dato alla nostra natura.
Il Padre celeste fa splendere il sole sulla testa de’ buoni e su quella de’ cattivi: significa che la nostra carità e misericordia dovrà abbracciare tutti, senza eccezione, buoni e cattivi, amici e nemici, ricchi e poveri. Che se una preferenza ci vuol essere, debb’essere per i poveri, o per i cattivi o pei nemici.
Questo
è lo spirito Gesù Cristo, e chi lo vive, vive la carità di Gesù
Cristo e vivrà della vita eterna. di Dio! Tutti i nostri fratelli
hanno diritto sopra di noi; perché la vita non è un privilegio,
come non è una festa; come
non è un diritto
ma un servizio di fraterna carità, e occorrendo anche un dolce
olocausto per i fratelli nell’amore di Dio, a somiglianza di colui
che si è fatto nostro fratello e si è immolato per noi.
Opposto non solamente alla carità, ma anche alla giustizia è il giudizio temerario, germe fecondo di troppi altri peccati.
Il giudizio temerario consiste nel credere troppo facilmente i fatti svantaggiosi al prossimo o nell’intrepretarne leggermente le azioni. In questo senso Gesù dice nel Vangelo: Non giudicate e non sarete giudicati: non condannate e non sarete condannati. Sovente si crede il male sopra una semplice apparenza senza esaminare più che tanto: si dice: per aver udito dire, senza curarsi o forse anche temendo di verificare.
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Perché
una cosa è verosimile, si dà tosto ascolto a una maldicenza o si
concepisce del prossimo un’opinione sinistra. Non si esamina se,
chi dice male, è di altro partito, se è nemico se
ha ragioni di denigrare
se sono voci in sussistenti. Ma se si tratta di credere a una buona
azione, allora bisogna vedere un po’, prima di prestarvi fede.
Tanto l’uomo, e specialmente la donna, è diffidente nel bene, e
credula nel male.
Ma più colpevoli si è, quando si interpretano i fatti secondo la nostra malignità. In due modi si pecca: o giudicando le azioni degli uomini avvelenandole, o giudicando gli uomini dalle azioni, e attribuendo a profonda depravazione ciò che può essere effetto d’ignoranza, di sorpresa, di debolezza.
Un’azione
è buona? si ascrive a motivi viziosi. E’ equivoca? Si prende dal
lato più sfavorevole. E’ malvagia? se ne traggono le conseguenze
più avanzate. Così, per ingiusto giudizio, ora si suppone il male,
ora si esagera. Ma più pericolosa è la pretensione di conoscere gli
uomini. Sopra combinazioni arbitrariamente fatte di discorsi di atti,
sovente sfuggiti a caso, si decide con certezza sui principi, sulle
inclinazioni, sulla condotta, sui
progetti
altrui. Si alza tribunale, si giudica, si condanna senza equità e
con presunzione spaventosa. E badate: non basta non essere
maldicente, che non è solamente il dir male, che viene proibito da
Gesù Cr., ma sì ancora il
giudicare male
nel nostro interno. Chi
siete voi
“Chi sei tu che giudichi il servo altrui” (Rom, XIV, 4) E san Giacomo: “Ma tu chi sei, che giudichi il prossimo? (IV. 12)
Perdonate
e sarà a voi perdonato
Il Secondo comando che Dio
Gesù fa derivare dal precetto generale della misericordia: il
perdono delle offese.
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E’
un,
Comando poco praticato, perché di penosa osservanza, ma sovranamente
giusto e vantaggioso. Esso proibisce la vendetta e
di far giustizia di nostra mano.
Pensiamo quanto sarebbe iniqua, quando distruttiva della società la
legge che lasciasse libero ciascuno di fare giustizia da sé! - Il
comando del perdono soffoca anche invece
nei cuori il sentimento dell’odio e ci libera da tutte le
spaventose conseguenze che la vendetta trarrebbe seco. Ma alziamo lo
spirito al cielo: noi abbiamo bisogno che Dio ogni giorno ci perdoni,
perché siamo poveri peccatori avanti a Lui. Dio rimette la nostra
sorte tra le nostre mani: altri avrà offeso noi, ma noi abbiamo
offeso Dio: il nostro giudizio verso chi ci ha offeso, diverrà il
giudizio di Dio sopra di noi: “Perdonate
e sarà a voi perdonato!”
Oh fatto pieno di carità! Oh
giustizia infinitamente misericordiosa di Dio
Quale proporzione vi
ha
tra ciò che Dio a noi domanda e ciò che è disposto a concederci.
Basterà paragonare ingiuria con ingiuria: offensore con offensore: perdono con perdono! Oh giustizia infinitamente misericordiosa di Dio, siate benedetta in tutte le ore della nostra vita!
Il
terzo precetto di misericordia che qui da Gesù Cr. è la elemosina.
La ineguaglianza dei beni è sovente tra gli uomini oggetto di
stupore, mormorazione, di lotte. Ma in questa dichiarazione di Dio
levando
alto lo sguardo scopriamo vi
è un fine alto e pieno di sapienza.
Questo apparente disordine è il fondamento dell’ordine pubblico, il principio della subordinazione sociale, il motivo e lo stimolo del lavoro. L’uguaglianza delle fortune sarebbe la dissoluzione della società.
La
Provvidenza di Dio sui poveri che sono i prediletti di Gesù del
Signore,
il quale volle nascere, vivere e
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morire
poverissimo. In
questa vita essi sono sollevati da leggi benefiche
e infinite sono le compensazioni promessi ai poveri nella vita
futura. Manzoni.
Udite il grande principio cristiano che va oggi dominando la società.
Che era il mondo prima di Cristo? Già Cicerone aveva detto: Trentamila sono gli uomini, gli altri sono cose.
L’umanità attende una grande rivoluzione. Viene Gesù e vi capovolge il mondo con la diffusione della legge di carità.
La legge di Cristo distrugge le superbe distinzioni di casta e la tirannia della proprietà.
Per te sollevi il povero
al Ciel, ch’è suo, le ciglia,
Volga i lamenti in giubilo,
pensando a cui somiglia.
E a prevenire i furori del pauperismo, facile strumento in mani ai settarî nemici dell’umanità, ricordi il ricco che è pure un dono di Dio la ricchezza che egli ha, e che il ricco è ritenuto non quale proprietario, ma come depositario di ricchezza e dispensatore della beneficenza di Dio.
Ma
ahime! Pochi ancora sono i ricchi che soddisfano cristianamente
pienamente
a questa loro obbligazione. Pare loro assai se lasciano cadere
qualche briciola dalla loro
lauta mensa; e delle ricchezze se ne valgono per le vanità; per fare
del lusso, per le passioni più abbiette, per peccare, non per
sollevare i poveri di Gesù
Cristo
e a pro della società. E Iddio manda o permette che si avanzi il
socialismo e forse peggio e tutto sarà spazzato e si dovrà dare per
forza ciò che per
l’amore di Gesù
non si è voluto dare. O ricchi, siate misericordiosi, se volete
salvarvi di qui e di là; ricordate che
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nel Vangelo si parla chiaro: “Morì il ricco, e fu sepolto nell’inferno”.(Luc. XVI, 22)
E’
Gesù che parla: e
parla terribilmente chiaro
il cattivo ricco “fu
sepolto nell’inferno”
Pensateci a
tempo
e provvedete per l’anima vostra.