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[Minuta a Bandi, 1903, 1904]



Mio Veneratissimo Padre nel Signore,


Stamattina sono giunto da Orvieto ed ho trovato la Vostra Lettera. Ho già fatto quanto mi dicevate nel biglietto qualche cosa jeri, il resto lo farò oggi. Contrariamente alle disposizione date da Vostra Eccellenza, ho trovato il Don Albera si fermerà alla Petrara, e la posizione l’ho trovata girata in modo tale che non mi pare più possibile mantenere la responsabilità di quella Casa.

A furia di andare e venire da Orvieto vi ho già speso più di 150 lire - sono venuto già tre volte a Tortona: ora siamo al sicut erat. Io l’ho detto a Vostra Eccellenza che Don Albera avrebbe fatto un giochetto.

Vostra Eccellenza mi disse: - il Vescovo d’Orvieto doveva comunicare il richiamo, - il Vescovo d’Orvieto mi dice:- ho scritto chiaro al Vescovo di Tortona che non lo lasciasse più venire - ora l’ha lasciato venire. non posso fare diversamente.

Intanto vuole che io mantenga la responsabilità morale di quella Colonia - ma come si fa?

Il protezionismo è arrivato ad un punto che non si può né prevenire né reprimere, basti dirle che la essere la posizione tale, che non si è stimato conveniente neanche punire un ragazzo sorpreso a commettere una azione turpe con una bestia, - perché non ne venissero gravissimi inconvenienti: ora come si fa a stare là?

Non è bene Dovremo coonestare con la nostra presenza ciò che è avvenuto e che può avvenire?

Castigare non si può, perché egli, finché sarà là , sarà sempre il Direttore, e anche si dica che la disciplina





















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non dipende da lui ma da D. Risi - questi non farebbe che farsi odiare se punisce e creare dualismi - poiché, l’altro non punendo, si capisce che i giovani alla sua ombra siano con lui.