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[Da copia stampata, bozze di stampa, vi sono correzioni ed aggiunte di Don Orione]



Ospizio Sant’Antonio per i poveri Vecchi Piccola Opera Divina Provvidenza – D. Orione Ameno (Novara)


Minimo Omaggio al Santo dei Miracoli

nel VII° Centenario della gloriosa Sua morte

Tortona - Scuola Tipografica S. Giuseppe – 1932


Cenni biografici su Sant’Antonio


Il nostro Santo nacque a Lisbona il 15 Agosto 1195, dal nobile Martino Buglione e da Maria Teresa Taveira. Al battesimo, somministratogli nella Cattedrale, ricevette il nome di Fernando.

Dalla pia genitrice succhiò col latte, una tenera e filiale divozione per la Madonna; cosicché, ancora bambino, si sentì ispirato a farle voto perpetuo di verginità. Maria, Gesù Eucaristico e una purezza da angelo furono poi sempre i principali suoi amori. Mirabile era pure la sua carità pei poveri.

Fattosi religioso, a soli 15 anni, tra i Canonici Regolari di S. Agostino, nel Convento di S. Vincenzo de Fora, per maggiormente staccarsi dai suoi, ottenne in seguito il trasferimento in quello di S. Croce di Coimbra. Tanta era la sua unione con Dio che, pure addetto ai servizi della casa, trascorreva tutta la sua giornata in santi affetti e preghiere. E un giorno il Signore volle premiarlo, facendolo assistere alla celebrazione della S. Messa attraverso il muro de luogo ove stava.

Ma Iddio lo voleva definitivamente sotto altra regola, tra altri compagni. Scosso dal passaggio trionfale delle reliquie di alcuni francescani martirizzati nel Marocco;




















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bramando lui anelando egli pure di spargere il sangue per la fede, chiese ed ottenne di rendersi frate Minore, entrando, nel 1220, nel Convento dell’Olivarez, dove gli viene venne imposto il nome di frate Antonio.

I suoi desiderî del martirio, però, non poterono essere appagati: giunto anch’Egli al Marocco, presto una malattia lo fa ritornare. Senonché, per disposizione divina, nel viaggio la sua nave viene spinta dall’uragano da una tempesta di mare verso la Sicilia.

In seguito, recatosi al Capitolo di Assisi, viene destinato a un posto di nascondimento di umiltà, da cui, solo occasionalmente, Iddio lo toglie per metterlo sul candelabro, a comune edificazione e vantaggio. Fu quando nel 1222 a Forlì, dove aveva accompagnato alcuni Confratelli ordinandi, tenne agli stessi, in mancanza di altro oratore, alcuni sermoni che colpirono per dottrina, forza e unzione.

Da allora spese il restante di sua vita nel ministero della predicazione in Francia e Italia; ovunque destando interesse, ricavando copiosissimo frutto; tutti edificando ad entusiasmando coll’esempio di ogni più eletta virtù.

Terminata nel 1231 a Padova la predicazione quaresimale, per ristabilire alquanto la scossa salute, si recò a Camposampiero in parte del Conte Tiso; ma aggravatasi, invece, l’idropisia, che da tempo lo tormentava, e presentando prossima la sua fine, decise di affrettare il ritorno a Padova la sua città prediletta.

Peggiorato nel viaggio maggiormente il male e costretto di a fermarsi nel sobborgo allora, di Arcella, vi rese lo spirito sull’ora del tramonto: era il 13 Giugno 1231.

Subito fu acclamato Santo e Gregorio IX iscrivendolo nell’anno seguente, tra i Santi canonizzati, ratificò la comune voce popolare.

























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Molteplici Molti miracoli illustrarono Antonio ancor vivo. Fanciullo, imprime col pollice un segno di croce sul gradino dell’altare, a confusione del demonio; per convincere gli eretici, costringe ad atti di intelligenza le creature irragionevoli: ricongiunge il piede alla gamba di un figlio pentito, che se l’era tagliata, dopo percossa la madre; fa trovare tra l’oro di un avaro il cuore dello stesso; presente a Padova, si biloca in Lisbona, dove risuscita un morto, a testimonianza di verità; le sue notti di preghiera sono rallegrate dalla celestiale presenza di Gesù Bambino e, miracolo di santa fortezza e cristiano coraggio, umilia il tiranno Ezzelino e lo piega a più miti consigli.

Dopo morte, più non si contano i prodigi operati da Antonio, cosicché è ben giustificata la divozione che lo fece il Santo dei fedeli di tutto il mondo. I quali I fedeli, certi di essere esauditi, a lui ricorrono in ogni più svariata circostanza e bisogno.

Innumerevoli sono le istituzioni ed e le opere poste sotto la protezione Taumaturga del Santo di Padova e o fregiate del suo nome: tra queste il nostro umile Ospizio.