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[Minuta]



Vi tratteranno etc. Gli antichi

I persecutori della Chiesa non vollero riconoscere G. C. nel Padre suo.

Rigettarono i caratteri e gli splendori della divinità, la dottrina celeste e i miracoli; maltrattarono gli Apostoli prima e la Chiesa poi unicamente perché predicavano verità importune e la virtù che non si voleva. Ma più inescusabili i persecutori moderni che educati nella fede, oltraggiano oggi il Dio che jeri giovanetti hanno adorato: molti di loro sono dei disertori che al delitto dell’empietà uniscono quello dell’apostasia dalla Chiesa. Questi non potranno aver parte alla preghiera che Gesù faceva dall’alto della croce: Padre perdonate: Padre perdonate, non sanno quel si facciano (Lc. XXIII, 34). Cerchiamo noi la conoscenza di Dio e di Gesù Cristo e ricordiamo che qui sta tutta la vita eterna (Io. XXII, 3). Non consumiamo la vita in vanità o in acquistare cognizioni che nulla gioveranno per la vita futura o ci saranno imputate a colpa.

È la scienza di Dio il mezzo della n. santificazione, e seguirà al di là della morte. Scienza di Dio che non consiste solo nell’essere istruito nel catechismo se si è cristiani, o nella teologia se preti, ma nell’osservare i suoi Comandamenti.

Chiunque pretende conoscere Dio e non osserva i suoi Comandamenti, è un mentitore” (Io. II, 4). Alcuni lo conoscono con le parole, ma lo negano con le opere (Tim. I,16). Saremmo noi mai di questi?

Nelle ultime parole di questo Vangelo poi Gesù chiarisce agli Apostoli il fine e l’uso della profezia.

La profezia, che si avvera, è il suggello della divinità, come lo è il miracolo.

Dio solo può rivelare gli avvenimenti futuri, perché Egli solo conosce l’avvenire. Non furono giammai la volontà, la ragione, la sapienza umana, quelle che portarono sulla testa la profezia. Per la sola ispirazione dello Spirito Santo i Santi uomini di Dio hanno talora predette le cose future. Scopo della profezia è di farci conoscere con certezza verità che piace a Dio insegnarci. S. Pietro paragona la profezia ad una fiaccola che ci illumina in questo soggiorno di tenebre per condurci all’eternità (II Petr. I, 19).

Vi sono due sorti di profezia, delle quali sarebbe troppo lungo dire. Mi limiterò a dire che Gesù Cristo impresse nella sua missione il suggello incancellabile della profezia. Gesù fece sovra tutto risplendere due raggi della sua divinità: la sua potenza dei miracoli; la sua prescienza nelle profezie. Potremo noi esitare a sottomettere la nostra ragione alla verità che Egli e la Chiesa per Lui ci predica, quando vediamo adempite così esattamente la sua predizioni? La sua flagellazione, la passione, la crocifissione, la sua Risurrezione; patimenti degli Apostoli, il tradimento di Giuda, la distruzione di Gerusalemme, la propagazione del cristianesimo Davide, Michea, Isaia, Geremia, Daniele, Malachia, e tutti i profeti parlarono di lui. Quando vediamo tutti gli oracoli che riguardano il Messia così puntualmente avverati a Gesù Cristo, ad un uomo snebbiato da passioni e che rifletta, può restare ancora alcun dubbio? Come negheremo la realtà delle profezie sono gli ebrei, nostri nemici che ce le conservarono? Negheremo la verità storica del Vangelo? Ma se gli Apostoli predicandolo parlavano a una quantità di testimoni oculari, interessati a contraddire? Avrebbero potuto gli Apostoli mentire, e non essere subito confusi?

Chi nega cade nell’assurdo.