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[Minuta]
Il primato de Pietro
Più volte Gesù aveva detto prima di morire che eleggeva l’Apostolo Pietro a Capo e fondamento della sua Chiesa.
Un
giorno, nelle vicinanza della città di Cesarea di Filippo, aveva
chiesto agli Apostoli: “Che
dice la gente che
di me? Chi dicono che io sia?
“E quelli risposero: “Maestro, alcuni dicono che tu sei Giovanni
Battista, risorto, altri che tu sei Elia e Geremia oppure qualche
altro dei profeti”.
“Ma voi, replicò Gesù, chi credete che io sia?”
Rispose per tutti Simon Pietro e disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente”.
A questa solenne professione di fede, Gesù, che già aveva destinato Pietro a capo della società di credenti che egli avrebbe fondata per conservare e diffondere in mezzo a tutti gli uomini i benefici della sua redenzione, disse a lui solennemente:
“Beato sei tu, o Simone, figlio di Giona, perché non é la carne o il sangue che abbiano rivelato a te questo, (non è l’umana sapienza che ti fece parlare così) ma il Padre mio che sta nei Cieli.
Ed io dico a te che tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa. E le potenze dell’inferno non prevarranno mai contro di essa.
E a te darò le chiavi del Regno de’ Cieli, onde tutto quello che tu avrai legato su la terra, sarà legato in Cielo, e quello che tu avrai sciolto su la terra sarà sciolto in Cielo.
Si intende facilmente che Gesù, dicendo che dava a Pietro le chiavi del Cielo, voleva dire che gli dava l’autorità suprema.
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Le
chiavi sono simbolo della potestà e padronanza, sia presso di noi
che presso tutti i popoli dell’Oriente, ove Gesù visse parlava.
Dare
Consegnare le
chiavi di una città
significava nel Medio evo riconoscere
per padrone
dare la padronanza
sulla città.
Dante dice di Pier delle Vigne che “tenea del cor di Federigo ambo le chiavi”, cioè ne era il padrone, e gli faceva fare come voleva.
Gesù dà a Pietro le chiavi.
Vuol dire che lo costituiva padre e capo della famiglia cristiana. Egli - nella persona di chi gli succede – può aprire e chiudere le porte del Regno de’ Cieli in virtù dello Spirito Santo che lo assiste come gli ha promesso Gesù Cristo.
Per
questo il Vescovo di Roma, dove San Pietro é morto, essendo
legittimo successore di lui sulla Cattedra Apostolica é unico erede
del suo primato
potere
del suo primato, da tutti i fedeli é chiamato “Papa”
perché é il Padre di tutta la grande famiglia cristiana e il capo
supremo e infallibile della Chiesa di Gesù Cristo.
Gesù
Cristo
Il Divino Maestro aveva detto a Pietro che avrebbe pregato per lui,
perché la sua fede non venisse mai meno, e gli ordinava di
confermare nella fede i suoi confratelli.
Ma,
dopo che Pietro aveva negato tre volte Gesù, e aveva pianto il suo
peccato il Signore volle confortarlo e più chiaramente confermargli
la suprema autorità che
già gli aveva conferito.
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“Pasce
agnos Pasce oves
meas”.
Ciò fu dopo la Risurrezione e in occasione della simbolica pesca miracolosa.
Gesù volle così che Pietro, con una triplice testimonianza di amore, riparasse il fallo commesso di averlo tre volte negato, e che tutti fossimo assicurati del so potere, della sua fede, del suo insegnamento.
Gesù dunque disse tre volte a Pietro: “Simone, mi ami tu?”
E Pietro altrettante volte, e sempre con maggior forza di amore, rispose: “O Signore, tu lo sai quanto io ti amo!”
E Gesù: “Se mi ami, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.”
E così Gesù Cristo affidò il governo della sua Chiesa a Pietro e ai Suoi Successori.
Gli agnelli sono i fedeli: le pecore sono i Vescovi.
Pascere
vuol dire guidare
e nutrire
insieme: per
la diritta via e colla sana dottrina
guidare per la diritta via: pascere colla sana dottrina di Gesù
Cristo.
Oh quanto é grande il potere e la dignità che Pietro ha ricevuto dal Signore!
E
come deve essere profonda la nostra venerazione e il nostro amore per
Lui e per Quegli che Lo
rappresenta su la terra
gli è Successore sulla Cattedra Apostolica di Roma e che rappresenta
in terra Gesù Cristo, il Papa.
Il
Papa
Tutti i Santi hanno sempre tanto amato il Papa!
La grande italiana e grande Santa Caterina da Siena era solita chiamare il Papa “il nostro dolce Cristo in terra”.
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…... é il Vicario di G. C. È il capo infallibile della Chiesa - è ispirato e condotto dallo Spirito Santo - i giudizî della S. Sede non hanno nulla di comune co’ giudizî precipitati e riscaldati degli uomini di partito. - La S. Sede non é soltanto il fondamento della Religione, ma ben ancor la pietra inconcussa della società umana.
I Pontefici Romani hanno spesso detto la verità in faccia ai dominatori del mondo e ai persecutori della Chiesa la perturbazione dell’animo annebbia la mente e rende più difficile un’umile e filiale sommissione alle decisioni del Capo della Chiesa.
I veri figli della Chiesa devono pregare per il Papa.
O
Signore, noi siamo milioni di credenti che ci prostriamo oggi ai tuoi
piedi e ti preghiamo che tu salvi, protegga e conservi lungamente il
Vicario di G. Cr., padre della grande società delle anime e pure
padre della fede del glorioso popolo Argentino. Volgiti oggi pietoso
a noi, che, quasi dimentichi di noi stessi, preghiamo oggi
soprattutto per lui. Unisci le nostre orazioni alle sue oggi, e
ricevile nel seno della tua misericordia, come profumo soavissimo
della carità viva ed efficace, onde i figliuoli sono nella Chiesa
uniti al Padre: tutto ciò che egli
oggi
Pio XI, oggi incoronato sotto la cupola di Michelangelo a S. Pietro
in Vaticano, tutto ciò che egli ha chiesto per noi e noi te lo
chiediamo per lui. Se egli piange - dolori e gioje.
Noi ti ringraziamo di averci dato il tuo Cristo visibile in terra in Pio XI.
Pio X - sono nato povero
Benedetto XV - Volentieri offro la mia vita per la pacificazione del mondo.
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Pio XI - Volete sapere chi sarà? Volete sapere che farà?
L’avvenire appartiene a Cristo, a Lui solo e al Suo Vicario in terra che a quel Verbo morale che rigenera, quella legge di libertà , di progresso e di amore, da cui ogni democrazia può sperare incremento. Non pretendo fare il profeta: Cristo é ancora giovane - Se schiavi, se lagrime ancora rinserra, é giovin la terra. - Cristo è ancora giovane - e se dal piedestallo possiamo arguire le dimensioni del monumento, per Cristo e per il Papato che hanno avuto 60 secoli di preparazione, che cosa sono mai 20 secoli di vita?
La via é ancora lunga... T’avanza, o divino straniero, più lunga é la via: senti il grido angoscioso di tanti popoli che anelano a Te: a Te appartengono: sono la tua morale e spirituale conquista.
Garib. a Mgr. Bedinni nel 1847: il trono di S. Pietro riposa su basi che non potranno esser mai rovesciate.
Nel 1875: diceva al popolo di Roma: credetelo, io non voglio male al Papato, ed aggiungeva il perché : Il Papato, diceva, ha reso dei servigi all’Italia, ha conservati tanti monumenti, tanti manoscritti, tante memorie che senza di esso sarebbero andate perdute.
(Il Secolo, 16 - e del 17 febbrajo 1875)
Ed io, con Garibaldi, ammiro nel Papato una potenza morale la più grande e invincibile e la più grande forza morale del mondo e lo amo come promotore di civiltà.
(Ma se favorì sempre l’ignoranza - ma questo lo dicono gli ignoranti.
Un nostro Ministro di Istruzione Pubblica, il Miceli
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(Relazione e decreto 30 Genn. 1880) “Fin dal Medio evo vediamo in Roma meglio che in ogni altra Città italiana, coltivarsi ogni ramo di scibile umano, e imposta dall’antichissimo suo statuto l’istruzione secondaria e popolare mediante l’istituzione di scuole”.
Non negherete che il Papato fu un male per l’Italia.
Lo nego anzi e vi dico con Giuseppe Mazzini che Roma fu due volte Metropoli e tempio del mondo europeo: la prima, quando le nostre aquile conquistatrici percorsero da un punto all’altro le terre conosciute e le prepararono all’unità colle istituzioni civili; la 2.a quando, domati dalla potenza delle grandi memorie e dalla ispirazione religiosa i conquistatori settentrionali, il genio dell’Italia si incarnò nel Papato.
(Doveri dell’uomo c. 5)
Se non lo fu pel passato, lo é ai tempi nostri. Ebbene vi dirò invece con un grande dei tempi nostri; Ugo Foscolo: che noi Italiani dobbiamo voler il Papa sempre in Italia, difeso dagli Italiani, e volerlo fin all’ultimo sangue.
(Discorso 2.do della Servitù d’Italia).