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[Da Bollettino Opera, Febbraio 1936, pagg. 5 e 6 rileg. vedere anche Lett. D. Or. Vol. 19, pagg. 16 e segg.]
Anime e Anime!
Da Santiago (Cile) 30 Gennaio 1936
Caro Don Sterpi,
La grazia di N. Signore Gesù Cristo e la sua pace siano sempre con noi!
Eccomi giunto a Santiago del Cile, sorvolando in Avion Panagra la Cordigliera delle Ande a circa seimila metri d’altezza. Il viaggio è durato poco più di un’ora e un quarto, e andò benissimo. Deo gratias! In parecchi momenti ho respirato ossigeno: ma più per precauzione che perché ne sentissi vera necessità. L’aeroplano passò tra il monumento a Cristo Redentore e la vetta del Nicaragua la più alta delle Ande, più di 7000 metri. Ho potuto osservare molto bene tutto e anche sono passato sul lago degli Incas è azzurrissimo. Chi m’avrebbe detto mai quando tante volte, nei discorsi sui morti, ho predicato che neanche gli Incas, (tribù selvagge, che nel Perù, facevano scorrerie, sul Cile, spargendo terrore e morte), chi mai m’avrebbe detto che un giorno, sarei volato su di un lago delle Ande, che porta ancora il nome di quei barbari i quali pur adorando il sole e con mille superstizioni religiose, non si rassegnavano però ad essere un pugno di polvere indegna, ma credevano in una vita, dopo la presente vita, dove si sarebbe fatta giustizia di tante ingiustizie che si commettono sulla terra? E non volevano che le tombe dei loro morti fossero profanate. E quando, ragazzo, piangevo alla lettura del noto racconto del De Amicis, “Dagli Appennini alle Ande”, avrei mai pensato che, non solo giunto a Mendoza ai piedi delle Ande, ma, col divino aiuto, le avrei sorpassate a volo confortato e sorretto dalla carità di Gesù Cristo, per la gloria del Signore e la salvezza delle anime?
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Ah! caro Don Sterpi, di tutto diamo grazie a Dio, e solo a Lui sia ogni onore e gloria.
C’erano a ricevermi due Sacerdoti Salesiani, un italiano, Don Mangoni, di Alba, e un polacco, che è prefetto del Collegio Don Bosco, dove ho trovato accoglienza più che fraterna. Il Direttore, quando giunsi, non era a Santiago, venne più tardi; e, vedete combinazione! è uno dei fratelli Rabagliati (tre Sacerdoti Salesiani) di Occimiano; eravamo insieme all’Oratorio di Torino quando morì Don Bosco, egli indietro di me per età e studi di qualche anno, ma io lo ricordo bene. Questa sera siamo stati insieme per qualche ora a riandare quei tempi felici, e mi pareva d’essere ancora in Italia, e d’essere diventato tutto come allora. Ha voluto che dessi la buona notte al personale del Collegio, poiché, domani, 31 gennaio, è l’anniversario della morte di Don Bosco, ho ringraziato delle accoglienze ed ho ricordata la santa morte di Don Bosco, e come si rimanesse noi in quei giorni, all’Oratorio di Valdocco. Ma per stasera, basta, voglio finire con Don Bosco, e vado a dormire, ché, sento, ora, d'essere un po’ stanco. Deo gratias et Mariae! E Iddio ci benedica tutti.
31 Gennaio I° g. Mattino
Sia lodato il Signore! Ho riposato bene con la Reliquia del Cottolengo accanto. Mi son detto già tutto l’Ufficio divino ed ho celebrato qui, nella chiesa dei Salesiani, la mia prima Santa Messa in Cile, all’altare del Bambin di Praga. È una chiesa grande; a tre navate, stile gotico: sull’Altare Maggiore troneggia un gran quadro di Maria Ausiliatrice, fac simile di quello che è a Torino, un po’ più piccolo. La chiesa è Parrocchia, il Collegio è vastissimo, a più cortili: ha oltre 700 alunni parte studenti, parte artigiani. Oggi con l’aiuto di Dio, comincio a fare qualche cosa in Cile, nel nome della Divina Provvidenza.
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Pomeriggio del 31 Gennaio
Vi ho mandato un cable perché stiate tranquillo ed ho telegrafato anche a Bs. Aires. Jeri non ho potuto, perché non feci a tempo a prevalere moneta cilena, che, insigne benefattrice aveva depositato a mio conto in una Banca di qui. È stata una vera provvidenza, e Deo gratias!
Avremo in Santiago una bella Casa con cappella, in posizione centrale, in una delle vie principali. L’ho visitata questa mattina, e vi fui condotto dalla stessa donante, che venne qui appositamente dall’Argentina per consegna. Ora ci lavorano i muratori, e paga essa tutto. La Casa non è molto grande, ma molto adatta per fare del bene, è già ammobiliata, - penso di mettervi le nostre Suore, se così piacerà a questo Ecc.mo Arcivescovo. L’Arcivescovo, come pure il Nunzio non sono, al momento, a Santiago, spero vederli a giorni. Posdomani sono a Valparaiso, dove è la più numerosa colonia italiana del Cile, e dirò la S. Messa in un Istituti, che ci sarà dato in vicinanza di Valparaiso e quello resterà per giovanetti, specialmente pei figli di emigrati italiani. Viva l’Italia! Oggi o domani farò visita all’ambasciatore italiano di qui, so che desidera vedermi ed io pure desidero veder lui. E speriamo bene.
Vi ho scritto da Mendoza ma non feci a tempo a dirvi che ho accettato una donazione della distinta Signora Reyuale, alla quale morirono il marito e i due figli, travolti da un treno in corsa, mentre su d’un automobile attraversavano un passaggio a livello. Ci metteremo le Suore, raccoglieranno le fanciulle più pericolanti: - per noi c’è altro campo di lavoro a Mendoza pro orfani e fanciulli derelitti, come vi ho scritto. In Italia siamo in troppi, qui i sacerdoti sono rari e c’è tanto lavoro, anche per salvare la fede, insidiata dalle sette dei Protestanti. - Oh! come i Protestanti lavorano anche qui!
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Ed ora finisco, oggi sento il cuore un po’ stanco, ma pieno d’ardore per consumarsi per la Chiesa e per le anime. Pregate per me, fate pregare molto. Non so se subito potrò andare al Perù - è difficile. Dovrò certo, ritornare qui altra volta, prima di venire in Italia (se così al Signore piacerà), e allora andrò anche a Lima.
Come vi ho scritto, mandate le 6 Suore con l’Oceania, sarò a riceverle a Bs. Aires, e se non lo potessi io vi sarà Don Zanocchi e la Superiora che è in Argentina. Capisco che avrò bisogno di altro personale: preparatene di buono: mandatemi dei Religiosi e delle Religiose che abbiano molto amore di Dio e salute, e poi con l’amore di Dio viene tutto il resto. Avanti in Domino!
Non ho più tempo oggi. - Scriverò ancora. Pregate che dia tutta al Signore - alla S. Chiesa - alla Congregazione questa breve vita che mi resta.
Benedico a voi e a tutti di cuore in Gesù Cristo e Maria SS.ma.
Vostro
Sac. Luigi Orione d. D. P.