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[Minuta; Orvieto 1900? vi è il foglio strappato]
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Gesù e le Anime!
Veneratissimo Monsignore,
Nella settimana entrante Don Albera sarà costì con un eremita e col Chierico Don Sollecito, che dovrà surrogare pel prossimo marzo il Campi, obbligato al servizio militare.
Dalla
visita alla Colonia, partii da Orvieto soddisfattissimo
soddisfatto e ne …. il Signore del buon ……….
…….
Gentili. Convinto che la
Colonia Agricola di
l’istituzione agricola di Orvieto sui
beni della S. Sede non solo
possa segnare un passo rilevantissimo di progresso nella cultura
razionale di codeste campagne e che Dio voglia per opera degli
Eremiti della Sua Divina Provvidenza fare propagare e diffondere dai
beni nella S. Sede l’Ora et Labora degli antichi ....
La
assicuro che farò tutti i sacrifici possibili perché detta Colonia
si avvii bene. nè
manchi specialmente ora personale di fatica necessario e
dell’indirizzo necessario
Nella settimana entrante verrà costì D. Albera che ora tro… a
Cerami, nel centro ……….ia, e verrà con ..... giovane
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[Minuta; Orvieto a Mons. Bandi 1900]
……….. presente Monsig. Vescovo che diceva anche lui di sì col volto e col capo.
Io li ho assicurati che sarei andato di frequente (la V. Eccellenza lo sa che tante volte non ho neanche i soldi, almeno mi indennizzassero di viaggi! Solo da Roma Orvieto e viceversa ho dovuto spendere 16 lire) - e anzi ho detto: sentano, come ho promesso ai figli della Petrara, se Don Paolo non si ferma a Roma a fare il suo onomastico, vengo appena appena posso, vengo su con lui ancora alla Petrara. E essi: ma sì! ma sì! tutti contenti, tutti soddisfatti!
Poi
si sono messi a parlare dell’andamento della Colonia e si dissero
contenti di tutti di
Don Albera
e molto contenti di Don Paolo, e di tutti.
Solo
l’Ing. Zampi, che è l’Architetto del Duomo di Orvieto, mi disse,
a nome anche degli altri, di pregare Don Albera di andare adagio,
perché non possono toccare i fondi e lui vorrebbe
vuole un po’ correre e abbracciare
fare e fare, e loro si trovano in una posizione un momentino critica
ché i fondi non li possono toccare, tanto che per ora si è dovuto
sospendere la chiesa, di cui esistono solo le pareti.
Ma
mi hanno pregato di dirglielo in bel modo perché un po’ presto ad
offendersi, perché loro non li ha sentiti e vuole fare un po’
indipendentemente. Ed io li ho assicurati in bel modo, ma intanto
diceva tra me: altro
che andare adagio, altro che adagio, sì state tranquilli andrò:
O Signore, aiutatemi!
Poi
il cav. Onori e l’ing. Zampi devono avere capito che Don Albera
voglia fare da sé, perché l’Ingegnere mi disse una parola: Se io
so che voi non vi lasciate abbattere io avrò più confidenza e vi
dirò sempre tutto, diversamente non saprò come fare, perché
non che non abbia confidenza ma ho compassione, sapendo bene come
siete invecchiato, quanti dispiaceri avete già, e non saprei come
fare a parlarvi.
Io
ho trovato dunque e la Commissione e il Vescovo di Orvieto
contentissimi di tutto, eccetto delle osservazioni che ho già detto
sopra. E
quando sono partito il Vescovo mi ha lasciato ossequiare.
Il
Vescovo aspetta il decreto che gli ho detto avrebbe spedito Vostra
Eccellenza od io, e prima di venire via, la Commissione, insistette
che tornassi presto ancora, e il Vescovo mi disse confidenzialmente
di
certi bisogni
di certe grazie spirituali che ha bisogno, dicendomi di pregare per
Lui e benedicendomi. E tutti mi hanno lasciato di ossequiare Vostra
Eccellenza. E la sera sono partito arrivando a Roma verso mezzanotte.