V111T164 V111P240
[Da copia dattiloscritta, con aggiunte e correzioni di D. Orione]
Villa Santa Caterina da Genova
Casa di Riposo per Signore
Genova - Pino di Molassana - Telef. 50087
Genova, 22 Aprile 1939 – XVII
Deo gratias!
Gent.ma Signora,
alcuni
mesi or sono la Divina Provvidenza dava modo
al Piccolo Cottolengo Genovese di
poter acquistare
una Villa secentesca, già dei Marchesi Durazzo - Grimaldi, in Pino
di Molassana, a 6 Km da Piazza De - Ferrari, e a circa 100 metri di
quota sulla
strada
Genova - Piacenza, che è servita dai tram
De - Ferrari - Stagliano - Molassana.
Da anni era nei voti del Piccolo Cottolengo che Genova avesse una Casa Ospitale, decorosamente arredata, per accogliervi Nobili Signore, bisognose di riposo, di assistenza, di conforto.
La
Villa
già
Durazzo
ombreggiata
da pini, magnolie, ippocastani, platani, di oltre 40 vani, con vista
splendida, aria saluberrima, acqua abbondante sorgiva, fornita di
luce elettrica e ora d’impianto di termosifone, con bagni e di
tutto il confort moderno, parve molto indicata allo scopo. Le camere
sono ben soleggiate e spaziose, le vaste sale del pian terreno sono
pavimentate in maiolica di Savona, epoca Luigi XIV, dipinte a mano a
cinque colori, di vero pregio artistico; la Cappella di mq. 175 ha
galleria periferica in alto e in basso con tribuna, possiede un
altare con balaustra in marmi finissimi e si apre su giardino.
Oltre il parco, vi è terreno coltivo ad orto, frutta e vite vi
si accede comodamente con auto.
V111P241
I dintorni offrono passeggiate amenissime, e fanno di detta villa, una Casa di pace, un soggiorno veramente incantevole. Vi si accede comodamente con auto, prendendo la carozzabile dalla Chiesa dell’Olmo.
L’Eminentissimo
Signor Cardinale Boetto, Arcivescovo di Genova, benedisse ampiamente
all’idea e ai Benefattori, ed è con la Sua paterna approvazione
che la Villa venne posta sotto gli auspici di S. Caterina dei Fieschi
- Adorno, e prende nome da questa
nobilissima
Donna ed eroina genovese,
maestra
e modello incomparabile di intelligente cristiana bontà
che passò
oltre tra le mura del Pammatone nell’angelico servizio della
carità,
facendo olocausto
di Sèper l’amore di Cristo e dei più poveri e sofferenti
fratelli, anche quando più inesorabile il morbo maggiormente
infieriva.
Ora la Villa in questi mesi completamente rinnovata - sarebbe già pronta; i lavori in parte pagati, ma essa manca di mobilio, di biancheria, di quadri, perché vorrei che riuscisse una casa bella, non indegna abitazione delle Nobili Signore che andranno ad abitarla: le gradite Ospiti devono trovarvi non solo il comune benestare, ma un vero senso di agiatezza, di dignità e una grande, alta luce di conforto, sotto tutti i riguardi.
M’è
venuta,
direi, un’ispirazione:
rivolgermi cioè alle Nobili Signore delle più cospicue Famiglie
Genovesi, perché vogliano benevolmente interessarsi alla nuova
Istituzione, e vorrei che essa fosse, fin dal principio, quasi alta
espressione del Loro animo
nobile
gentile e
benefico, sempre pronto ad ogni iniziativa di bene.
Penso:
se ogni nobile
Signora
volesse offrirmi, a gara, un quadro, un oggetto ornamentale, un
mobile, un po’ di biancheria da tavola o per letto, ecco che la
Villa
S. Caterina diverrebbe, senz’altro,
un soggiorno
lieto e veramente gradito,
come fu ideato,
e le nobili Ospiti vi troverebbero quanto giova a lenire i ricordi
dolorosi del loro passato.
V111P242
La
inaugurazione
della
Villa
si farà sarà
tra
qualche settimana,
per Santa Caterina e
mi farò dovere di invitare la Signoria Vostra
e famiglia, ben
onorato di Sua
presenza.
Quello che si vuol donare lo si mandi al Piccolo Cottolengo Genovese, Via Bartolomeo Bosco 2 B telef. 55 - 253; oppure si telefoni a detto numero, e il Piccolo Cottolengo stesso manderà persona di fiducia a ritirare quanto viene generosamente offerto.
Sarò
molto grato, e fin da questo momento, ringrazio dal profondo
dell’animo. E, mentre prego Iddio di ricompensare largamente ogni
carità, imploro su ciascuna Benefattrice e
Famiglia,
in particolare, su la Signoria Vostra e Suoi Cari un’amplissima
benedizione.
Di
Lei, Gentilissima Signora, umile servitore in
Cristo
della Divina Provvidenza
Sac. Luigi Orione
(Vi è altra copia dattiloscritta, con correzioni di Don Orione, quasi uguale)