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Gesù Cristo vuole che ci guardiamo dai falsi profeti e pone il principio che i falsi profeti si conoscono dalle opere loro.
La nostra religione principalmente consiste nella fede e nella morale cristiana, cioè nelle verità rivelate che dobbiamo credere, e nei comandamenti che dobbiamo praticare. Le fede è figlia di colui che disse: “Io sono la carità” (Giov. XIV, 6) e dopo XX secoli tutti gli onesti devono riconoscere che essa è stata la via ad ogni progresso e la vita di ogni cosa grande e bella. La storia attesta che ovunque penetrò la luce delle fede cristiana, là fiorì la civiltà e la pace. “La buona pianta dà buoni frutti”. L’eccellenza poi della morale in nessuna voce si afferma più alta che nella voce e nel comando di Cristo: “Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro che è ne’ cieli”. (Matt., 48).
Ecco l’ideale della perfezione cristiana. Di qui uno sforzo incessante, aiutati dalla grazia, a nobilitarci nell’amore di Dio e del prossimo: un generoso progredire pel bene degli individui e della società, onde la vita non è una festa, ma un impiego. Culto di Dio, spoglio di superstizioni - fratellanza fra gli uomini, aspirazione perpetua alla virtù - umiltà senza bassezza - dignità senza orgoglio - tipo un Uomo: ecco con fedeltà l’essenza del Cristianesimo. Che di più filosofico di più grande? (Pellico, Cap. XXXIII).
Ebbene, come la religione è morale e dogma così di due sorta sono i falsi profeti: abbiamo i profeti o predicatori della menzogna in opposizione alla verità religiosa.