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[Da copia stampata, bozze di stampa, - vi sono correzioni ed aggiunte di D. Orione]



Mezzi per coltivare le Vocazioni

tra i nostri giovani


Iddio misericordioso, immensamente ricco di grazie, nella stessa creazione dell’uomo, stabilisce a ciascuno una via, la quale percorrendo egli può con molta facilità conseguire la sua eterna salvezza. Colui che si mette per quella via, e per quella dirittamente cammina, con poca fatica adempie la volontà di Dio, e trova la sua pace; al contrario, correrebbe grave pericolo di rendersi immeritevole delle grazie necessarie per salvarsi. Per questo motivo il Padre Granata chiamava la elezione dello stato la ruota maestra della vita. Siccome negli orologi, guasta la ruota maestra, è giusto tutto il meccanismo, così, nell’ordine della nostra salvazione, errato lo stato, andrà errata tutta la vita, dice S. Gregorio Nazianzeno.

Se noi pertanto vogliamo accertare la salute eterna, bisogna che cerchiamo di seguire la divina vocazione dove nella quale Dio ci apparecchia speciali aiuti per giungere a salvamento. Perché, come scrive San Paolo; unusquisque proprium donum habet ex Deo. Cioè, spiega Cornelio A Lapide, Dio a ciascuno dà la sua vocazione: egli elegge lo stato in cui lo vuol salvo. Essendo adunque la vocazione cosa di tanta importanza, noi dobbiamo darci massima cura di coltivare nella pietà quei giovani che mostrassero speciale attitudine allo studio e al lavoro e aspirassero allo stato ecclesiastico o religioso. Scopo dei nostri Istituti è di formare dei buoni cattolici, devoti in tutto alla Sede Apostolica e degli onesti cittadini. Non si tratta adunque nel promuovere le vocazioni, di sforzare alla vita religiosa chi no ha ad essa la vocazione;






















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ma di coltivarla e svilupparla nei giovanetti che ne dessero chiari segni.

Molti giovani vengono a noi che Iddio, Celeste Agricoltore, ha già gettato nei loro cuori il seme della vocazione religiosa, ed ha già forse fatta loro sentire, ed ha egli stesso colle sue grazie già sviluppato il germe della santa vocazione: cari giovani: essi sono un grande dono di Dio: bisogna aiutarli col pregare per essi, coll’animarli ai sacramenti, cogli esempi, con la divozione alla Madonna, ecc. Per il che si danno qui alcune norme pratiche.

I. La vita esemplare, pia, esatta dei Figli della Provvidenza: la carità tra di loro: le belle maniere e la dolcezza cogli alunni sono mezzi efficaci per coltivare le vocazioni allo stato religioso, perché verba movent, exempla trahunt.

2. Tutti i Superiori: Fratelli Laici, Chierici e Sacerdoti, sappiano cogliere l’occasione per proporre esempi edificanti di Santi, di venerandi Sacerdoti, e specialmente di quelli che si resero celebri a giovamento del la Chiesa, del buon costume e della civile società.

3. I Direttori dei Collegi promuovano lo studio della lingua latina, ispirandone agli allievi la stima e l’amore: il latino giova ad aiutare le vocazioni.

4. Si consiglino gli alunni a non parlar della loro vocazione, se non col loro Direttore Spirituale, e con persone pie, dotte e prudenti.

5. Si istituiscano pie Associazioni: la Congregazione di Maria SS., di S. Luigi, di S. Giuseppe, dei SS. Angeli Custodi, per promuovere con esse le moralità tra gli allievi, e si procuri che le medesime abbiamo un capo di buon spirito e di speciale attitudine all’uopo.



























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6. Tutti i Superiori usino benevolenza ai membri di queste Associazioni, ed impediscano ogni disprezzo che possa loro pervenire; ma nello stesso tempo si guardino dall’avvilire quelli che non appartengono ad esse. Occorrendo di dare qualche avviso o fare qualche rimprovero ad un giovane appartenente ad una di queste associazioni, per quanto è possibile, lo facciano con grazia e privatamente.

7. Nelle conferenze si trattino materie adatte, e vi si leggano preferibilmente le biografie di pii giovinetti, le cui virtù siano praticabili nella loro età e condizione, come pure relazioni delle fatiche apostoliche sostenute dai Missionari a vantaggio della Religione e della civiltà.

8. In occasione degli Spirituali Esercizî, soliti a darsi nei Collegi e Colonie Agricole fra l’anno, si tratti in qualche istruzione della necessità ed importanza di riflettere sulla scelta dello stato.

La stessa cosa faccia il Direttore di quando in quando nel corso dell’anno, e preghi la Madonna SS. per le vocazioni.

9. Si raccomandi molto molto la Comunione frequente, e una tenera divozione alla Madonna SS.ma con qualche piccola mortificazione in suo onore.

10. Si consiglino attentamente gli allievi alla fuga dei cattivi compagni ed alla frequenza dei buoni: ad astenersi dalla lettura di libri non solo cattivi e pericolosi, ma anche dagli inutili e meno opportuni.

11. Pel tempo delle Vacanze si raccomandi la frequenza dei SS. Sacramenti e l’assistenza alle funzioni religiose; ed anche di tenere relazione espistolare coi propri Superiori.

























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12. Si persuada la necessità  di una vita ritirata in tempo di vacanza, e si cerchi modo di diminuire ai giovani la dimora fuori di Collegio, dando comodità di continuare le vacanze in alcuna delle nostre Case, coi necessari sollievi. Le vacanze sono fatali alle vocazioni, non solo pei pericoli che sempre si trovano nel mondo, ma anche per quelli che soventissimo di trovano presso gli stessi parenti.

13. Si invitino nelle vacanze autunnali i giovani che danno qualche speranza di vocazione religiosa a fare gli Esercizî Spirituali, o insieme con i Chierici o ad un corso apposito per essi.

14. Si allontanino inesorabilmente dalle nostra Case quei giovani e quelle persone che in qualche modo si conoscessero pericolose in materia di moralità e di religione e facessero propaganza ostile alle vocazioni religiose.

15. Il Superiore farà di frequente una visita in ogni Casa, per dare a ciascuno comodità di parlare di vocazione. Il Direttore locale poi, alcuni giorni prima, dia avviso di questa visita ai giovani, e li animi alla confidenza col Superiore.