V109T036 V109P049
[Minuta]
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Roma, 27 (maggio) 904, ore 15
Eccellenza Rev.ma,
Ricevo ora la venerata lettera di Vostra Eccellenza del 25 corr., con la dichiarazione di D. Albera e l’articoletto “dell’Unione Popolare”.
Stamattina,
non avendo più fatto a tempo a vedere il M. R. D. Fumi alla
stazione, sono
andato a S. Silvestro donde
Le ho spedito per espresso la lettera che
doveva rimettere alla Eccellenza Vostra il Don Fusi.
Come
ho detto a viva voce a
questi
al D. Fumi e come stamattina ho scritto, il Don Risi firmerà una
dichiarazione fatta come piace a V. Eccellenza, secondo che Ella
meglio di tutti può
vederne il bisogno
e la portata delle espressioni.
Se poi deve firmare una dichiarazione nei termini di quella di D. Albera, - farà anche qui in tutto come meglio crederà l’Eccellenza Vostra.
Mi
prendo la libertà di dire
Umilmente però faccio osservare che la dichiarazione di Don Albera
non è esauriente, non solo, ma, per chi sa le cose, mostra il lato
indirettamente insinuante. Egli, come direttore, sarebbe tenuto a
smentire per sé e per il personale addetto e
questo lo doveva fare, egli che sa le cose come sono.
Ma non lo farà, poiché mi risulta che alcuni ragazzi, essendo andati a visitare le lenzuola del letto di Don Risi, poi parlarono di questo loro atto a Don Albera e Don Albera invece di reprimere disse: eh, già, siccome fa niente e quindi l’espressione almeno era questa di cui V. E. comprenderà la gravità.