V109T028 V109P040


[Minuta febbraio 1904]



Veneratissimo Monsignore, (di Orvieto)


La venerata lettera di Vostra Eccellenza mi giunse a Tortona che io stava per partire. Tuttavia potei parlare con Monsig. Vescovo e comunicargli l’impressione di Vostra Eccellenza. Il mio lungo silenzio, prima del telegramma del 28, fu motivato da delicatissime ragioni di riguardo al verso il mio Veneratissimo Vescovo, che mi disse d’aver scritto a Vostra Eccellenza …….. prima che io arrivassi a Tortona, e che avendomi dovuto fermare una giornata a Genova dopo conferito con Don Albera.

Io ho capito di essere stato dipinto

Dopo detto il Il 28 telegrafai perché mi era stato assicurato che tutto era fatto e Don Albera già era partito per Orvieto, ed io sentii allora di non trovarmi più in angustie interne e nella posizione di prima, ma, appena dato a V. Eccellenza il telegramma, fui chiamato da altro telegramma presso un mio caro confratello che moriva quel giorno, poi dovetti andare a Milano e Brescia per interessi della Congregazione e, nel ritorno e mentre stava per venire a Roma, ricevetti la Sua.

Allora non ebbi più il tempo di scriverle terminarle la lettera che aveva già incominciata due o tre volte.

A giorni sarò Non potei passare da Orvieto, perché teneva già il ritorno per Roma; a giorni però sarò da Vostra Eccellenza e spero che, quando mi abbia benevolmente sentito, mi avrà per iscusato.

Per ora Le dico che Monsig. Vescovo volentieri vede che Don Albera si incardini ad Orvieto, come egli ha detto che avrebbe facilmente ottenuto, a Bagnorea o a Città della Pieve, per togliersi così ogni responsabilità, ma ultimamente disse che quando gli si dicesse di richiamarlo, ...