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[Da Copia dattiloscritta, - vi sono aggiunte e correzioni di pugno di Don Sterpi]



 Venezia, 5 Novembre 1922


Gentilissimo Sig. Dottor Pietro Spandri

Presidente della Congregazione di Carità

di Venezia



Nella mia attuale permanenza a Venezia mi venne fatto di udire da più parti, anche da persone distinte e non mosse da pure ragioni di confessionalità, certi sensi di apprensioni e di lamentele nell’aver inteso serpeggiare voci di concentramento degli Istituti a me affidati dalla Congreg. di Carità, e di probabile soppressione dell’Orfanotrofio Maschile di Venezia. E non velatamente mi si fa colpa di avere anch’io contribuito a dare all’Orfanotrofio come il colpo di grazia, mentre è un Istituto che da secoli benefica ed onora la Città - e proprio in questo momento che ogni Città Italiana apre il cuore pensa ai suoi Orfani.

Quando, giunto all’America, ebbi il piacere di fare la prima visita a V. S. Ill.ma riportai da quel colloquio l’impressione che il concentramento degli Istituti Maschili della Congregazione di C. fosse già come un fatto compiuto e indeprecabile; e allora Ella, Signor Presidente, può attestare che io mi limitai ad esprimerLe, concentramento per concentramento, al Manin più che all’Orfanotrofio certo i ragazzi si sarebbero trovati in più igienici ambienti; ed è ciò che anche ora in coscienza sento di dover sostenere.























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Tuttavia, oggi, a scanso di possibili responsabilità o almeno di giudizi che potrebbero in un avvenire elevarsi, in merito al concentramento o alla soppressione (come si va dicendo) dello stesso Orfanotrofio Maschile di Venezia, e a togliere ogni parvenza che Don Orione coi suoi Padri, abbiano potuto influire, anche con soverchia arrendevolezza a far scomparire da Venezia un Istituto tanto benemerito e tanto caro al cuore di ogni Veneziano: - e più a compiere il mio elementare dovere di italiano e di sacerdote e la missione di bene a cui mi sono consacrato mi permetta, Signor Presidente, di agevolare la Congregazione di Carità fin dove mi è possibile.