V111T070 V1110P38
[Minuta]
Ma ecco nel miracolo di questo Vangelo i pani sono sette: bellissima figura del mistero della legge evangelica, in cui la grazia settiforme dello Spirito Santo dispensa la vita, et abundantius, a tutti i fedeli, e nelle verità che credono e ne’ sette Sacramenti che ricevono. Questi sette pani insomma sono i sette Sacramenti istituiti da Cristo, onde il mondo cristiano sarebbe stato alimentato.
E si noti: il Salvatore non crea pani dal nulla, ma li prende dalle mani degli Apostoli. Questa circostanza rende più sensibile la verità che questi pani simboleggiavano i sette Sacramenti, pei quali il Signore non crea dal nulla, ma prende dalla Chiesa, che glie li presenta, la materia e i segni sensibili con cui si formano. I pani, nella mani degli Apostoli, erano insufficienti a saziare tanto popolo. Gesù però “prese i sette pani” nelle sue mani divine, li benedisse ed essi si moltiplicarono prodigiosamente, e acquistarono la meravigliosa virtù di nutrire di satollare.
Or così la materia de’ Sacramenti, per sé inetta e incapace di produrre alcun effetto morale, - colle benedizione di Gesù Cristo, che il ministro della Chiesa vi applica sopra per mezzo della forma, - è elevata alla virtù, all’efficacia di dare o di accrescere la grazia che nutrisce e satolla le anime di gioia e di spirituale felicità.
I sette pani non sono più d’orzo, come nella prima moltiplicazione ma sono di grano, alimento de’ figliuoli; i quali, secondo la profezia dovevano essere nutriti del midollo e grassezza del grano: Cibavit illos ex adipe frumenti (Psal. L. XXX).
E però questi sette pani di grano e non più d’orzo, come esprimono lo spirito della nuova legge, spirito di abbondanza, di grazia e di carità divina senza fine.
In tutti e due i miracoli però, in unione del pane, il Signore moltiplicò ancora e fece distribuire al popolo due pesciolini arrostiti.