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[Da fotocopia di Minuta Messina 3. 6. 1911 vedi anche Volume 107 / 142]



Rev.mo Monsignore,


Sua Eccell.za Rev.ma Mgr. Misciattelli mi scriveva, il 30 maggio, avergli il S. Padre fatto conoscere che Suo desiderio sarebbe mi cedesse la proprietà della Colonia di Monte Mario, - e perciò cui egli ben volentieri annuiva mi diceva che io, accettando, a e perciò mi invitava subito a Roma per fare una finta vendita. Non essendomi Siccome non mi era possibile poteva partire subito, così ottenni dallo stesso Rev.do Mgr. Misciattelli di poter venire entro la prossima settimana.

Tuttavia, anche prima di intanto che sto a giungere ai piedi del S. Padre per ringraziarLo della Sua grande e più che paterna carità, sento di non dover non frapporre indugio ritardare a fargli pervenire la espressione di tutti quei sentimenti di filiale affetto profonda e vivissima gratitudine e di filiale affetto per questo suo nuovo tratto di singolare bontà verso di me e dei piccoli Figli della Divina Provvidenza.

Caro Monsignore, mi sento così sono così e sono così meschino che non so se saprò esprimere affetto in Domino non ho, né posso avere cosa veruna per dimostrare quanto amore sento verso il nostro Beatissimo Padre, ma si degni Lei, Rev.mo Monsignore di farsi interprete per me, mentre io prego Iddio si supplire al mio niente, e credo che il S. Padre sarà certo contento di questa sostituzione


























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per Sua Santità e di supplire Lui Egli per la sua mia nullità e credo che il Santo Padre sarà certo contento di questa sostituzione.

Intanto adunque che sto a recarmi a Roma depongo già ai piedi del S. Padre me e tutti i miei figlioli.

Noi siamo la più piccola Congregazione, e i figli più piccoli si dice che sono sempre i più cari alla Mamma alla Mamma. Ora il S. Padre per noi, dopo la Madonna SS., vedo che fa proprio da Mamma, tanto che ha pensato di dare al nascente Istituto di avere una Casa vicino a Lui e alla S. Sede, ed io non domando a Dio altro per me e pei miei che di essere tutta roba della Santa Sede.

La prego di considerarmi colla sua solita bontà più profonda stima e venerazione qual ho l’onore di esserLe

Umil.mo Suo Servo in G. C.


 Sac. Luigi Orione.


(timbro a secco:)


Sacra Congregatio Consistorialis