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[Da copia stampata; vedere: Luigi Orione, Lett. Scelte ediz. Paravia, pag. 27]
Alla mamma dei Perosi.
Da Messina 25 - IX – 1910
Ottima Signora e mia Benefattrice,
vengo ora dal dire la Messa pel caro Maestro Perosi, Suo marito, e dopo ne ho sentita un’altra, detta per lui, mentre anche nella cripta espiatoria, dove è l’Altare Gregoriano, uno dei nostro sacerdoti di Bettole gliene diceva una terza.
Ora, prima di mettermi giù a lavorare, mi sento l’anima come piena di bisogno di scriverle una parola di conforto, perché in questo anniversario, non so come spiegarmi, mi sento così unito nel Signore a tutti loro.
E che cosa Le dirò io per confortarla. Eh, si sa bene che cosa ci può suggerire la nostra portata il nostro San Marziano e in cui, per divina misericordia, siamo cresciuti, e che è la sola fede è la sola fede che davvero può dare consolazione nelle dolorose giornate della vita. Ah, le disposizioni del Signore sono pur sempre adorabili! anche quand’elle sono così contro i nostri desideri, così gravi, così sublimi sopra di noi!
Quale occasione più bella da esercitare la nostra fede di questi dolorosi anniversari? Oh, quanto è grande la santa fede, che distacca dalle cose della terra, destinate tutte alla morte e fa vivere nel Dio di tutte le consolazioni!
Io, ogni volta che vado tra me ricordando la fede così viva di Suo marito, fede che ci si vedeva sempre, ma specialmente in quella benedetta Conferenza di San Vincenzo che per me, chierico allora, fu una grande scuola ed esempio di carità e di fede vera, mi sento come ristorare l’anima;
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e non posso lasciare di benedirlo, perché mi ha fatto del bene, e mi ha fatto del bene perché fu uomo di fede. Consoliamoci dunque oggi in questa fede, e per essa Iddio sia da noi benedetto senza fine!
Mi perdoni la libertà; gradisca tanti ossequi e Lei e a tutta la Famiglia e mi abbia per dev.mo Suo servitore in N. C. Gesù Cristo Crocifisso
Sac. Luigi Orione
della Div. Provv.