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[Da Copia stampata, bozze di stampa, qui si riportano solamente i brani che contengono aggiunte e correzioni di D. Orione]



Il Vangelo / N 5

Domenica IV.a di Quaresima


……Del resto Gesù stesso, commentando il senso intimo e profondo della moltiplicazione dei pani, aveva detto:Io sono il pane di vita. Il pane che io darò è la mia carne per la salute del mondo. La mia carne è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia di questo pane vivra eternamente. e poi aggiunge: “Se non mangerete la carne del Figliuol dell’uomo e non berrete il suo Sangue il suo Sangue, non avrete la vita in voi”. (S. Giov. Cap. VI.)

Dunque il pane consacrato non è più pane, il calice consacrato non è più vino, ma è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo.....

Il maresciallo Turenna fu convertito alla lettura della opera sulle perpetuità ……. presenza reale di Gesù nell’Eucarestia, del Nicole……. sui nostri altari ad una vita tutti i giorni vittima rinascente, strappando l’ammirazione anche di Voltaire.

... Christ (dic’egli) des nos pechès victime renaissante, descend sur nos antels (Euriade Ch.X)

.... Così scrisse Grozio, protestante, nel suo “Votum pro pace”.

L’Eucarestia la troviamo nei simboli e pitture cemeteriali di S. Callisto e di Priscilla (II secolo), e nei monumenti primitivi dell’arte cristiana.

Dai Vangeli, da S. Paolo, dai Padri Apostolici, dalla Chiesa primitiva risulta indubbiamente che l’Eucaristia:






















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è “Convito spirituale”, presieduto dal Sacerdote, che spezza il pane, “fractio panis”, “il Corpo di Cristo nutre il nostro” S. Ireneo.

È “Comunione”. “Il Calice di benedizione che benediciamo, non è la comunione del Sangue di Cristo? e il pane che spezziamo, non è la comunione del Corpo di Cristo? (San Paolo, I. Cor. XI.)

Prendete e mangiate” (S. Matteo XXVI)

Il corpo di Cristo è dunque nutrimento.

..... In remissione dei peccati, dice Matteo, l’Eucarestia ha dunque carattere propiziatorio....

Storia questa o pietosissima invenzione, queste aspirazioni sente l’uomo, questo può l’uomo: e non l’avrebbe potuto Dio, onde alimentare di più in noi la vita soprannaturale e divina? Non disse Gesù: Veni ut vitam habeant et adundantius habeant? Venni perché vivessero la vita dello spirito e la vivessero più grande.

(1) “Il mare di Galilea” è chiamato altrove lago di Gennesaret (Giardino del principe) Luca 5, 1 - e mar di Tiberiade (Giov. 21)

Il lago di Gennesaret è detto anche mare di Galilea, perché ha circa 24 chilometri di lunghezza e 16 di larghezza.






























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[Da Copia stampata, bozze di stampa, qui si riporta no solamente i brani che contengono aggiunte e correzioni di D. Orione]



Il Vangelo / N. 5

Domenica IV.a di Quaresima


.. L’Eucarestia è dunque il Sacrificio eterno ed universale, come la Chiesa Cattolica di cui è l’anima: è il Sacrificio divino, quindi di efficacia infinita ed inesauribile.

I Papi, i Concili, il Padri, i Dottori della Chiesa insegnarono e tutte le generazioni cristiane credettero sempre così.

Erasmo, Pascal, Bossuet, Tommaso Moro, piegano dinanzi al miracolo ineffabile. E quando Raffaello vorrà darci in Vaticano la disputa del sacramento, là, tra i difensori dell’Eucarestia, tra venerandi Pontefici e Martiri, tra Sant’Agostino e San Tommaso, porrà Dante il cantore del dogma che sovra ogni altro come aquila vola e il fierissimo Savonarola.

E Lutero stesso si darà per vinto!

Ma, come mai nel breve giro d’un ostia, si trova il Corpo e il Sangue di Cristo? È un mistero! Ma Dio il Signore ha detto che è così: Gesù è là!

Del resto ricordiamo che Tommaso d’Aquino, Cartesio e Leibnitz, i tre più grandi filosofi d’Italia, di ha da opporre. E lo stesso fecero fisici e chimici insigni del tempo nostro: anzi i progressi della fisica rendono omaggio all’Eucarestia.

Ma Perché dunque dubitarne?

L’uomo non sa staccarsi da chi ama; l’uomo anela a sacrificarsi per chi ama, e Dio sarà vinto dall’amore dell’uomo?






















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Noi crediamo all’Eucarestia perché crediamo all’amore di Dio per l’umanità.

L’eroe lascia alla Patria le sue ossa; la madre lascia al figlio il suo cuore; i figli del conte Ugolino, gettati a morire con lui nella torre che “ha il titolo della fame”, dicono al padre: ……….“ Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi, tu ne vestiti queste misere carni, e tu le spoglia”.

Storia questa o invenzione pietosa sono certo aspirazioni che l’uomo sente a tanto trascende l’uomo: e non l’avrebbe potuto Dio, onde alimentare più largamente in noi la vita soprannaturale e divina? Non disse Gesù: Veni ut vitam habeant et abundantius habeant? Son venuto per darvi la vita e vita più ha pensato al corpo e non avrebbe pensato allo spirito? Ha moltiplicato il pane materiale per nutrire i corpi, e non avrebbe moltiplicato se stesso per nutrire le anime?