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[Minuta di Tamburelli, corretta da D. Orione]



L’armata papale


La Chiesa nascente, l’umile folla cristiana veglia alla preghiera, espressione di cuori devoti, che si levano fiduciosi ed imploranti soccorso da Colui, che è al di sopra di uomini e d’ogni forza brutale e prepotente di prepotenti. Il nemico ruggisce, sitibondo di sangue, impaziente di vedere il primo Papa sul patibolo e disfatta la Chiesa, poiché, disperso e ucciso il Pastore si disperderanno le pecorelle; ma all’amore, al fervore, alle perseveranti suppliche degli umili fedeli, che gli fanno dolce violenza, il Cuor di Dio si apre:un Angelo discende, Pietro è tratto in salvo e la gioia del trionfo si diffonde tra quell’umile folla schiera credente che ha visto così sventati i disegni degli empi.

È confortante rileggere questa pagina del Sacro Testo degli Atti degli Apostoli in queste ore angosciose. Non sentite? I nemici del Papa urlano: i sofisti, maligni o prevenuti, Lo insidiano nelle sue opere o nelle manifestazioni del suo pensiero di Padre: i persecutori Lo assalgono da ogni parte con un accanimento furibondo, con una rabbia infernale....... Ebbene, vedete: in quest’ora di guerra universale ogni Re ha il proprio esercito, la propria armata che combatte: il Papa deve pure avere la sua armata potente, chi difende la Chiesa e il Patrimonio sacro della fede a lui affidato. Titti i cattolici devono sentire il dovere di partecipare a questa difesa del Vicario di N. S. G. C., e ciascuno deve impugnare l’arma.... Quale arma?

Impugnino l’arma e si lancino in prima linea all’offensiva, sotto il fuoco vivo, coloro, che sono abili lottatori colla penna o colla voce, per snidare il nemico; cioè l’errore od il male, e ricacciarlo “nello inferno - là, donde invidia prima di partillo” Gli inabili alle fatiche di guerra poi ricordino, che la guerra non si combatte solo al fronte, ma si combatte efficacissimamente anche in casa, nelle retrovie, nelle guarigioni. Impugnino essi, che sono la gran massa, l’arma potentissima della preghiera, e si serrino intorno al Papa in uno slancio fervido di concordia, di devozione, di resistenza all’opera nemica, subdola o paerta, di disgregazione. Mentre Pietro era in carcere, tutta la Chiesa vegliava in orazione continua assidua per Lui.... E la preghiera ha trionfato allora: e quell’umile pagina, che consacra le glorie della preghiera, si è perpetuata nella storia dei secoli fino a noi e di trionfo in trionfo passerà, affermando la sua divina efficacia, per tutti i secoli futuri. La preghiera e l’Eucarestia ci hanno da salvare!

Cattolici: il Papa è nostro Re il Vicario di Gesù Cristo è il Nostro Padre: difendiamolo, salviamolo!


 D. G. Tamburelli