V111T120 V111P163


[Minuta]



Il Vangelo

Domenica delle palme

(Matteo XXI, 1 - 9)


L’ingresso di Gesù in Gerusalemme (Marc. XI - 1 - 10 == Luc. XIX - 29 – 44 Giov. XII - 12 - 19)


E come si avvicinarono a Gerusalemme (I), ed erano già a Betfage, (2) presso al monte degli Olivi Oliveto, Gesù mandò due discepoli dicendo loro: Andate nel castello che vi sta di rimpetto, e subito troverete legata una giumenta e un asinello con essa: scioglieteli e menateli. E se alcuno vi dirà qualche cosa, dite che il Signore ne ha bisogno, e tosto li manderà. Or questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta che dice: Dite alla figliuola di Sion (3): Ecco il tuo Re viene a te, mansueto, e montato sopra un asino, sopra un asinello, puledro d’una giumenta. E i discepoli andarono, e fecero come Gesù aveva loro ordinato comandato. E menarono la giumenta e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli, e Gesù vi si pose a sedere. E intanto una turba grandissima distese le sue vesti sulla via; e altri tagliavano rami dagli alberi e li spargevano per la via, (4) e la turbe che procedevano andavano innanzi e quelle che seguivano, gridavano: Osanna (5) al Figliuolo di Davide! Benedetto Colui, che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”
























 V111P164


[Minuta; cancellature in senso verticale]



Non ho alcuna difficoltà di accogliere il ragazzo di cui nella lettera di stamattina, ma

1) vorrei sentire il D. Barco per non fargli un’indelicatezza. Ho sempre tanto desiderato che tra i Seminari della Diocesi e questa baracca della Provvidenza ci fosse non solo buona relazione, ma quell’unione dei cuori, e da parte mia una tal quale dipendenza come dev’essere del fratello più piccolo coi più grandi. Ci fu sempre questa buona armonia relazione ma oggi, che mi dà occasione, Le dirò che ho altamente apprezzato l’atto di Vostra Eccellenza di mandarmi in principio a far quelle due chiacchiere ai Chierici anche perché servì ad unirci sempre di più nella carità fraterna.

2) amerei che detto chierico deponesse l’abito almeno per un anno e che qui desse almeno L. 5 mensili di più di quanto pagava al Seminario, non per altro che per levare ogni velleità, velleità che di là si passi qui onde affinché non credano altri Seminaristi di potersi far preti lo stesso in barba ai Superiori, e per un capriccio qualunque.

Deve sapersi che egli è accettato col consenso del suo Rettore, anche vesta in borghese.

3) Non intendo affatto di legarlo al mio Istituto, ma solo di provarlo, con l’ajuto di Dio, aiutandolo e non alienandolo affatto dalla Diocesi. Se poi volesse restare, Vostra Eccellenza lo proverà e deciderà.

4) Il Can.co Rettore Gugliada Le potrà riferire di un caso quasi identico. Quattro anni fa certo D. Pietro Meriggi di Stradella, già studente ...