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Mio Venerato Monsignore, di Orvieto
Ricevo qui alla posta il Suo biglietto mentre Vostra Eccellenza avrà stamattina ricevuta la mia.
Io verrò al più presto, al più presto, è questione di qualche giorno e nulla più. Sono dolentissimo avere col mio silenzio cagionato ansietà a Vostra Eccellenza, dirò anche che lo capiva; ma il Signore ha permesso che mi trovassi in circostanze tali che io parlare non poteva o almeno non era conveniente, e scrivere neanche, poiché - e questo non sarà mai colla grazia del Signore - avrei dovuto scrivere diversamente dal mio Padre nel Signore anche per il semplice criterio di convenienza. Ma adesso farò già male a scrivere così? io Vi avverto del male, poiché voglio salvarmi l’anima e non voglio fare male, con la grazia del Signore, a nessuno.
Ho passato dei momenti di molte angustie, ma sia benedetto il Signore: quest’Opera se è da Dio dovrà andare avanti così. Mi rincresce che patiscano gli altri e che stavolta ci sia anche Vostra Eccellenza.
Ho
la consolazione di dire che
il mio Vescovo
l’Opera della Divina Provvidenza è pienamente col Suo Vescovo e ci
starà a ......