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[Minuta sul retro di lettera dattiloscritta]
Ammiriamo la fede del povero cieco, il qual invocando Gesù come il Figliuol di Davide, lo riconosceva pel promesso Messia.
Questa
La fede nella
divinità di Gesù
Cristo
gli spianò la via a conseguire la grazia.
E la umile perseverante sua preghiera ebbe per effetto che Gesù sel facesse condurre innanzi, e vedendo ch’egli confessava non gli poter venire ajuto che da Dio, lo guarisce.
Oh quanto siamo ciechi o fratelli, ancor noi, e di tale cecità ben altrimenti calamitosa che non era quella del povero mendicante.
Tutti abbiamo bisogno di un’altra luce, e sempre maggior luce di Dio.
Diciamolo anche noi con umiltà: Oh Signore che io veda!
Quante tenebre religiose! quante tenebre civili! quante tenebre morali! quante tenebre intellettuali! Dio mio quanta cecità: fate che ci vediamo!
La fede è la prima virtù del cristiano, e indirizza la ragione; noi per la fede crediamo alle verità rivelate da Dio che la Chiesa ci propone a credere.
Chiediamolo
a Dio che ce l’infonda nell’anima la virtù sovrannaturale delle
fede; essa – l’Apostolo Paolo
dice che essa
dice: è
un dono di Dio.
È il principio e il fondamento della nostra salvezza: “e senza la fede è impossibile piacere a Dio”.
“Predicate
il Vangelo
ad ogni creatura
Credete
al Vangelo
dice Gesù Cristo.
Chi
avrà
creduto
crederà
e sarà battezzato,
sarà
salvo;
chi
poi non crederà sarà condannato.”
(6) Né con ciò sostituiremo il Vangelo alla Chiesa, che anzi, come potremo noi credere al Vangelo senza la testimonianza della Chiesa?
Il genere umano, come l’individuo, ha detto Cousin, non vive che di fede.
La fede è la prima necessità dell’uomo; sventurato chi non crede!
Senza fede Ardigò si chiese disperato: “Cos’è la vita? E perché non la vede dinanzi a sé che un abisso senza salvezza e senza conforto.
(I) Frammenti.
Hugo, I Miserabili, lib. VII.
Marco XVI, 15 – 16