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[Minuta]



Siamo sinceramente amanti della verità, e andremo alla fede. Non lasciamoci guidare da pregiudizî, da prevenzioni; rivolgiamoci con animo semplice a Gesù Cristo, e non potremo negare a Lui la nostra fede, né alla sua dottrina il nostro assenso: Egli stesso sarà la nostra luce.

Rendiamo alla fede questo doveroso ed elementare ossequio: chiediamola a Dio, viviamola, studiamola, e poi, se vi dà l’animo, respingetela, magari, ma non negate ad essa l’offesa irragionevole di negarla; peggio, d’insultarla o accusarla senza conoscerla; mentre sentiamo che essa, ed essa sola può dare una risposta a certe domande, un lenimento a certi dolori, e confortare di celeste speranza la vita di chi vuole essere uomo, poiché solo nella fede in Dio troviamo le ragioni della vita.

Quanta fede nel povero cieco che invocando Gesù, il Figliuolo di Davide, Lo riconosceva pel promesso Messia!

La sua fede nella divinità di Cristo, gli spianò la via al miracolo. E la umile e perseverante preghiera ebbe per effetto che Gesù sel facesse condurre innanzi, e lo guarisse.

Ma, o fratelli non è vero che di frequente ancor noi viviamo da ciechi! tale cecità ben più garve che quella del mendico di Gerico?

E tutti abbiamo sentiamo il bisogno di dare alla vita un’altra luce, e di viverla questa luce di fede.

Coraggio, adunque! cominciamo una vita nuova, una vita di fede!

Dalla stessa nostra cecità Iddio saprà ben trarre la Sua luce!

Diciamola anche noi la grande, la umile preghiera:

O Signore, fa che io veda!

Iddio dalla nostra stessa cecità saprà ben trarre la sua luce.