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[Da copia dattiloscritta: M. 38 /vedi anche: 44, 167; 101, 106]



Casa Famiglia

Patronato “Reg. Elena”

per Orfani d. Terr. 1915

Avezzano



M. Rev.do Don Mazzucchi

Casa Div. Provvidenza Ist. San Gerolamo

Fara Novarese


Anime e Anime!

Avezzano, 6 ottobre 1916


Caro Servo della Carità, mio fratello in Gesù Cristo, che è Signore e Amore e Vita nostra.

Sono stato domenica a Tortona, dove trovai la sua gradita lettera. Io non ho il piacere di conoscere - o non La ricordo - Vostra Signoria; ma Lei è un figlio di Don Guanella, e potrà ben comprendere con quanto fraterno affetto, con quanta santa gioia dell’animo vorrei poter scrivere qualche riga della vita di quel gran Servo di Dio e Amico carissimo che fu Don Guanella.

Ma lo creda, caro Don Mazzucchi, non ne ho proprio il tempo! Ritengo che il Don Luigi Guanella sia stato davvero un dono che Iddio ha fatto alla Sua Chiesa, e un vero Santo. A Lui mi vado raccomandando ben di sovente, come si fai coi Santi, e sento che Egli mi aiuta, e molto conforto interiore e vere grazie ho ricevuto, io penso, per la Sua intercessione. Sono stato sulla Sua tomba come alla tomba di un Santo, ed ho sentito in quei momenti ciò che poche volte ho sentito nella vita mia, e solo quando era maggiore misericordia di Dio verso di me.

Credo dunque - privatamente lo dico - che il nostro Don Guanella sia un Santo, o gran Santo, e ogni volta che penso a Lui, come in questo momento, Lo prego















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che mi ottenga dal Signore la grazia di una vera conversione che da tanti anni sospiro, e la grazia del santo amore di Dio e del prossimo, e l’altra insigne grazia di vivere e di morire attaccato ai piedi e al cuore della S. Chiesa di Roma, e da figliuolo devotissimo del Papa, - come sempre figlio devotissimo della Chiesa e del Papa fu Don Guanella.

Oh! Don Guanella è, certo, in Paradiso, e lo diceva l’anno scorso, qualche ora dopo che Don Guanella era morto, lo diceva a me e ad altri il S. Padre, - quando - a quell’ora - ancora a Roma si ignorava da tutti e anche dal Papa la triste notizia della Sua morte, che giunse parecchie ore più tardi.

Ma noi dobbiamo però sempre pregare per Don Guanella, sinché la Chiesa non avrà detto la Sua parola, parola che verrà. Che altro posso dirLe?

Preghi anche Lei: pregate tutti Voi, o cari Servi della Carità e figliuoli del mio santo Amico, pregate tutti per me, come io farò per tutti voi, e per ciascuno di voi. Che la carità divina che ardeva nel petto del vostro santo Fondatore e Padre arda nel mio cuore e nei piccoli Figli della Divina Provvidenza.

Queste che a Voi scrivo non sono parole da pubblicarsi - come Lei, caro Don Mazzucchi, ben comprende; ma vogliate averle tra di Voi, o cari seguaci e figli del grande Servo della Carità, come parole di conforto ad amare Dio sempre più e a correre la santa strada del sacrificio e della vita religiosa che Don Guanella vi ha aperto d’innanzi.

Abbiatele queste parole come tenue segno del grande e santo affetto in Gesù Cristo che ha unito il cuore del vostro Padre e il cuore del povero peccatore che vi scrive.



























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E che la divina bontà del Signore unisca i piccoli figliuoli della Divina Provvidenza a Voi tutti, o figli del mio dolcissimo Amico, come essa ha unito noi due, per la divina grazia.

Oh quanto sono lieto di poter scrivere così da queste terre desolate dal terremoto, e che, nell’ora della loro sventura, videro il vecchio vostro Padre, già curvo e all’ultimo anno della Sua santa vita, portare in persona, attraverso a queste macerie, il Suo conforto di sacerdote di Dio, di sacerdote santo! Salire sui monti, andare il Val Rovete con Don Bacciarini e con altri Sacerdoti suoi: inviare qui le sue Suore, - le prime comparse qui tra le nevi e le rovine, - a raccogliere le orfanelle e a soffrire in silenzio e con gioia ogni disagio, e anche, purtroppo, la ingratitudine degli uomini, per amore di Gesù Cristo Crocifisso, Signor nostro!

In una delle visite che ho fatto al caro Don Guanella, quando già ora gravissimo, condussi con me un giovinetto, nato a Como, (Amerigo Bianchi) che doveva decidere della sua vocazione. Egli prese la benedizione di Don Guanella, e ora è chierico.

Non potendo invarLe io qualche cosa pel suo Numero Unico e per l’anniversario della morte del grande Servo della Carità, ho scritto jeri a quel chierichetto, che è nipote di Mons. Bianchi, che Le metta già qualche pensiero. - Se Lei lo troverà adatto, lo pubblichi, diversamente intestini, - dato che egli serva, perché non so.

Che il Signore moltiplichi i figli di Don Guanella, i servi della Carità come le stelle del cielo.

Tanti ossequi al Superiore Don Bacciarini e a tutti Loro.

Suo dev.mo servitore in Gesù Cristo e Maria SS.ma


Sac. Orione Luigi

d. Div. Provvidenza


Copia conforme all’autografo da me posseduta Sac. Leonardo Mazzucchi dei Servi della Carità

Casa Div. Provvidenza, V. T. Grossi, 18 Como