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[Da copia dattiloscritta. Vedere: Don Orione Lett. scelte ediz. Paravia pagg. 16, 17]



A Mons. Daffra Vescovo di Ventimiglia.


.... E qui giunto io dovrei dirle che eccetto, perché mi pare di vedervi la mano della Divina Provvidenza e che Nostro Signore voglia proprio questo bene.

Tuttavia lei sa, o carissimo Mons. Daffra, che noi qui siamo in tutto e per tutto nelle mani del Vescovo. (Monsignor Igino Bandi Vescovo di Tortona). Io sento che per fare la volontà di Dio non devo volere se non ciò che vuole Lui e non devo desiderare se non ciò che desidera Lui, almeno finché non piaccia al Signore siano approvate le nostre povere regole, - benché anche dopo io non intenda fare mai cosa che Lo possa disgustare. Ora, dopo aver pregato, mi sono presentato a Lui e Gli ho dato la lettera di Vostra Eccellenza perché mi dicesse che cosa dovessi risponderle.

Il Vescovo sollevò la difficoltà del sacerdote che dovrebbe reggere codesto Convitto, (il Convitto San Romolo di San Remo) ed avviarlo, e mi disse di aver penuria di preti e di non potermene dare. E il nostro caro Vescovo ha ragione, povero Vescovo! vedo anch’io che di preti non ne ha proprio, e fa già tanti sacrifici per quei pochi che mi ha dato.

Tuttavia anche da questa difficoltà penso che la Divina Provvidenza troverà mezzo di uscirne a bene: bisognerebbe solo trovar modo che questo mio veneratissimo Vescovo non si offendesse quand’anche io provvedessi a lei senza disturbare Lui. Tutto sta qui, umanamente parlando, ché del resto tutto sta nelle mani di Gesù, e Gesù sa ben Lui cambiare i cuori di noi suoi poveri servi e figli!
























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e far dire di sì, come ha già fatto tante volte, anche a chi credesse bene al momento dire di no.

Detto questo mi pare farebbe buona impressione sul mio Vescovo se V. E. gli scrivesse e, basandosi su quanto può intendere da questa mia, lo pregasse di permettermi ……