V111T035 V111P018
[Minuta]
Questo
Vangelo è anche per
me che son prete
e forse il più che per gli altri, per me prete sacerdote
del Signore.
Il mio
Sacerdozio deve
avere per iscopo
ha per fine principale quei miei
fratelli che allontanandosi da Dio, si sono perduti nelle vie del
peccato. Ad essi una preferenza non di tenerezza, ma di ajuto,
lasciando, se necessario, le altre anime, che hanno men bisogno di
assistenza.
O
mio Dio
Preservatemi, o mio Dio, dalla funesta illusione che io mi debba
quasi sequestrare per le anime più fedeli, le pie donne, presso cui
il mio ministero può riuscire più gradevole perché meno penoso, ma
verrebbe esercitato con pregiudizio di altre anime, che mi costeranno
più fatica, ma che ben meritano di essere più cercate, e più …..
e mai chiuse fuori dall’ovile
ajutate
nel loro ritorno a Dio.
Che quando sarò spossato di correre dietro ai peccatori, allora solo, o Signore, andrò a cercare conforto presso i giusti.
E
voglio
Che io impari da Voi che correte dietro ai
peccatori
all’anima mia peccatrice perseverantemente e senza posa, con tante
grazie, con tanta misericordia! Ah senza questa infaticabile vostra
bontà, come la mia anima languirebbe lontana da Voi! Oh quante
chiamate ho rigettate, quante volte vi ho allontanato da me, o mio
Dio! Sinchè, risvegliato dai rimorsi, io ho sentito tutta la
confusione delle mie colpe, e ho gridato a Voi, o Signore, a Voi che
siete accorso in mio ajuto
e m’avete cavato dal fango e salvato con pazienza e carità
divinamente infaticabile. Che io faccia
usi coi miei fratelli la misericordia
carità stessa
che avete usata con me Fate
e che non dimentichi mai che il ministero che mi avete affidato è
ministero di misericordia.
Il ritorno dei peccatori a Dio sia il voto più ardente della mia anima Sacerdotale, l’oggetto d’ogni mia fatica, la tela non interrotta di tutta la mia vita.
Ecco
Finalmente Gesù è pur riuscito a raggiungere la pecorella smarrita.
E qui rifulge la sua carità: non s’adira, non si lamenta del
dolore, né della fatica.