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[Minuta]


Perché, badate bene, o ricchi, la che la elemosina è un precetto, non è un semplice consiglio. Supporre che Iddio abbia abbandonato la classe più rumorosa dei suoi figli e la più bisognosa delle sue cure alla volontà e ai capricci della classe dei ricchi, è fare un’ingiuria alla Provvidenza del Signore.

Se la elemosina non fosse che un consiglio, S. Paolo non avrebbe scritto a Timoteo così: “Ai ricchi di questo mondo raccomanda di non essere d’animo d’altero, e di porre la loro speranza non nelle stabili ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce copiosamente d’ogni cosa perché ne godiamo. Raccomanda loro di far del bene, d’esser ricchi d’opere di bene, pronti a dare, a far parte dei loro averi, in modo da mettersi per conseguire la vera vita”. (Itim. VI, 17 - 19)

Se la elemosina non fosse che un consiglio il Divin Salvatore non darebbe in preda alle fiamme eterne preparate pel demonio e pe’ suoi angeli, coloro che nella persona dei poveri non lo hanno sfamato, dissetato, vestito, accolto, visitato (Matt. XXV, 41 - 43)

La elemosina, per chi ne ha è un debito reale, una vera restituzione.

Questa è l’idea che ce ne dà lo Spirito Santo (Eccl. IV, 8). Può essere atto di carità verso un tal povero a cui la donate, ma è un obbligo di stretta giustizia verso i poveri in generale, a cui la dovete, e sopra tutto per riguardo a Dio, che ve la comanda. Spero non gli vorrete contrastare il diritto di esigerla da voi, o ricchi. Egli vi assicura con giuramento che quello che voi fate al più piccolo de’ vostri fratelli lo fate a lui stesso (Matt. XXV, 40), Gesù Cristo sostituisce i poveri a sé medesimo, per ricevere il tributo che voi, o ricchi, gli dovete, pagare delle vostre ricchezze: Egli stabilisce i poveri suoi riscuotitori. Ed è non per le mani vostre, ma per le mani dei poveri che la vostra offerta giunge sino a Dio, e va a formare quel tesoro che un giorno vi troverete nella vita eterna. Di più ricordate, o ricchi, che la vostra elemosina otterrà da Dio il perdono dei vostri peccati, cioè o meglio, essa vi prepara la remissione dei peccati, poiché piega il cuore di Dio verso di voi e vi fa scendere le grazie della riconciliazione col Sacramento della penitenza o della carità perfetta, o per cui solo si ha il perdono dei peccati. E questo vi otterrà Ed è la preghiera del povero che vi otterrà questo, poiché essa s’innalza sino al cuore di Dio (Eccl. XXI, 6).

La vostra elemosina sarà la misura di quella che Gesù farà a voi: voi, o ricchi generosi, e voi tutti che adempite alle opere di misericordia, confortatevi perché riceverete dalla mano del Signore, in proporzioni di quello che il Signore avrà ricevuto da voi nella persona dei poveri o degli afflitti.

E Iddio poi è anche modesto nel richiedere: vi chiede unicamente il vostro superfluo: “Quod superest date pauperibus”: date ai poveri ciò che vi sopravanza. Se le vostre nostre facoltà sono mediocri, non temiamo di dare una piccola offerta: essa sarà sempre gradita. Se ti trovi nell’abbondanza, - diceva Tobia al figlio - dà abbondantemente; se hai poco, dà ancorché sia poco, ma dà volentieri (Tob. IV, 9)

Dunque anche voi o poveri, date poveri. E consolatevi perché nel Vangelo è scritto: “Gesù alzando gli occhi, osservò dei ricchi che gettavano i loro doni nella cassa delle offerte. Vide anche una vedova poveretta gettarvi due spiccioli; e disse: Io vi dico in verità che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri; perché tutti costoro hanno gettato come offerta del loro superfluo, ma costei nella sua povertà, v’ha gettato tutto quanto aveva per vivere (Lc. XX - XXI, 1 - 4)